SAN FRANCISCO, California (CNN) -- Per quanto possa sembrare inverosimile, le cellule umane e i processori dei computer immagazzinano e sviluppano le informazioni in maniera molto simile. Da qui è nata l'idea di realizzare un computer che sfrutta la struttura del DNA. Una struttura potenzialmente più potente dei processori utilizzati finora.
Il ragionamento alla base del processo è relativamente semplice. I computer utilizzano una stringa composta dai numeri "1" e "0" per immagazzinare le informazioni, mentre gli esseri viventi utilizzano molecole rappresentate dalla lettere A, T, C e G, per farlo.
Per dimostrare che è possibile realizzare i computer che utilizzano il DNA per realizzare calcoli logici, gli scienziati Milan Stojanovic e Darko Stefanovic hanno realizzato una macchina imbattibile nel gioco del Tris che sfrutta un complesso mix di enzimi di DNA per fare le proprie scelte.
La macchina è stata battezzata Maya, e per Kobi Benenson, dell'Istituto Weizmann in Israele, che già da tempo lavora sull'utilizzo del DNA nel campo dei calcolatori, "Rappresenta un passo avanti significativo nello sfruttamento del DNA nell'ambito dei computer."
Naturalmente, anche se imbattibile, scegliere semplicemente tra croci e cerchi all'interno di una griglia composta da nove quadrati non è il massimo per dimostrare le capacità di calcolo della struttura del DNA, ma i ricercatori assicurano che organizzando in maniera diversa, e più complessa, gli enzimi le potenzialità sono infinite.
Non è la prima volta che vengono utilizzati gli schemi di calcolo del DNA per realizzare prototipi computerizzati, ma Maya ha il non trascurabile pregio di essere una struttura interattiva che non necessità l'intervento umano per fare le proprie scelte.
Un computer in una goccia d'acqua
Sviluppare un sistema che utilizzi le molecole del DNA permetterebbe, inoltre, di rendere i computer ancora più piccoli. Per fare un esempio, in un grammo di DNA possono essere conservate le informazioni presenti su miliardi di compact disc.
Nel caso di Maya, infatti, i nove "pozzi" che compongono lo schema del Tris, ognuno dei quali contiene una miscela di enzimi che funzionano come dei cancelli molecolari logici, occupano solo un centimetro quadrato.
Uno dei problemi che ancora sussiste, comunque, è quello di controllare che lo sviluppo biologico sia consono alla generazione di calcoli accurati. In fin dei conti, trattandosi di DNA non è detto che, a lungo andare, si comporti sempre come stabilito da chi a creato la macchina.
In ogni caso, nell'idea credono molto anche alla NASA, che ha stanziato 15 milioni di dollari (poco più di 13 milioni di Euro) per futuri progetti in grado di sviluppare sensori biomeccanici per i viaggi spaziali. "Vorremmo utilizzare questa nuova tecnologia," ha spiegato lo scienziato della NASA Paul Fung, "per la cura della salute degli astronauti."
Lo scienziato Ehud Shapiro, anche lui come Benenson dell'Istituto Weizmann, che nel 2001 ha brevettato un "computer" in grado di essere contenuto in una goccia d'acqua e che utilizza molecole ed enzimi di DNA come software e hardware, non crede però che la genetica soppianterà il silicio. "Diciamo che le due tecnologie possono felicemente convivere," è stato il suo commento.
___________________
Molto allettante direi
Il ragionamento alla base del processo è relativamente semplice. I computer utilizzano una stringa composta dai numeri "1" e "0" per immagazzinare le informazioni, mentre gli esseri viventi utilizzano molecole rappresentate dalla lettere A, T, C e G, per farlo.
Per dimostrare che è possibile realizzare i computer che utilizzano il DNA per realizzare calcoli logici, gli scienziati Milan Stojanovic e Darko Stefanovic hanno realizzato una macchina imbattibile nel gioco del Tris che sfrutta un complesso mix di enzimi di DNA per fare le proprie scelte.
La macchina è stata battezzata Maya, e per Kobi Benenson, dell'Istituto Weizmann in Israele, che già da tempo lavora sull'utilizzo del DNA nel campo dei calcolatori, "Rappresenta un passo avanti significativo nello sfruttamento del DNA nell'ambito dei computer."
Naturalmente, anche se imbattibile, scegliere semplicemente tra croci e cerchi all'interno di una griglia composta da nove quadrati non è il massimo per dimostrare le capacità di calcolo della struttura del DNA, ma i ricercatori assicurano che organizzando in maniera diversa, e più complessa, gli enzimi le potenzialità sono infinite.
Non è la prima volta che vengono utilizzati gli schemi di calcolo del DNA per realizzare prototipi computerizzati, ma Maya ha il non trascurabile pregio di essere una struttura interattiva che non necessità l'intervento umano per fare le proprie scelte.
Un computer in una goccia d'acqua
Sviluppare un sistema che utilizzi le molecole del DNA permetterebbe, inoltre, di rendere i computer ancora più piccoli. Per fare un esempio, in un grammo di DNA possono essere conservate le informazioni presenti su miliardi di compact disc.
Nel caso di Maya, infatti, i nove "pozzi" che compongono lo schema del Tris, ognuno dei quali contiene una miscela di enzimi che funzionano come dei cancelli molecolari logici, occupano solo un centimetro quadrato.
Uno dei problemi che ancora sussiste, comunque, è quello di controllare che lo sviluppo biologico sia consono alla generazione di calcoli accurati. In fin dei conti, trattandosi di DNA non è detto che, a lungo andare, si comporti sempre come stabilito da chi a creato la macchina.
In ogni caso, nell'idea credono molto anche alla NASA, che ha stanziato 15 milioni di dollari (poco più di 13 milioni di Euro) per futuri progetti in grado di sviluppare sensori biomeccanici per i viaggi spaziali. "Vorremmo utilizzare questa nuova tecnologia," ha spiegato lo scienziato della NASA Paul Fung, "per la cura della salute degli astronauti."
Lo scienziato Ehud Shapiro, anche lui come Benenson dell'Istituto Weizmann, che nel 2001 ha brevettato un "computer" in grado di essere contenuto in una goccia d'acqua e che utilizza molecole ed enzimi di DNA come software e hardware, non crede però che la genetica soppianterà il silicio. "Diciamo che le due tecnologie possono felicemente convivere," è stato il suo commento.
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