Nel cuore dell’Africa, una metropoli di 200.000 anni fa.
15 novembre 2009, da express-news.it (originale: viewzone.com)
Sono sempre stati lì. Qualcuno li aveva già notati prima, ma nessuno riusciva a ricordare chi li avesse fatti – o perché? Fino a poco tempo fa, nessuno sapeva nemmeno quanti fossero. Ora sono dappertutto, a migliaia, anzi no, centinaia di migliaia! E la storia che raccontano è la storia più importante dell’umanità. Ma c’è chi potrebbe non essere pronto ad ascoltare.
Qualcosa di straordinario è stato scoperto in una zona del Sud Africa, circa 280 km verso l’interno, ad ovest del porto di Maputo (la capitale del Mozambico). Sono i resti d’una grande metropoli che misurava, secondo stime prudenti, circa 5000 km quadrati. Faceva parte di una comunità ancora più ampia, di circa 35.000 chilometri quadrati, che sembra essere stata costruita – siete pronti? – dal 160000 al 200000 a.C.!
La situazione è cambiata quando se ne è occupato il ricercatore Michael Tellinger, in collaborazione con Johan Heine, un vigile del fuoco locale e pilota che aveva osservato queste rovine negli anni, sorvolando la regione. Heine aveva il vantaggio unico di vedere il numero e la portata di queste strane fondazioni di pietra e sapeva che il loro significato non era apprezzato.
“Quando Johan per primo mi ha fatto conoscere le antiche rovine di pietra dell’Africa australe, non avevo idea delle incredibili scoperte che ne sarebbero seguite, in breve tempo. Le fotografie, i manufatti e le prove che abbiamo accumulato puntano senza dubbio ad una civiltà perduta e sconosciuta, visto che precede tutte le altre – non di poche centinaia d’anni, o di qualche migliaio d’anni… ma di molte migliaia d’anni. Queste scoperte sono così impressionanti che non saranno facilmente digerite dall’opinione ufficiale, dagli storici e dagli archeologi, come abbiamo già sperimentato. E’ necessario un completo mutamento di paradigmi nel nostro modo di vedere la nostra storia umana”. – Tellinger
Dove è stata compiuta la scoperta
L’oro ha giocato un certo ruolo sulla densità di popolazione che un tempo viveva qui? Il sito si trova a circa 150 miglia da un ottimo porto, il cui commercio marittimo potrebbe avere contribuito a sostenere una popolazione così importante. Ma ricordate che stiamo parlando di quasi 200000 anni fa!
“Mi vedo come una persona di mente aperta, ma devo ammettere che mi ci è voluto oltre un anno per digerire la scoperta e per capire che abbiamo realmente a che fare con le strutture più antiche mai costruite dall’uomo sulla Terra.
Il motivo principale di ciò è che ci hanno insegnato che nulla di significativo è mai venuto dal Sud Africa. Che le civiltà più potenti sono apparse in Sumeria e in Egitto e in altri luoghi. Ci viene detto che fino all’insediamento del popolo BANTU, proveniente da nord, che dovrebbe avere avuto inizio nel secolo XII d.C., questa parte del mondo era piena di cacciatori-raccoglitori, e che i cosiddetti Boscimani non hanno fornito alcun contributo importante alla tecnologia o alla civiltà”. – Tellinger
Una storia ricca e variegata
Quando i primi esploratori incontrarono queste rovine, davano per scontato che fossero recinti per il bestiame realizzati da tribù nomadi, come il popolo bantu, che si spostò verso sud e si stabilì in questa terra intorno al sec. XIII. Non si conoscevano le testimonianze storiche di nessuna civiltà precedente, più antica, in grado di costituire una comunità così densamente popolata. Poco sforzo fu stato fatto per indagare il sito perché la collocazione storica delle rovine non era per nulla nota.
Ma una domanda necessita una risposta – come potrebbe tutto questo essere stato realizzato dagli esseri umani 200.000 anni fa?
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Nota: articolo troncato. Per approfondire utilizzare i link iniziali (consiglio il sito in inglese).
15 novembre 2009, da express-news.it (originale: viewzone.com)
Sono sempre stati lì. Qualcuno li aveva già notati prima, ma nessuno riusciva a ricordare chi li avesse fatti – o perché? Fino a poco tempo fa, nessuno sapeva nemmeno quanti fossero. Ora sono dappertutto, a migliaia, anzi no, centinaia di migliaia! E la storia che raccontano è la storia più importante dell’umanità. Ma c’è chi potrebbe non essere pronto ad ascoltare.
Qualcosa di straordinario è stato scoperto in una zona del Sud Africa, circa 280 km verso l’interno, ad ovest del porto di Maputo (la capitale del Mozambico). Sono i resti d’una grande metropoli che misurava, secondo stime prudenti, circa 5000 km quadrati. Faceva parte di una comunità ancora più ampia, di circa 35.000 chilometri quadrati, che sembra essere stata costruita – siete pronti? – dal 160000 al 200000 a.C.!
L’immagine è una vista ravvicinata di poche centinaia di metri del paesaggio, presa da Google-earth. La regione è un po’ remota e i “cerchi” sono stati spesso visti dagli agricoltori locali e dagli indigeni, in passato. Ma, stranamente, nessuno s’è mai preso la briga di informarsi su chi potrebbe averli fatti o quale età potessero avere. |
La situazione è cambiata quando se ne è occupato il ricercatore Michael Tellinger, in collaborazione con Johan Heine, un vigile del fuoco locale e pilota che aveva osservato queste rovine negli anni, sorvolando la regione. Heine aveva il vantaggio unico di vedere il numero e la portata di queste strane fondazioni di pietra e sapeva che il loro significato non era apprezzato.
“Quando Johan per primo mi ha fatto conoscere le antiche rovine di pietra dell’Africa australe, non avevo idea delle incredibili scoperte che ne sarebbero seguite, in breve tempo. Le fotografie, i manufatti e le prove che abbiamo accumulato puntano senza dubbio ad una civiltà perduta e sconosciuta, visto che precede tutte le altre – non di poche centinaia d’anni, o di qualche migliaio d’anni… ma di molte migliaia d’anni. Queste scoperte sono così impressionanti che non saranno facilmente digerite dall’opinione ufficiale, dagli storici e dagli archeologi, come abbiamo già sperimentato. E’ necessario un completo mutamento di paradigmi nel nostro modo di vedere la nostra storia umana”. – Tellinger
Dove è stata compiuta la scoperta
L’area è importante per una cosa che colpisce subito – l’oro. “Le migliaia di antiche miniere d’oro scoperte nel corso degli ultimi 500 anni, indicano una civiltà scomparsa che ha vissuto e scavato per l’oro in questa parte del mondo per migliaia d’anni”, dice Tellinger. “E se questa è in realtà la culla del genere umano, possiamo star guardando le attività della più antica civiltà sulla Terra”. Per visualizzare il numero e la portata di queste rovine, vi suggerisco di utilizzare Google-earth e iniziare con le seguenti coordinate: Carolina – 25 55′53,28″S / 30 16′ 13,13″ E Badplaas – 25 47′33,45″S / 30 40′ 38,76″ E Waterval – 25 38′07,82″S / 30 21′ 18,79″ E Machadodorp – 25 39′22,42″S / 30 17′ 03.25″ E Quindi eseguite una ricerca a volo radente all’interno dell’area formata da questo rettangolo. Semplicemente stupefacente! |
L’oro ha giocato un certo ruolo sulla densità di popolazione che un tempo viveva qui? Il sito si trova a circa 150 miglia da un ottimo porto, il cui commercio marittimo potrebbe avere contribuito a sostenere una popolazione così importante. Ma ricordate che stiamo parlando di quasi 200000 anni fa!
Le singole rovine sono in gran parte costituite da cerchi di pietre. La maggior parte sono stati sepolti sotto la sabbia e sono visibili soltanto dal satellite o dall’aereo. Alcuni sono stati esposti, quando il cambiamento climatico ha soffiato via la sabbia, rivelando le mura e le fondamenta. |
“Mi vedo come una persona di mente aperta, ma devo ammettere che mi ci è voluto oltre un anno per digerire la scoperta e per capire che abbiamo realmente a che fare con le strutture più antiche mai costruite dall’uomo sulla Terra.
Il motivo principale di ciò è che ci hanno insegnato che nulla di significativo è mai venuto dal Sud Africa. Che le civiltà più potenti sono apparse in Sumeria e in Egitto e in altri luoghi. Ci viene detto che fino all’insediamento del popolo BANTU, proveniente da nord, che dovrebbe avere avuto inizio nel secolo XII d.C., questa parte del mondo era piena di cacciatori-raccoglitori, e che i cosiddetti Boscimani non hanno fornito alcun contributo importante alla tecnologia o alla civiltà”. – Tellinger
Una storia ricca e variegata
Quando i primi esploratori incontrarono queste rovine, davano per scontato che fossero recinti per il bestiame realizzati da tribù nomadi, come il popolo bantu, che si spostò verso sud e si stabilì in questa terra intorno al sec. XIII. Non si conoscevano le testimonianze storiche di nessuna civiltà precedente, più antica, in grado di costituire una comunità così densamente popolata. Poco sforzo fu stato fatto per indagare il sito perché la collocazione storica delle rovine non era per nulla nota.
Negli ultimi 20 anni, persone come Cyril Hromnik, Richard Wade, Johan Heine e una manciata d’altri hanno scoperto che queste strutture in pietra non sono ciò che sembrano essere. In realtà questi sono ora ritenuti i resti di antichi templi e osservatori astronomici di antiche civiltà perdute, che risalgono a molte migliaia di anni fa. Queste rovine circolari sono distribuite su una vasta area. Possono solo essere veramente apprezzate dal cielo o attraverso immagini satellitari. Molte di loro sono quasi completamente erose o sono state coperte dai movimenti del suolo fatti per l’agricoltura lungo il tempo. Alcune sono sopravvissute abbastanza bene da rivelare le loro grandi dimensioni, con alcuni muri originali in piedi, sino a quasi 2 metri d’altezza e oltre un metro di larghezza, in alcuni luoghi. Guardando la metropoli intera, diventa evidente che si trattava d’una comunità ben progettata, sviluppata da una civiltà evoluta. Il numero di antiche miniere d’oro suggerisce la ragione per cui la comunità si trovava in questa posizione. Troviamo le strade – alcune si estendono per un centinaio di miglia – che collegavano la comunità e l’agricoltura a terrazzamenti, molto simili a quelli trovati negli insediamenti Inca in Perù. |
Ma una domanda necessita una risposta – come potrebbe tutto questo essere stato realizzato dagli esseri umani 200.000 anni fa?
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Nota: articolo troncato. Per approfondire utilizzare i link iniziali (consiglio il sito in inglese).
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