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Il Sudok di Franklin

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    LONDRA - Fu uno degli autori della dichiarazione d'indipendenza americana, inventò il parafulmine e un sacco di altre cose, è passato alla storia come uno dei padri fondatori e una delle menti più brillanti degli Stati Uniti.

    Ora, mentre si festeggia il trecentenario della sua nascita, salta fuori dagli archivi di Londra, dove visse per anni, uno dei più funambolici esercizi mentali di Benjamin Franklin. La British Library ha ritrovato fra le sue carte il puzzle con cui Franklin si divertì a confondere i grandi matematici inglesi del suo tempo: un magic box, ovvero un quadrato magico, diviso in tante caselle, ciascuna con un numero, in cui sommando i numeri di ogni colonna orizzontale, o di ogni colonna verticale o di tutte le linee diagonali a forma di freccia si ottiene sempre lo stesso risultato: 2056.

    "Il mio giochetto ha suscitato un bel po' di grattacapi tra i cervelloni di qui", scrisse Franklin nel 1760 al suo amico John Winthrop, docente di matematica all'università americana di Harvard. "Ho chiesto se volevano che gli spiegassi come ho fatto, ma i miei colleghi inglesi hanno gentilmente respinto l'offerta, ripromettendosi di studiare per bene il quadrato magico e trovare la soluzione da soli".

    La sfida a trovare la soluzione è stata ripresa ieri dal Times di Londra, che ha pubblicato il magic box a pagina 3, chiedendo ai suoi lettori di mettersi alla prova: un certo numero di caselle, nell'enigma proposto dal quotidiano londinese, sono in bianco e tocca dunque ai lettori riempirle.

    "E' una specie di Sudoku di due secoli e mezzo fa", scrive il giornale della capitale britannica, alludendo al gioco, anch'esso a base di quadrati, colonne e numeri che devono dare il medesimo risultato, ideato qualche anno fa in America, diventato di moda in Giappone, da dove ha infine conquistato mezzo mondo (Italia compresa) diventando una mania collettiva. Il Times, che rinvia i lettori rinunciatari a un'altra pagina per trovare la soluzione, avverte però che il quadrato magico di Benjamin Franklin non si risolve con la medesima tecnica del Sudoku: non basta la logica, servono anche cognizioni aritmetiche, capacità di individuare le costanti e furbizia per non cadere nei tranelli dell'ovvietà.

    Per semplificare le cose, il quotidiano ha colorato le diagonali a forma di freccia che puntano verso l'alto: ma anche tutte le altre diagonali a forma di freccia, puntate in altre direzioni, che si possono formare nel quadrato, danno il risultato di 2056.

    L'invenzione del magic box risale a molti secoli prima che vi si appassionasse uno dei padri fondatori dell'America: documenti di 3 mila anni fa dimostrano che i primi a creare questo genere di esercizio mentale e matematico furono i cinesi, che però facevano venire lo stesso risultato soltanto nelle colonne orizzontali, verticali e nelle due diagonali del quadrato. È insomma un'antica tradizione, che può confortare chi gioca al Sudoku di oggi: "Se qualcuno vi prende in giro perché vi divertite a mettere in colonna dei numeretti - commenta il Times - ora potete dirgli che anche Benjamin Franklin passava così il suo tempo".

    Articolo originale - Repubblica.it
    Ultima modifica di Vergilius; 27-05-2006, 03:14.
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