È uno degli esempi più classici di distruzione ambientale “pianificata” dal vecchio regime sovietico. Il mare d'Aral, che copriva 66.100 chilometri quadrati negli anni Sessanta, si è ridotto a 27.000 chilometri quadrati a causa dell'uso dell'acqua dei fiumi immissari (come il Syr-Darja e l'Amu Darja) per irrigazione. Il risultato è un deserto di sale e sabbia, spazzato da un vento gelido e completamente improduttivo.
Alcune dighe hanno impedito che il mare d'Aral settentrionale scomparisse; a quello meridionale, che si stava svuotando, veniva assegnata una vita di circa un centinaio di anni.
Scomparsa accelerata. Una ricerca condotta da Peter Zavialov dell'istituto Shirshov di oceanologia di Mosca ha però stabilito che se le cose non cambiano, il mare d'Aral meridionale potrebbe scomparire non in 100 ma in soli 15 anni. La superficie del lago è “affondata” di 30 metri, e le acque sono 2,4 volte più salate di quelle dell'oceano. Non si capisce bene quale sia il meccanismo che ha fatto letteralmente collassare il lago, ma si pensa che sia dovuta a un'evaporazione eccessiva dello strato superficiale del lago, che diventa caldissimo d'estate.
«Non farebbe poi una gran differenza per la popolazione che vive intorno al lago, dice Peter Zavialov, tanto orami l'industria e l'economia sono completamente distrutte».
Alcune dighe hanno impedito che il mare d'Aral settentrionale scomparisse; a quello meridionale, che si stava svuotando, veniva assegnata una vita di circa un centinaio di anni.
Scomparsa accelerata. Una ricerca condotta da Peter Zavialov dell'istituto Shirshov di oceanologia di Mosca ha però stabilito che se le cose non cambiano, il mare d'Aral meridionale potrebbe scomparire non in 100 ma in soli 15 anni. La superficie del lago è “affondata” di 30 metri, e le acque sono 2,4 volte più salate di quelle dell'oceano. Non si capisce bene quale sia il meccanismo che ha fatto letteralmente collassare il lago, ma si pensa che sia dovuta a un'evaporazione eccessiva dello strato superficiale del lago, che diventa caldissimo d'estate.
«Non farebbe poi una gran differenza per la popolazione che vive intorno al lago, dice Peter Zavialov, tanto orami l'industria e l'economia sono completamente distrutte».