Il primo animale al mondo clonato da una cellula adulta, la famosa pecora Dolly, è morta. Lo ha annunciato l'Istituto Roslin di Edimburgo, il centro di ricerca dove la pecora è nata. L'Istituto scozzese ha fatto sapere che Dolly è stata soppressa dopo che esami veterinari avevano diagnosticato un'irreversibile malattia polmonare. Il professor Griffin ha precisato che le infezioni polmonari sono frequenti nelle percore anziane.
Le pecore vivono al massimo 11 o 12 anni e le infezioni ai polmoni sono frequenti", ha detto il professor Harry Griffin. Al più presto "Verrà effettuata un'autopsia completa".
Dolly era nata il 5 luglio 1996. La sua nascita, annunciata in tutto il mondo nel febbraio 1997 dalla rivista Nature, ha segnato un rivoluzione per la scienza. Dolly è stata infatti la prima prova vivente della possibilità di riprogrammare una cellula ormai adulta: per ottenerla, i ricercatori dell'istituto "Roslin" di Edimburgo, tra i quali Ian Wilmut e Keith Campbell, avevano utilizzato la tecnica del trasferimento nucleare.
Il nucleo di una cellula della ghiandola mammaria di una pecora adulta era stato prelevato e trasferito nell'ovocita di un'altra pecora, a sua volta privato del nucleo. Dopo il trasferimento, il dna della cellula adulta si era riprogrammato, la cellula era tornata cioè indietro nello sviluppo, fino a trasformarsi in una cellula indifferenziata e totipotente, come una cellula embrionale.
E' cominciato allora il processo di sviluppo che ha portato alla formazione di un embrione, che era stato poi trasferito nell'utero di una terza pecora, che ha portato avanti la gravidanza al termine della quale era nata Dolly.
Se Dolly è stata il simbolo del successo della tecnica di clonazione, è stata anche al centro di molte polemiche. Nel luglio 1997, per esempio, si diffusero voci su un presunto invecchiamento precoce di Dolly. Wilmut rispose che l'aspetto e la salute di Dolly erano quelli di un qualsiasi altro suo coetaneo. Nel settembre 2000, uno studio dell'università delle Hawaii e pubblicato su Nature dimostrò definitivamente che negli animali clonati i cromosomi non subiscono alcuna modificazione.
Il fiocco rosa per Dolly arrivò il 13 aprile 1998, con la nascita di un'agnellina, Bonnie. Il padre, un montone di quattro anni, si chiamava David. La gravidanza, durata 143 giorni, e il parto non hanno presentato problemi a alla nascita Bonnie aveva un peso normale, di 2,7 chili.
Un'altra buona notizia arrivò nel luglio di quello stesso anno, quando i risultati di test eseguiti da un laboratorio indipendente misero fine ai sospetti sulla provenienza delle cellule di Dolly. Alcuni sospettavano infatti che Dolly fosse nata da una delle numerose cellule staminali presenti nel tessuto mammario. I test dimostrarono definitivamente che la cellula di origine era una cellula adulta.
Il 24 marzo 1999 Dolly partorì altri tre piccoli, due maschi e una femmina, tutti in buona salute. All'inizio di gennaio del 2002 Dolly cominciò a soffrire per un'artrite alla zompa posteriore sinistra. A un anno di distanza è comparsa la malattia polmonare irreversibile che ha costretto a ricorrere all'eutanasia per Dolly.
Un minuto di silenzio per Dolly
Le pecore vivono al massimo 11 o 12 anni e le infezioni ai polmoni sono frequenti", ha detto il professor Harry Griffin. Al più presto "Verrà effettuata un'autopsia completa".
Dolly era nata il 5 luglio 1996. La sua nascita, annunciata in tutto il mondo nel febbraio 1997 dalla rivista Nature, ha segnato un rivoluzione per la scienza. Dolly è stata infatti la prima prova vivente della possibilità di riprogrammare una cellula ormai adulta: per ottenerla, i ricercatori dell'istituto "Roslin" di Edimburgo, tra i quali Ian Wilmut e Keith Campbell, avevano utilizzato la tecnica del trasferimento nucleare.
Il nucleo di una cellula della ghiandola mammaria di una pecora adulta era stato prelevato e trasferito nell'ovocita di un'altra pecora, a sua volta privato del nucleo. Dopo il trasferimento, il dna della cellula adulta si era riprogrammato, la cellula era tornata cioè indietro nello sviluppo, fino a trasformarsi in una cellula indifferenziata e totipotente, come una cellula embrionale.
E' cominciato allora il processo di sviluppo che ha portato alla formazione di un embrione, che era stato poi trasferito nell'utero di una terza pecora, che ha portato avanti la gravidanza al termine della quale era nata Dolly.
Se Dolly è stata il simbolo del successo della tecnica di clonazione, è stata anche al centro di molte polemiche. Nel luglio 1997, per esempio, si diffusero voci su un presunto invecchiamento precoce di Dolly. Wilmut rispose che l'aspetto e la salute di Dolly erano quelli di un qualsiasi altro suo coetaneo. Nel settembre 2000, uno studio dell'università delle Hawaii e pubblicato su Nature dimostrò definitivamente che negli animali clonati i cromosomi non subiscono alcuna modificazione.
Il fiocco rosa per Dolly arrivò il 13 aprile 1998, con la nascita di un'agnellina, Bonnie. Il padre, un montone di quattro anni, si chiamava David. La gravidanza, durata 143 giorni, e il parto non hanno presentato problemi a alla nascita Bonnie aveva un peso normale, di 2,7 chili.
Un'altra buona notizia arrivò nel luglio di quello stesso anno, quando i risultati di test eseguiti da un laboratorio indipendente misero fine ai sospetti sulla provenienza delle cellule di Dolly. Alcuni sospettavano infatti che Dolly fosse nata da una delle numerose cellule staminali presenti nel tessuto mammario. I test dimostrarono definitivamente che la cellula di origine era una cellula adulta.
Il 24 marzo 1999 Dolly partorì altri tre piccoli, due maschi e una femmina, tutti in buona salute. All'inizio di gennaio del 2002 Dolly cominciò a soffrire per un'artrite alla zompa posteriore sinistra. A un anno di distanza è comparsa la malattia polmonare irreversibile che ha costretto a ricorrere all'eutanasia per Dolly.
Un minuto di silenzio per Dolly
Commenta