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Una nuova procedura chirurgica permette di eliminare la tiroide minimizzando i rischi di alterazione della voce e con una cicatrice ridotta da cinque a due centimetri: sono questi i vantaggi della Mivat (Minimally invasive video assisted throidectomy), la nuova procedura messa a punto all'università di Pisa dal Diipartimento di chirurgia generale diretto dal professor Paolo Miccoli.
La tecnica, è stata descritta in una pubblicazione sulla rivista scientifica Surgery, ma è già impiegata da alcuni anni nel capoluogo toscano, per un totale di 200 interventi eseguiti all'anno. L'operazione dura circa 40 minuti e si può eseguire in anestesia locale. Il paziente di solito viene dimesso dopo 24 ore. Rispetto all’intervento tradizionale offre, oltre al miglior risultato estetico ed alla maggiore sicurezza di non ledere il nervo che garantisce la motilità delle corde vocali, anche minor dolore e un minor trauma sui tessuti del collo dato che si risparmia la lunga incisione. Da questo derivano anche alcuni vantaggi pratici, tra cui la possibilità di farsi subito la doccia o mangiare, dato che non vengono apposti punti di sutura.
"Attraverso un'incisione di 15-20 millimetri alla base del collo, circa 4 volte inferiore rispetto a quella dell'intervento tradizionale – spiega il professor Miccoli - si introducono gli strumenti operatori e una telecamera a fibre ottiche di cinque millimetri di diametro. Ciò consente di condurre l'operazione attraverso un'incisione estremamente ridotta e di visualizzare al meglio le strutture anatomiche come i nervi ricorrenti, responsabili della motilità delle corde vocali, e le paratiroidi, che regolano il metabolismo del calcio, rendendo quindi più sicuro l'intervento".
Il timbro di voce ha maggiore probabilità di rimanere inalterato anche grazie all'utilizzo del bisturi ad ultrasuoni. La bassa dispersione di calore di questo strumento elimina i possibili danni al nervo ricorrente e riduce l'infiammazione sui tessuti del collo. La Mivat può essere eseguita, in caso di gozzo, quando il volume tiroideo sia inferiore ai 25 ml ed in caso di nodulo tiroideo singolo (di natura benigna o maligna) quando la dimensione non sia superiore ai 3 cm di diametro. E’ particolarmente indicata per donne in gravidanza e persone affette da patologie cardiache e respiratorie. Oltre a Pisa, l'intervento viene eseguito anche a Roma, presso il policlinico Gemelli, a Torino presso l'ospedale Umberto I, al policlinico universitario di Padova e all'ospedale Morgagni-Pierantoni di Forli'. In Italia, conclude la nota, ci sono 7 milioni di malati, e il tumore alla tiroide colpisce ogni anno 9000 persone, soprattutto le donne tra 25 e 50 anni.
La tecnica, è stata descritta in una pubblicazione sulla rivista scientifica Surgery, ma è già impiegata da alcuni anni nel capoluogo toscano, per un totale di 200 interventi eseguiti all'anno. L'operazione dura circa 40 minuti e si può eseguire in anestesia locale. Il paziente di solito viene dimesso dopo 24 ore. Rispetto all’intervento tradizionale offre, oltre al miglior risultato estetico ed alla maggiore sicurezza di non ledere il nervo che garantisce la motilità delle corde vocali, anche minor dolore e un minor trauma sui tessuti del collo dato che si risparmia la lunga incisione. Da questo derivano anche alcuni vantaggi pratici, tra cui la possibilità di farsi subito la doccia o mangiare, dato che non vengono apposti punti di sutura.
"Attraverso un'incisione di 15-20 millimetri alla base del collo, circa 4 volte inferiore rispetto a quella dell'intervento tradizionale – spiega il professor Miccoli - si introducono gli strumenti operatori e una telecamera a fibre ottiche di cinque millimetri di diametro. Ciò consente di condurre l'operazione attraverso un'incisione estremamente ridotta e di visualizzare al meglio le strutture anatomiche come i nervi ricorrenti, responsabili della motilità delle corde vocali, e le paratiroidi, che regolano il metabolismo del calcio, rendendo quindi più sicuro l'intervento".
Il timbro di voce ha maggiore probabilità di rimanere inalterato anche grazie all'utilizzo del bisturi ad ultrasuoni. La bassa dispersione di calore di questo strumento elimina i possibili danni al nervo ricorrente e riduce l'infiammazione sui tessuti del collo. La Mivat può essere eseguita, in caso di gozzo, quando il volume tiroideo sia inferiore ai 25 ml ed in caso di nodulo tiroideo singolo (di natura benigna o maligna) quando la dimensione non sia superiore ai 3 cm di diametro. E’ particolarmente indicata per donne in gravidanza e persone affette da patologie cardiache e respiratorie. Oltre a Pisa, l'intervento viene eseguito anche a Roma, presso il policlinico Gemelli, a Torino presso l'ospedale Umberto I, al policlinico universitario di Padova e all'ospedale Morgagni-Pierantoni di Forli'. In Italia, conclude la nota, ci sono 7 milioni di malati, e il tumore alla tiroide colpisce ogni anno 9000 persone, soprattutto le donne tra 25 e 50 anni.