MILANO -- Parafrasando un vecchio luogo comune, non ci sono più le notti di San Lorenzo di una volta. L'antica tradizione di guardare le stelle cadenti, e di esprimere un desiderio ad ogni scia lucente, sembra essere in ribasso perché il cielo fa i capricci. O meglio, a fare i capricci è la cometa Swift-Tuttle che ogni anno in agosto incrocia la sua orbita con la terra.
Un fenomeno che quest'anno "sarà molto più evidente la prossima notte, e anche quella successiva", garantisce Luigi Piro, primo ricercatore presso l'Istituto di Astrofisica spaziale del Cnr a Roma.
Pollice verso per il 10 agosto, dunque, ma anche per chi crede nella leggenda secondo cui le stelle sarebbero le lacrime di san Lorenzo, bruciato sui carboni ardenti proprio il 10 agosto del 258 per essersi rifiutato di consegnare al prefetto di Roma i tesori della Chiesa a lui affidati in qualità di primo diacono. Tesori che Lorenzo non aveva più: li aveva venduti, per paura che finissero nelle mani dell'imperatore, e col ricavato aveva aiutato i poveri.
Né lacrime né stelle, ma solo meteore, e per giunta un po' in ritardo. "La scia è molto ampia - spiega Piro - e il fenomeno è visibile per almeno 2-3 settimane, con una densità massima solitamente compresa tra il 10 e il 12. Quest'anno, appunto, avrà il suo picco nella notte tra l'11 e il 12".
L'ora migliore per l'osservazione, assicurano gli astronomi, è quella compresa tra mezzanotte e l'una, "ma stavolta a rendere l'avvistamento più problematico - avverte Piro - c'è il fatto che la luna sarà nella sua fase di piena. Lo sguardo va puntato in direzione nord est, perché l'apice del fenomeno si colloca tra le costellazioni di Cassiopea e di Perseo, e l'aria deve essere il più possibile tersa e limpida".
Come dire che chi si trova in grandi spazi aperti è avvantaggiato, e di molto, rispetto a chi vive nelle grandi città: nei grandi spazi aperti, si potrà vedere fino ad una meteora al minuto, in città, nella migliore delle ipotesi, una ogni 10-15 minuti. È una questione di inquinamento luminoso, ovvero delle luci artificiali che si riflettono nel cielo: fino a 10-15 anni fa, anche nel cielo di Roma o Milano si potevano vedevano stelle di magnitudo minore, mentre oggi le stelle visibili ad occhio nudo sono sempre meno numerose".
Ma la pioggia di stelle (pardon, di meteore) della notte di san Lorenzo è l'unico fenomeno di questo tipo? "No - risponde Luigi Piro -, è solo il più famoso. La terra incontra nella sua orbita la scia di diverse altre comete: la pioggia più abbondante è quella delle Leonidi, che hanno il loro picco massimo di visibilità tra il 12 e il 13 novembre di ogni anno. E che sono molto più luminose e frequenti delle Perseidi".
Un fenomeno che quest'anno "sarà molto più evidente la prossima notte, e anche quella successiva", garantisce Luigi Piro, primo ricercatore presso l'Istituto di Astrofisica spaziale del Cnr a Roma.
Pollice verso per il 10 agosto, dunque, ma anche per chi crede nella leggenda secondo cui le stelle sarebbero le lacrime di san Lorenzo, bruciato sui carboni ardenti proprio il 10 agosto del 258 per essersi rifiutato di consegnare al prefetto di Roma i tesori della Chiesa a lui affidati in qualità di primo diacono. Tesori che Lorenzo non aveva più: li aveva venduti, per paura che finissero nelle mani dell'imperatore, e col ricavato aveva aiutato i poveri.
Né lacrime né stelle, ma solo meteore, e per giunta un po' in ritardo. "La scia è molto ampia - spiega Piro - e il fenomeno è visibile per almeno 2-3 settimane, con una densità massima solitamente compresa tra il 10 e il 12. Quest'anno, appunto, avrà il suo picco nella notte tra l'11 e il 12".
L'ora migliore per l'osservazione, assicurano gli astronomi, è quella compresa tra mezzanotte e l'una, "ma stavolta a rendere l'avvistamento più problematico - avverte Piro - c'è il fatto che la luna sarà nella sua fase di piena. Lo sguardo va puntato in direzione nord est, perché l'apice del fenomeno si colloca tra le costellazioni di Cassiopea e di Perseo, e l'aria deve essere il più possibile tersa e limpida".
Come dire che chi si trova in grandi spazi aperti è avvantaggiato, e di molto, rispetto a chi vive nelle grandi città: nei grandi spazi aperti, si potrà vedere fino ad una meteora al minuto, in città, nella migliore delle ipotesi, una ogni 10-15 minuti. È una questione di inquinamento luminoso, ovvero delle luci artificiali che si riflettono nel cielo: fino a 10-15 anni fa, anche nel cielo di Roma o Milano si potevano vedevano stelle di magnitudo minore, mentre oggi le stelle visibili ad occhio nudo sono sempre meno numerose".
Ma la pioggia di stelle (pardon, di meteore) della notte di san Lorenzo è l'unico fenomeno di questo tipo? "No - risponde Luigi Piro -, è solo il più famoso. La terra incontra nella sua orbita la scia di diverse altre comete: la pioggia più abbondante è quella delle Leonidi, che hanno il loro picco massimo di visibilità tra il 12 e il 13 novembre di ogni anno. E che sono molto più luminose e frequenti delle Perseidi".