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Un gruppo di fisici dell’Università di Tokyo, in Giappone, e del National Institute of Standards and Technology (NIST), negli Stati Uniti, sono riusciti a controllare, con l'ausilio di distorsioni coinvolgenti meno di 10 atomi, la propagazione della luce all'interno di una cavità.
Di norma la diminuzione della velocità della luce può essere causata nel passaggio dal vuoto a uno spazio più denso. Oppure nel momento in cui l'impulso luminoso si sovrappone con onde aventi frequenze differenti o nel caso il suo indice di rifrazione muta consecutivamente con il cambiamento della frequenza (mezzo dispersivo).
Utilizzando questo approccio in un condensato di Bose-Einstein contenente un milione di atomi, gli scienziati sono riusciti a rallentare la luce fino a fermarla. L'alterazione è stata ottenuta in una microcavità lunga 70 micron in cui esisteva un mezzo di densità prossima a zero, ovvero solo alcuni atomi di rubidio.
L'alta riflessione all'interno della cavità ha permesso all'impulso di riflettersi diverse volte interagendo con i pochi atomi (come se gli atomi fossero stati di più), prima di fuoriuscire. Gli scienziati sostengono che questa scoperta potrebbe giovare nella messa a punto di computer quantici.
Di norma la diminuzione della velocità della luce può essere causata nel passaggio dal vuoto a uno spazio più denso. Oppure nel momento in cui l'impulso luminoso si sovrappone con onde aventi frequenze differenti o nel caso il suo indice di rifrazione muta consecutivamente con il cambiamento della frequenza (mezzo dispersivo).
Utilizzando questo approccio in un condensato di Bose-Einstein contenente un milione di atomi, gli scienziati sono riusciti a rallentare la luce fino a fermarla. L'alterazione è stata ottenuta in una microcavità lunga 70 micron in cui esisteva un mezzo di densità prossima a zero, ovvero solo alcuni atomi di rubidio.
L'alta riflessione all'interno della cavità ha permesso all'impulso di riflettersi diverse volte interagendo con i pochi atomi (come se gli atomi fossero stati di più), prima di fuoriuscire. Gli scienziati sostengono che questa scoperta potrebbe giovare nella messa a punto di computer quantici.