E
ra l’enigma per antonomasia. Un piccolo cubo a sei colori in grado di far ammattire tutti, dai matematici (che cercavano di risolverlo in meno mosse possibili) ai pendolari, ai bambini e alle casalinghe, i quali si sarebbero accontentati di risolverlo e basta.
Ora, però, sembra che il tremendo grattacapo sia stato del tutto risolto dai ricercatori americani di Palo Alto: secondo i loro calcoli, infatti, il cubo di Rubik sarebbe sempre risolvibile in un massimo di 20 mosse.
A illustrare i risultati della ricerca è la rivista New Scientist, la quale spiega l’indagine svolta dai matematici: combinando la forza di calcolo di Google con alcune intuizioni matematiche, i ricercatori hanno controllato tutti i 43 quintilioni di possibili posizioni del cubo.
Prima hanno diviso l'insieme di tutte le possibili configurazioni di partenza in 2,2 miliardi di serie, ognuna della quali conteneva 19,5 miliardi di configurazioni. Questo punto di partenza ha permesso poi ai ricercatori di ridurre il numero di combinazioni a 56 milioni, sfruttando le simmetrie del cubo e sviluppando un algoritmo per velocizzare il procedimento.
La conclusione è stata sorprendente: un paio di torsioni di polso, qualche spostamento di indice e pollice e il cubo è fatto, al massimo in 20 mosse.
"Il principale obiettivo della ricerca era trovare un modo per risolvere così tante posizioni, tutto d'un tratto, in modo veloce", spiega Tomas Rokicki, programmatore di Palo Alto.
Nonostante questa richerca faccia sembrare la risoluzione di questo rebus una cosa da poco, ci perdoneranno gli illuminati matematici californiani se noi poveri umani continuiamo a considerare il cubo di rubik un’impresa "sansonica": del resto nessun algoritmo ci potrà togliere la soddisfazione di guardare questo dannato enigma una volta terminato. E pazienza se la strada del successo consta di qualche mossa in più.
ra l’enigma per antonomasia. Un piccolo cubo a sei colori in grado di far ammattire tutti, dai matematici (che cercavano di risolverlo in meno mosse possibili) ai pendolari, ai bambini e alle casalinghe, i quali si sarebbero accontentati di risolverlo e basta.
Ora, però, sembra che il tremendo grattacapo sia stato del tutto risolto dai ricercatori americani di Palo Alto: secondo i loro calcoli, infatti, il cubo di Rubik sarebbe sempre risolvibile in un massimo di 20 mosse.
A illustrare i risultati della ricerca è la rivista New Scientist, la quale spiega l’indagine svolta dai matematici: combinando la forza di calcolo di Google con alcune intuizioni matematiche, i ricercatori hanno controllato tutti i 43 quintilioni di possibili posizioni del cubo.
Prima hanno diviso l'insieme di tutte le possibili configurazioni di partenza in 2,2 miliardi di serie, ognuna della quali conteneva 19,5 miliardi di configurazioni. Questo punto di partenza ha permesso poi ai ricercatori di ridurre il numero di combinazioni a 56 milioni, sfruttando le simmetrie del cubo e sviluppando un algoritmo per velocizzare il procedimento.
La conclusione è stata sorprendente: un paio di torsioni di polso, qualche spostamento di indice e pollice e il cubo è fatto, al massimo in 20 mosse.
"Il principale obiettivo della ricerca era trovare un modo per risolvere così tante posizioni, tutto d'un tratto, in modo veloce", spiega Tomas Rokicki, programmatore di Palo Alto.
Nonostante questa richerca faccia sembrare la risoluzione di questo rebus una cosa da poco, ci perdoneranno gli illuminati matematici californiani se noi poveri umani continuiamo a considerare il cubo di rubik un’impresa "sansonica": del resto nessun algoritmo ci potrà togliere la soddisfazione di guardare questo dannato enigma una volta terminato. E pazienza se la strada del successo consta di qualche mossa in più.
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