SACRAMENTO, California -- Il clima del nostro pianeta potrebbe essere molto più in pericolo di quel che si pensa. A far temere il peggio, secondo un gruppo di ricercatori della University of California (Usa), non sarebbe tanto l’aumento dell’anidride carbonica a far aumentare la temperatura terrestre, bensì il rilascio di grandi quantità di metano che si trova negli oceani.
Il metano ha un potere di trattenere il calore che è molto superiore a quello dell’anidride carbonica e quindi anche poche quantità rilasciate nell’aria avrebbero ricadute importanti dal punto di vista climatico.
L’allarme è stato dato dopo aver scoperto che un aumento importante di metano nell’atmosfera si è già verificato circa 635 milioni di anni fa, quando la Terra era pressoché totalmente interessata da una grande glaciazione e in seguito al fenomeno nell’arco di poche decine di migliaia di anni si riscaldò enormemente.
Il metano di cui parla la ricerca è quello conservato su molti fondali degli oceani in uno stato solido, ghiacciato insieme all’acqua, grazie alle basse temperature che vi sono sui fondali e alle enormi pressioni.
Il metano ghiacciato, noto anche come caltrato, può iniziare a separarsi dall’acqua ghiacciata se si ha anche un piccolo aumento della temperatura marina e il suo rilascio innesca un reazione a catena che porta tutti i depositi di tale sostanza a rilasciarsi in oceano. Poiché a quel punto il metano diventa gassoso esso sale verso la superficie del mare ed entra nell’atmosfera.
Martin Kennedy ha scoperto, studiando alcuni sedimenti in prossimità delle coste dell’Austraklia, che un simile fenomeno si è già verificato in un lontano periodo della storia della Terra, trasformando profondamente il clima dell’interno pianeta.
“Stando alle indicazioni che abbiamo ottenuto, le condizioni che oggi hanno raggiunto gli oceani è molto vicina a quella che vi era quando si verificò l’aumento della temperatura terrestre in modo rapido e sostanzioso in seguito all’aumento del metano al suo interno. Oggi tuttavia, date le grandi quantità di caltrati presenti negli oceani, il rilascio potrebbe essere alquanto veloce. Se esso dovesse sfuggire completamente dai fondali oceanici in un secolo la temperatura del pianeta aumenterebbe anche di 10 gradi”, ha raccontato l’autore della ricerca pubblicata su Nature.
Quindi un aumento assai superiore rispetto al quadro peggiore dell’aumento dell’anidride carbonica, che prevede una crescita massima di 6 gradi centigradi entro il 2100.
C’è qualcosa che si può fare per evitare l’innescarsi del fenomeno? La risposta è semplice e sentita in molte altre occasioni. “E’ assolutamente necessario - afferma Kennedy - rallentare l’aumento della temperatura terrestre".
scienze.tv
Il metano ha un potere di trattenere il calore che è molto superiore a quello dell’anidride carbonica e quindi anche poche quantità rilasciate nell’aria avrebbero ricadute importanti dal punto di vista climatico.
L’allarme è stato dato dopo aver scoperto che un aumento importante di metano nell’atmosfera si è già verificato circa 635 milioni di anni fa, quando la Terra era pressoché totalmente interessata da una grande glaciazione e in seguito al fenomeno nell’arco di poche decine di migliaia di anni si riscaldò enormemente.
Il metano di cui parla la ricerca è quello conservato su molti fondali degli oceani in uno stato solido, ghiacciato insieme all’acqua, grazie alle basse temperature che vi sono sui fondali e alle enormi pressioni.
Il metano ghiacciato, noto anche come caltrato, può iniziare a separarsi dall’acqua ghiacciata se si ha anche un piccolo aumento della temperatura marina e il suo rilascio innesca un reazione a catena che porta tutti i depositi di tale sostanza a rilasciarsi in oceano. Poiché a quel punto il metano diventa gassoso esso sale verso la superficie del mare ed entra nell’atmosfera.
Martin Kennedy ha scoperto, studiando alcuni sedimenti in prossimità delle coste dell’Austraklia, che un simile fenomeno si è già verificato in un lontano periodo della storia della Terra, trasformando profondamente il clima dell’interno pianeta.
“Stando alle indicazioni che abbiamo ottenuto, le condizioni che oggi hanno raggiunto gli oceani è molto vicina a quella che vi era quando si verificò l’aumento della temperatura terrestre in modo rapido e sostanzioso in seguito all’aumento del metano al suo interno. Oggi tuttavia, date le grandi quantità di caltrati presenti negli oceani, il rilascio potrebbe essere alquanto veloce. Se esso dovesse sfuggire completamente dai fondali oceanici in un secolo la temperatura del pianeta aumenterebbe anche di 10 gradi”, ha raccontato l’autore della ricerca pubblicata su Nature.
Quindi un aumento assai superiore rispetto al quadro peggiore dell’aumento dell’anidride carbonica, che prevede una crescita massima di 6 gradi centigradi entro il 2100.
C’è qualcosa che si può fare per evitare l’innescarsi del fenomeno? La risposta è semplice e sentita in molte altre occasioni. “E’ assolutamente necessario - afferma Kennedy - rallentare l’aumento della temperatura terrestre".
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