Potrebbe verificarsi entro i prossimi trent'anni
Entro pochi decenni uno tsunami generato da un altro grande terremoto subacqueo potrebbe abbattersi sulle popolose coste di Sumatra: è questa la conclusione a cui è arrivato un gruppo di geologi dell’Università della Southern California e del California Institute of Technology (Caltech) dopo aver elaborato un modello dei processi che hanno portato allo tsunami del 26 dicembre 2004 integrandolo con i dati relativi a campionamenti della situazione geologica della zona e, in particolare, alle tracce lasciate sui fondali da precedenti eventi di questo tipo.
Come riferiscono sul numero odierno dei Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) la faglia che ha causato l’ultimo terremoto, si estende molto più a sud, fino in prossimità delle coste di Sumatra. Alla sua rottura all’altezza delle isole Mentawai vanno imputati i due terremoti e tsunami che si verificarono nel 1797 e nel 1833, e che sembrano seguire un ciclo di circa 230 anni. Se l’evento si ripetesse, l’esperienza insegna che sarebbero particolarmente a rischio le città di Bengkalu e di Padang: "La popolazione di Bengkalu nel 1797 e nel 1833 era di poche migliaia di persone – ha osservato Kerry Sieh, uno degli autori della ricerca – ma ora conta circa 80.000 abitanti, e buona parte di essi vive a pochi metri dal mare. Noi speriamo che questi risultati preliminari servano da stimolo per attività di protezione civile e per cambiamenti nelle infrastrutture di città e villaggi posti sulle coste di Sumatra”. Interventi che dovrebbero avere carattere di urgenza dato che, secondo il modello previsionale dei geologi statunitensi, appare plausibile, pur con tutte le incertezze del caso, che l’evento possa verificarsi entro i prossimi trent’anni.
Entro pochi decenni uno tsunami generato da un altro grande terremoto subacqueo potrebbe abbattersi sulle popolose coste di Sumatra: è questa la conclusione a cui è arrivato un gruppo di geologi dell’Università della Southern California e del California Institute of Technology (Caltech) dopo aver elaborato un modello dei processi che hanno portato allo tsunami del 26 dicembre 2004 integrandolo con i dati relativi a campionamenti della situazione geologica della zona e, in particolare, alle tracce lasciate sui fondali da precedenti eventi di questo tipo.
Come riferiscono sul numero odierno dei Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) la faglia che ha causato l’ultimo terremoto, si estende molto più a sud, fino in prossimità delle coste di Sumatra. Alla sua rottura all’altezza delle isole Mentawai vanno imputati i due terremoti e tsunami che si verificarono nel 1797 e nel 1833, e che sembrano seguire un ciclo di circa 230 anni. Se l’evento si ripetesse, l’esperienza insegna che sarebbero particolarmente a rischio le città di Bengkalu e di Padang: "La popolazione di Bengkalu nel 1797 e nel 1833 era di poche migliaia di persone – ha osservato Kerry Sieh, uno degli autori della ricerca – ma ora conta circa 80.000 abitanti, e buona parte di essi vive a pochi metri dal mare. Noi speriamo che questi risultati preliminari servano da stimolo per attività di protezione civile e per cambiamenti nelle infrastrutture di città e villaggi posti sulle coste di Sumatra”. Interventi che dovrebbero avere carattere di urgenza dato che, secondo il modello previsionale dei geologi statunitensi, appare plausibile, pur con tutte le incertezze del caso, che l’evento possa verificarsi entro i prossimi trent’anni.
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