Un gruppo di scienziati internazionali ha suonato il campanello d’allarme, avvertendo che la crescita demografica, i cambiamenti climatici e la distruzione dell’ambiente stanno spingendo verso la Terra ad un irreversibile collasso biologico entro pochi decenni. L’articolo arriva insieme ad un rapporto dell’ONU altrettanto preoccupante.
In un articolo pubblicato nell’edizione di oggi 8 giugno della rivista Nature, 22 ricercatori provenienti da una varietà di campi paragonano l’impatto umano sulla Terra in poco meno di un secolo a eventi globali avvenuti in decine o centinaia di migliaia di anni. Questo altererà (e sta già alterando) in modo permanente la biosfera della Terra.
“Gli esseri umani stanno costringendo la Terra ad un’altra transizione, e c’è la possibilità che ci sia una trasformazione della Terra in modo rapido e irreversibile verso uno stato sconosciuto nell’esperienza umana”, hanno scritto gli autori, che provengono da Stati Uniti, Europa, Canada e Sud America.
Già un rapporto delle Nazioni Unite, redatto in occasione della conferenza Rio+20 che di terrà il prossimo 20 giugno, aveva avvertito che la Terra con i suoi sistemi ambientali sono quasi al “loro limite biofisico.” Questo porterà a cambiamenti irreversibili e probabilmente catastrofici, avverte l’ONU.
La lista dei disastri già in atto è purtroppo già lunga. Si va dal rapido scioglimento della calotta artica alla perdita dei ghiacci antartici. Poi la deforestazione delle foreste pluviali, prima fra tutte quella amazzonica ma anche nel Borneo, nel resto dell’Asia e in Africa. Inoltre, sostanze chimiche tossiche stanno ammazzando i mari, i laghi e i fiumi di tutto il mondo, minacciando non solo la vita marina ma anche le riserve di cibo su cui miliardi di persone fanno affidamento. Tutti questi fenomeni già in atto stanno spingendo il pianeta verso un punto di non ritorno ecologico che potrebbe cambiare la vita come la conosciamo, ha detto sempre il rapporto del Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite a Rio de Janeiro.
“Evidenze scientifiche dimostrano che i sistemi terrestri vengono spinti verso i loro limiti biofisici. Alcuni limiti stanno per essere raggiunti, altri sono stati già superati”, ha detto il rapporto chiamato Global Environment Outlook.
Se l’umanità non cambierà urgentemente il suo modo di trattare la natura, diverse soglie critiche verranno probabilmente superate, causando cambiamenti improvvisi e irreversibili, generalmente negativi per il benessere umano e del pianeta, in termini delle sue capacità di supporto alla vita, avverte il rapporto.
Uno dei risultati sarà che “i governi dovranno far fronte a livelli senza precedenti di danni e degrado”, ha detto Achim Steiner, Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite e Direttore Esecutivo del Programma durant e la pubblicazione della relazione.
Le 550 pagine del rapporto dell’ONU – prodotto in più di tre anni di lavoro e che ha coinvolto 600 esperti che hanno costruito un quadro dettagliato della salute della Terra – ha individuato aree in cui stiamo migliorando, tra cui per esempio l’espansione delle aree protette come i parchi nazionali. Ma ha rilevato pochi progressi in 24 dei 90 obiettivi ambientali più importanti, compresi i cambiamenti climatici, gli stock ittici, e la desertificazione e la siccità.
Il rapporto ha detto che c’è ancora speranza, se le attuali politiche e strategie cambieranno nettamente entro la metà di questo secolo verso un ambizioso programma di protezione ambientale e di sostenibilità.
L’appello del team di esperti è stato pubblicato sulle pagine della rivista scientifica Nature, alla vigilia dell’apertura dei lavori del prossimo Summit della Terra Rio+20, in programma dal 20 al 22 giugno a Rio de Janeiro.
“Abbiamo creato una bolla nella crescita demografica e nell’economia che è totalmente insostenibile e dovrà sgonfiarsi gradualmente oppure è destinata a scoppiare”, ha detto il co-autore James Brown, professore di biologia presso l’Università di New Mexico. “Se scoppierà, le conseguenze saranno davvero tristi per le persone così come per la biodiversità.”
Quarant’anni fa, il famoso Club di Roma, un think tank di scienziati provenienti da tutto il mondo, aveva per la prima volta parlato – suscitando non poco scalpore – che c’erano dei limiti alla crescita mondiale. Ora sembra che quei limiti stiano per essere raggiunti.
gaianews.it
In un articolo pubblicato nell’edizione di oggi 8 giugno della rivista Nature, 22 ricercatori provenienti da una varietà di campi paragonano l’impatto umano sulla Terra in poco meno di un secolo a eventi globali avvenuti in decine o centinaia di migliaia di anni. Questo altererà (e sta già alterando) in modo permanente la biosfera della Terra.
“Gli esseri umani stanno costringendo la Terra ad un’altra transizione, e c’è la possibilità che ci sia una trasformazione della Terra in modo rapido e irreversibile verso uno stato sconosciuto nell’esperienza umana”, hanno scritto gli autori, che provengono da Stati Uniti, Europa, Canada e Sud America.
Già un rapporto delle Nazioni Unite, redatto in occasione della conferenza Rio+20 che di terrà il prossimo 20 giugno, aveva avvertito che la Terra con i suoi sistemi ambientali sono quasi al “loro limite biofisico.” Questo porterà a cambiamenti irreversibili e probabilmente catastrofici, avverte l’ONU.
La lista dei disastri già in atto è purtroppo già lunga. Si va dal rapido scioglimento della calotta artica alla perdita dei ghiacci antartici. Poi la deforestazione delle foreste pluviali, prima fra tutte quella amazzonica ma anche nel Borneo, nel resto dell’Asia e in Africa. Inoltre, sostanze chimiche tossiche stanno ammazzando i mari, i laghi e i fiumi di tutto il mondo, minacciando non solo la vita marina ma anche le riserve di cibo su cui miliardi di persone fanno affidamento. Tutti questi fenomeni già in atto stanno spingendo il pianeta verso un punto di non ritorno ecologico che potrebbe cambiare la vita come la conosciamo, ha detto sempre il rapporto del Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite a Rio de Janeiro.
“Evidenze scientifiche dimostrano che i sistemi terrestri vengono spinti verso i loro limiti biofisici. Alcuni limiti stanno per essere raggiunti, altri sono stati già superati”, ha detto il rapporto chiamato Global Environment Outlook.
Se l’umanità non cambierà urgentemente il suo modo di trattare la natura, diverse soglie critiche verranno probabilmente superate, causando cambiamenti improvvisi e irreversibili, generalmente negativi per il benessere umano e del pianeta, in termini delle sue capacità di supporto alla vita, avverte il rapporto.
Uno dei risultati sarà che “i governi dovranno far fronte a livelli senza precedenti di danni e degrado”, ha detto Achim Steiner, Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite e Direttore Esecutivo del Programma durant e la pubblicazione della relazione.
Le 550 pagine del rapporto dell’ONU – prodotto in più di tre anni di lavoro e che ha coinvolto 600 esperti che hanno costruito un quadro dettagliato della salute della Terra – ha individuato aree in cui stiamo migliorando, tra cui per esempio l’espansione delle aree protette come i parchi nazionali. Ma ha rilevato pochi progressi in 24 dei 90 obiettivi ambientali più importanti, compresi i cambiamenti climatici, gli stock ittici, e la desertificazione e la siccità.
Il rapporto ha detto che c’è ancora speranza, se le attuali politiche e strategie cambieranno nettamente entro la metà di questo secolo verso un ambizioso programma di protezione ambientale e di sostenibilità.
L’appello del team di esperti è stato pubblicato sulle pagine della rivista scientifica Nature, alla vigilia dell’apertura dei lavori del prossimo Summit della Terra Rio+20, in programma dal 20 al 22 giugno a Rio de Janeiro.
“Abbiamo creato una bolla nella crescita demografica e nell’economia che è totalmente insostenibile e dovrà sgonfiarsi gradualmente oppure è destinata a scoppiare”, ha detto il co-autore James Brown, professore di biologia presso l’Università di New Mexico. “Se scoppierà, le conseguenze saranno davvero tristi per le persone così come per la biodiversità.”
Quarant’anni fa, il famoso Club di Roma, un think tank di scienziati provenienti da tutto il mondo, aveva per la prima volta parlato – suscitando non poco scalpore – che c’erano dei limiti alla crescita mondiale. Ora sembra che quei limiti stiano per essere raggiunti.
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