Possibile grazie al satellite Planck dell’Agenzia Spaziale Europea
La presentazione in prima assoluta a Torino
torino
Un’unica mappa racconta l’intera storia dell’universo, dalla nascita delle prime stelle alle radiazioni diffuse oggi dalla Via Lattea. Il risultato, il primo al mondo di questo tipo, si deve al satellite per l’astronomia Planck, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), e sarà presentato nel pomeriggio a Torino, nell’ambito dell’Euro Science Open Forum (Esof).
In primo piano la mappa mostra gas e polveri della Via Lattea mentre sullo sfondo appare il passato dell’universo fino alle sue origini, quasi 14 miliardi di anni fa, quando il cielo bambino era illuminato dalle prime stelle. A raccontare le origini dell’universo, nella mappa, è la consistenza «granulosa» della radiazione cosmica di fondo, 380.000 anni dopo il Big Bang. «È una prima assoluta, una meravigliosa mappa del cielo come nessuno lo aveva mai osservato», ha detto l’astrofisico Nazzareno (Reno) Mandolesi, direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale di Bologna dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Iasf-Inaf) e responsabile dello strumento Lfi a bordo di Planck.
L’universo è visto attraverso «gli occhiali» di Planck, che osserva la radiazione a microonde combinando tutte e nove le frequenze alle quali sono sensibili i suoi rivelatori. Entusiasta del risultato il responsabile dei programmi scientifici dell’Esa, David Southwood, per il quale «stiamo aprendo le porte di un Eldorado in cui gli scienziati potranno andare a caccia di pepite d’oro, che li porteranno ad approfondire la nostra comprensione su come l’Universo è nato e su come funziona».
Nella mappa l’universo bambino appare avvolto nella foschia di gas e polveri della Via Lattea, ha detto il responsabile scientifico del satellite, Jan Tauber. Ora l’immagine dovrà essere analizzata fino a «cancellare» la nebbia, facendo emergere l’universo primitivo, un pò come accade quando si restaura un quadro antico. Il risultato finale, secondo gli esperti, saranno «due ’telè indipendenti ed entrambe di valore inestimabile». Per la responsabile dell’Osservazione dell’Universo per l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Barbara Negri, «la mappa del cielo a microonde, ottenuta combinando tutte e nove le frequenze operative di Planck, fornisce i primi risultati astrofisici visivi della Via Lattea. Questo, da solo, è già un risultato sorprendente, ma non è finita qui: se il buongiorno si vede dal mattino, nel background potrebbero emergere piacevoli sorprese».
La presentazione in prima assoluta a Torino
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Un’unica mappa racconta l’intera storia dell’universo, dalla nascita delle prime stelle alle radiazioni diffuse oggi dalla Via Lattea. Il risultato, il primo al mondo di questo tipo, si deve al satellite per l’astronomia Planck, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), e sarà presentato nel pomeriggio a Torino, nell’ambito dell’Euro Science Open Forum (Esof).
In primo piano la mappa mostra gas e polveri della Via Lattea mentre sullo sfondo appare il passato dell’universo fino alle sue origini, quasi 14 miliardi di anni fa, quando il cielo bambino era illuminato dalle prime stelle. A raccontare le origini dell’universo, nella mappa, è la consistenza «granulosa» della radiazione cosmica di fondo, 380.000 anni dopo il Big Bang. «È una prima assoluta, una meravigliosa mappa del cielo come nessuno lo aveva mai osservato», ha detto l’astrofisico Nazzareno (Reno) Mandolesi, direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale di Bologna dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Iasf-Inaf) e responsabile dello strumento Lfi a bordo di Planck.
L’universo è visto attraverso «gli occhiali» di Planck, che osserva la radiazione a microonde combinando tutte e nove le frequenze alle quali sono sensibili i suoi rivelatori. Entusiasta del risultato il responsabile dei programmi scientifici dell’Esa, David Southwood, per il quale «stiamo aprendo le porte di un Eldorado in cui gli scienziati potranno andare a caccia di pepite d’oro, che li porteranno ad approfondire la nostra comprensione su come l’Universo è nato e su come funziona».
Nella mappa l’universo bambino appare avvolto nella foschia di gas e polveri della Via Lattea, ha detto il responsabile scientifico del satellite, Jan Tauber. Ora l’immagine dovrà essere analizzata fino a «cancellare» la nebbia, facendo emergere l’universo primitivo, un pò come accade quando si restaura un quadro antico. Il risultato finale, secondo gli esperti, saranno «due ’telè indipendenti ed entrambe di valore inestimabile». Per la responsabile dell’Osservazione dell’Universo per l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Barbara Negri, «la mappa del cielo a microonde, ottenuta combinando tutte e nove le frequenze operative di Planck, fornisce i primi risultati astrofisici visivi della Via Lattea. Questo, da solo, è già un risultato sorprendente, ma non è finita qui: se il buongiorno si vede dal mattino, nel background potrebbero emergere piacevoli sorprese».
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