NON SIAMO MAI ANDATI SULLA LUNA
Incredibile ma falso! - Il 68% della popolazione di colore residente nelle
metropoli degli Stati Uniti ritiene che l'uomo non sia mai stato sulla Luna
Le missioni Apollo 11 e 14, in particolare, paleserebbero
una realtà al limite del credibile, eppure tanto spettacolare da trasformarsi
in un'ipotesi affascinante: gli atterraggi americani sarebbero stati costruiti
"in vitro", in laboratori allestiti ad hoc, e videodiffusi a livello planetario.
A detta dei sostenitori della "lunar conspiracy", in molte delle foto scattate
durante le missioni lunari sarebbero evidenti le tracce di un clamoroso
falso. Ombre non parallele e discordanti, polvere non smossa dall'atterraggio
delle sonde, riflessi che contraddicono la presenza di un'unica fonte di
luce. Una letteratura vasta e sospettosa è cresciuta sull'ipotesi del "falso
spettacolare" perpetrato dalla Nasa nei confonti di chiunque dal '69 in
poi. Tanto che la narrativa (non soltanto quella americana, ma addirittura
quella italiana) ha utilizzato questa suggestione in romanzi ben più sospettabili
che la teoria del complotto. E una mitica affiliazione underground, l'Associazione
Astronauti Autonomi, si è dedicata anima e corpo all'evoluzione pratica
di tale teoria. Valga per tutti il motto di questi navigatori indipendenti
dello Spazio: "Solo coloro che tentano l'impossibile raggiungeranno l'assurdo".
Una buona definizione di ciò che stiamo per mostrarvi
LE PROVE DEL FALSO
E' un falso clamoroso, giocato a tutto il pianeta da parte dell'Amministrazione
americana: l'uomo non è mai allunato, mai ha messo piede sulla superficie
scabra e inerte del nostro satellite. Parlano i sostenitori della "Moon
Conspiracy", l'ipotesi di complotto spettacolare che verificherebbe la tesi
che il controllo sulla popolazione mondiale, ormai, non si gestisce più
soltanto con mezzi economici, bensì anche e soprattutto con mezzi spettacolari.
E si badi: non fanno parte della schiera dei teorici della cospirazione
soltanto sbandati, paranoici, mezzi matti. L'interpretazione delle foto
scattatate durante le missioni Apollo, infatti, sono frutto di anni di ricerche,
a cui hanno dato sostanzioso contributo anche docenti del prestigiosissimo
MIT, la fabbrica dei Nobel americani. Vediamo, nello specifico, da cosa
si desume che le celeberrime istantanee di Armstrong e Aldrin sono state
scattate a Terra, in un laboratorio che i più localizzano in Nevada o in
Texas.
Sono due motivazioni di ordine generale a mettere in dubbio la veridicità
degli allunaggi. La prima e più importante: la Nasa, nel 1969, non disponeva
della tecnologia necessaria per spedire un uomo sulla Luna e riportarlo
vivo a Terra: Bill Kaysing, un pezzo grosso della Nasa di quegli anni, testimonia
che gli fu affidato uno studio di probabilità su un viaggio umano verso
la Luna e ritorno, e che i risultati di tale studio davano alla missione
lo 0.0017% di possibilità di riuscita. Seconda prova di ordine generale:
nel 1969 non era possibile trasmettere immagini televisive da una distanza
simile. C'erano problemi di trasmissione stabile di un'immagine fissa da
50 miglia, e la distanza tra Luna e Terra è di 150.000 miglia. Infine la
luce nelle foto (e qui si entra nell'àmbito delle analisi specifiche). Le
obiezioni maggiori riguardano la distanza della fonte di luce dai soggetti
fotografati: risulta essere impossibile che si tratti del sole. A volte,
addirittura, le fonti di luce sono più d'una e le ombre rivelano clamorose
incongruenze. Infine, c'è buio totale a 20 metri, senza stelle visibili,
quando in assenza di atmosfera si dovrebbero notare.
OMBRE E STRANI OGGETTI
Incongruenze e contraddizioni nella foto più celebre della missione Apollo
11. L'astronauta fotografato è Buzz Aldrin, chi sta scattando è Neil Armstrong.
Prima e più lampante contraddizione: l'ombra di Buzz. Calcolando la distorsione
della visiera circolare, i dati non coincidono: l'ombra nella visiera va
in una direzione diversa dell'ombra reale che Aldrin stampa sul terreno
lunare. Inoltre: pochi istanti prima ad Aldrin era stata scattata una foto
che riprendeva un'antenna di comunicazione montata sul suo zaino; ora, invece,
l'antenna non c'è più. Ultima notazione: nel riflesso sulla visiera del
casco di Aldrin, accanto alla sagoma di Armstrong, si vede un oggetto luminoso,
che le altre fotografie non testimoniano affatto. Improbabile anche il buio
totale a 20 metri dietro Aldrin.
LA PARETE DI SFONDO
Apparentemente nulla stona nella foto della camminata di Buzz Aldrin.
A un più attento esame, tuttavia, emergono linee sospette,
davvero sconcertanti: si percepisce uno sfondo, una parete, ravvisabile
grazie alla mancata coincidenza delle ombre del terreno vero da quelle del
terreno stampato sul supposto sfondo. Lo sfondo è percepibile vicino alle
ginocchia di Aldrin e dietro all'appoggio della sonda di allunaggio. I teorici
della "Moon Conspiracy" adducono questa fotografia come prova che l'intero
allunaggio sia stato ripreso in un laboratorio in cui era riprodotto il
suolo lunare.
1969 - ODISSEA NELLO SPAZIO
Per quanti non si interessano alla verità della spedizione umana sulla Luna,
la notizia è divertente. Per chi invece vuole sapere come è andata davvero,
la notizia è allucinante e confermerebbe l'ipotesi di un complotto planetario
condotto coi mezzi dello Spettacolo. La notizia è questa: sarebbe stato
Stanley Kubrick, il regista di 2001 - Odissea nello spazio, a registrare
in laboratorio il falso allunaggio del 1969. Paradossale e/o incredibile,
quest'inedita collaborazione tra Kubrick e la Nasa ci viene raccontata dal
giornalista americano C. Powers, densa di dettagli che altro effetto non
producono se non un cospicuo aumento delle quote di delirio legate alla
faccenda della Cospirazione Luna.Scrive Powers che nel 1968 "Kubrick fu
avvicinato in gran segreto da alti gradi della Nasa che gli offrirono di
'dirigere' le riprese dei primi tre allunaggi". Allunaggi virtuali, quindi:
ricostruiti in studio sotto la regia attenta e nevrotica del cineasta di
2001. Il quale "inizialmente rifiutò la proposta, visto che doveva lavorare
alla post-produzione di Odissea nello spazio". Poi, Kubrick ci ripensò:
la Nasa mise sul piatto della trattativa la partecipazione al Partito Comunista
di Raul Kubrick, il fratello minore di Stanley, e per evitare scandali il
regista decise di collaborare con l'Agenzia spaziale americana.Secondo Powers
"per sedici mesi il regista e un team di esperti in effetti speciali - sotto
il coordinamento di Douglas Trumbull - lavorarono in un set artificiale
a Huntsville, in Alabama, riproducendo magistralmente il primo e il secondo
allunaggio". Armstrong, Aldrin e Collins sarebbero stati effettivamente
catapultati nell'orbita terrestre nel 1969, e avrebbero fatto ritorno a
Terra con uno spettacolare ammaraggio nel Pacifico: di mezzo, però, c'è
la trasmissione dello sbarco sulla Luna, le cui immagini risulterebbero
girate in studio, per la regia di Kubrick.La terza missione targata Apollo,
tuttavia, non sarebbe stata girata dal grande Stanley. Confida Powers: "La
Nasa rifiutò la sceneggiatura di Kubrick, che prevedeva il fallimento della
missione Apollo 13. Il regista sostenne la tesi che un drammatico fallimento
dello sbarco e il salvataggio in extremis dell'equipaggio sarebbero risultati
fattori di propaganda eccezionale per la Nasa. L'ente spaziale, invece,
rifiutò l'ipotesi: avrebbe macchiato l'immagine dell'Agenzia". Ironia della
sorte: successivamente la Nasa avrebbe utilizzato il copione di Kubrick,
affidandolo al regista britannico Randall Cunningham (per chi voglia farsi
un'idea, è disponibile in tutte le videoteche la cassetta di Capricorn One).
Un'ultima nota di colore (bruno): Kubrick, un maniaco della matematica teorica,
consultò durante le riprese Werner Von Braun, che ai tempi era di stanza
ad Huntsville, proprio accanto al set lunare. Chi è Werner Von Braun? Di
sicuro è un personaggio di L'arcobaleno della gravità di Thomas Pynchon.
Quel che è peggio è che si tratta del creatore storico dei razzi V2 per
il regime hitleriano. Cosa ci facesse in America in quel periodo non è un
mistero: lavorava per la Nasa. Che abbia contribuito a fare salire l'uomo
sulla Luna getta in ogni caso ombre ambigue sulla spedizione dell'Apollo
11, vera o falsa che sia...
----------------------------------------------------
Beh gente cosa ne pensate?
Io dubito del fatto che l'uomo non sia andato sulla luna... ma tutto puo essere, dite la vostra magari chiariamoci le idee, sperando che tutto questo non sia vero...
Incredibile ma falso! - Il 68% della popolazione di colore residente nelle
metropoli degli Stati Uniti ritiene che l'uomo non sia mai stato sulla Luna
Le missioni Apollo 11 e 14, in particolare, paleserebbero
una realtà al limite del credibile, eppure tanto spettacolare da trasformarsi
in un'ipotesi affascinante: gli atterraggi americani sarebbero stati costruiti
"in vitro", in laboratori allestiti ad hoc, e videodiffusi a livello planetario.
A detta dei sostenitori della "lunar conspiracy", in molte delle foto scattate
durante le missioni lunari sarebbero evidenti le tracce di un clamoroso
falso. Ombre non parallele e discordanti, polvere non smossa dall'atterraggio
delle sonde, riflessi che contraddicono la presenza di un'unica fonte di
luce. Una letteratura vasta e sospettosa è cresciuta sull'ipotesi del "falso
spettacolare" perpetrato dalla Nasa nei confonti di chiunque dal '69 in
poi. Tanto che la narrativa (non soltanto quella americana, ma addirittura
quella italiana) ha utilizzato questa suggestione in romanzi ben più sospettabili
che la teoria del complotto. E una mitica affiliazione underground, l'Associazione
Astronauti Autonomi, si è dedicata anima e corpo all'evoluzione pratica
di tale teoria. Valga per tutti il motto di questi navigatori indipendenti
dello Spazio: "Solo coloro che tentano l'impossibile raggiungeranno l'assurdo".
Una buona definizione di ciò che stiamo per mostrarvi
LE PROVE DEL FALSO
E' un falso clamoroso, giocato a tutto il pianeta da parte dell'Amministrazione
americana: l'uomo non è mai allunato, mai ha messo piede sulla superficie
scabra e inerte del nostro satellite. Parlano i sostenitori della "Moon
Conspiracy", l'ipotesi di complotto spettacolare che verificherebbe la tesi
che il controllo sulla popolazione mondiale, ormai, non si gestisce più
soltanto con mezzi economici, bensì anche e soprattutto con mezzi spettacolari.
E si badi: non fanno parte della schiera dei teorici della cospirazione
soltanto sbandati, paranoici, mezzi matti. L'interpretazione delle foto
scattatate durante le missioni Apollo, infatti, sono frutto di anni di ricerche,
a cui hanno dato sostanzioso contributo anche docenti del prestigiosissimo
MIT, la fabbrica dei Nobel americani. Vediamo, nello specifico, da cosa
si desume che le celeberrime istantanee di Armstrong e Aldrin sono state
scattate a Terra, in un laboratorio che i più localizzano in Nevada o in
Texas.
Sono due motivazioni di ordine generale a mettere in dubbio la veridicità
degli allunaggi. La prima e più importante: la Nasa, nel 1969, non disponeva
della tecnologia necessaria per spedire un uomo sulla Luna e riportarlo
vivo a Terra: Bill Kaysing, un pezzo grosso della Nasa di quegli anni, testimonia
che gli fu affidato uno studio di probabilità su un viaggio umano verso
la Luna e ritorno, e che i risultati di tale studio davano alla missione
lo 0.0017% di possibilità di riuscita. Seconda prova di ordine generale:
nel 1969 non era possibile trasmettere immagini televisive da una distanza
simile. C'erano problemi di trasmissione stabile di un'immagine fissa da
50 miglia, e la distanza tra Luna e Terra è di 150.000 miglia. Infine la
luce nelle foto (e qui si entra nell'àmbito delle analisi specifiche). Le
obiezioni maggiori riguardano la distanza della fonte di luce dai soggetti
fotografati: risulta essere impossibile che si tratti del sole. A volte,
addirittura, le fonti di luce sono più d'una e le ombre rivelano clamorose
incongruenze. Infine, c'è buio totale a 20 metri, senza stelle visibili,
quando in assenza di atmosfera si dovrebbero notare.
OMBRE E STRANI OGGETTI
Incongruenze e contraddizioni nella foto più celebre della missione Apollo
11. L'astronauta fotografato è Buzz Aldrin, chi sta scattando è Neil Armstrong.
Prima e più lampante contraddizione: l'ombra di Buzz. Calcolando la distorsione
della visiera circolare, i dati non coincidono: l'ombra nella visiera va
in una direzione diversa dell'ombra reale che Aldrin stampa sul terreno
lunare. Inoltre: pochi istanti prima ad Aldrin era stata scattata una foto
che riprendeva un'antenna di comunicazione montata sul suo zaino; ora, invece,
l'antenna non c'è più. Ultima notazione: nel riflesso sulla visiera del
casco di Aldrin, accanto alla sagoma di Armstrong, si vede un oggetto luminoso,
che le altre fotografie non testimoniano affatto. Improbabile anche il buio
totale a 20 metri dietro Aldrin.
LA PARETE DI SFONDO
Apparentemente nulla stona nella foto della camminata di Buzz Aldrin.
A un più attento esame, tuttavia, emergono linee sospette,
davvero sconcertanti: si percepisce uno sfondo, una parete, ravvisabile
grazie alla mancata coincidenza delle ombre del terreno vero da quelle del
terreno stampato sul supposto sfondo. Lo sfondo è percepibile vicino alle
ginocchia di Aldrin e dietro all'appoggio della sonda di allunaggio. I teorici
della "Moon Conspiracy" adducono questa fotografia come prova che l'intero
allunaggio sia stato ripreso in un laboratorio in cui era riprodotto il
suolo lunare.
1969 - ODISSEA NELLO SPAZIO
Per quanti non si interessano alla verità della spedizione umana sulla Luna,
la notizia è divertente. Per chi invece vuole sapere come è andata davvero,
la notizia è allucinante e confermerebbe l'ipotesi di un complotto planetario
condotto coi mezzi dello Spettacolo. La notizia è questa: sarebbe stato
Stanley Kubrick, il regista di 2001 - Odissea nello spazio, a registrare
in laboratorio il falso allunaggio del 1969. Paradossale e/o incredibile,
quest'inedita collaborazione tra Kubrick e la Nasa ci viene raccontata dal
giornalista americano C. Powers, densa di dettagli che altro effetto non
producono se non un cospicuo aumento delle quote di delirio legate alla
faccenda della Cospirazione Luna.Scrive Powers che nel 1968 "Kubrick fu
avvicinato in gran segreto da alti gradi della Nasa che gli offrirono di
'dirigere' le riprese dei primi tre allunaggi". Allunaggi virtuali, quindi:
ricostruiti in studio sotto la regia attenta e nevrotica del cineasta di
2001. Il quale "inizialmente rifiutò la proposta, visto che doveva lavorare
alla post-produzione di Odissea nello spazio". Poi, Kubrick ci ripensò:
la Nasa mise sul piatto della trattativa la partecipazione al Partito Comunista
di Raul Kubrick, il fratello minore di Stanley, e per evitare scandali il
regista decise di collaborare con l'Agenzia spaziale americana.Secondo Powers
"per sedici mesi il regista e un team di esperti in effetti speciali - sotto
il coordinamento di Douglas Trumbull - lavorarono in un set artificiale
a Huntsville, in Alabama, riproducendo magistralmente il primo e il secondo
allunaggio". Armstrong, Aldrin e Collins sarebbero stati effettivamente
catapultati nell'orbita terrestre nel 1969, e avrebbero fatto ritorno a
Terra con uno spettacolare ammaraggio nel Pacifico: di mezzo, però, c'è
la trasmissione dello sbarco sulla Luna, le cui immagini risulterebbero
girate in studio, per la regia di Kubrick.La terza missione targata Apollo,
tuttavia, non sarebbe stata girata dal grande Stanley. Confida Powers: "La
Nasa rifiutò la sceneggiatura di Kubrick, che prevedeva il fallimento della
missione Apollo 13. Il regista sostenne la tesi che un drammatico fallimento
dello sbarco e il salvataggio in extremis dell'equipaggio sarebbero risultati
fattori di propaganda eccezionale per la Nasa. L'ente spaziale, invece,
rifiutò l'ipotesi: avrebbe macchiato l'immagine dell'Agenzia". Ironia della
sorte: successivamente la Nasa avrebbe utilizzato il copione di Kubrick,
affidandolo al regista britannico Randall Cunningham (per chi voglia farsi
un'idea, è disponibile in tutte le videoteche la cassetta di Capricorn One).
Un'ultima nota di colore (bruno): Kubrick, un maniaco della matematica teorica,
consultò durante le riprese Werner Von Braun, che ai tempi era di stanza
ad Huntsville, proprio accanto al set lunare. Chi è Werner Von Braun? Di
sicuro è un personaggio di L'arcobaleno della gravità di Thomas Pynchon.
Quel che è peggio è che si tratta del creatore storico dei razzi V2 per
il regime hitleriano. Cosa ci facesse in America in quel periodo non è un
mistero: lavorava per la Nasa. Che abbia contribuito a fare salire l'uomo
sulla Luna getta in ogni caso ombre ambigue sulla spedizione dell'Apollo
11, vera o falsa che sia...
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Beh gente cosa ne pensate?
Io dubito del fatto che l'uomo non sia andato sulla luna... ma tutto puo essere, dite la vostra magari chiariamoci le idee, sperando che tutto questo non sia vero...
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