Cellule staminali: scoperta una nuova funzione
Milano, 13 Luglio 2005
Uno studio del San Raffaele ha mostrato una nuova funzione delle cellule staminali neurali adulte: in una sperimentazione condotta sui topi i ricercatori hanno osservato che le staminali proteggono il sistema nervoso centrale dai danni dell’infiammazione caratteristica di malattie come sclerosi multipla, tumori cerebrali, traumi midollari e ictus, agendo come potenti “farmaci” naturali che bloccano l’infiammazione.
La ricerca dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele e dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, condotta sotto la direzione di Gianvito Martino e realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona, verrà pubblicata su Nature, la più autorevole testata scientifica del mondo.
Lo studio, condotto su topi affetti da una forma particolare di sclerosi multipla, chiamata recidivante-remittente, ha dimostrato come le cellule staminali neurali “uccidano” le cellule del sangue che causano lo stato infiammatorio e “risparmino” invece le cellule sane presenti nei tessuti nervosi infiammati. Una sorta, quindi, di “farmaco” anti-infiammatorio naturale poiché proviene dallo stesso tipo di organismo dove sarà poi iniettato.
Nella sperimentazione le cellule staminali neurali adulte, senza aver subito alcun tipo di manipolazione precedente in vitro, sono state trapiantate nei topi attraverso una semplice iniezione endovenosa. Arrivate nel corpo dell’ospite le cellule staminali neurali non solo non si sono disperse ma hanno trovato naturalmente la strada, attraverso la circolazione sanguigna, verso le aree del cervello e del midollo spinale infiammate, anche se numerose e lontane tra loro.
Una migrazione selettiva spiegata dal fatto che le cellule staminali neurali presentano sulla loro superficie delle molecole, chiamate “molecole di adesione” e “recettori per chemiochine”, che svolgono una funzione paragonabile a quella del velcro utilizzato nei vestiti. Le cellule infiammatorie, infatti, producono i contro-recettori delle “molecole velcro”, che consentono alle cellule staminali neurali adulte di trovare la strada per raggiungerle e di aderire selettivamente a loro.
Questa migrazione “naturale” permetterebbe, in malattie che riguardano contemporaneamente più zone del cervello e del midollo spinale, di superare il problema, che si è finora sempre manifestato nei trapianti di cellule staminali, di raggiungere tutte le diverse zone interessate.
Arrivate in queste particolari aree le cellule staminali hanno “provocato la morte” delle cellule infiammatorie e non delle cellule sane presenti. Le cellule staminali neurali rispondono, infatti, a particolari molecole prodotte dalle stesse cellule infiammatorie del sangue e aumentano la produzione di alcune sostanze che producono un segnale che induce le cellule infiammatorie a morire. Risultato di questo meccanismo: il tessuto nervoso viene preservato dal danno e le manifestazioni della malattia risultano significativamente attenuate.
Tratto dal sito internet dell'Istituto Scientifico Universitario San Raffale.
Ho tagliato le parti più noiose, ma credo che quelle riportate in alto siano davvero interessanti. Dimostrano un passo importante svolto nella ricerca da una equipe di scienziati italiani.
Voi cosa ne pensate?
Milano, 13 Luglio 2005
Uno studio del San Raffaele ha mostrato una nuova funzione delle cellule staminali neurali adulte: in una sperimentazione condotta sui topi i ricercatori hanno osservato che le staminali proteggono il sistema nervoso centrale dai danni dell’infiammazione caratteristica di malattie come sclerosi multipla, tumori cerebrali, traumi midollari e ictus, agendo come potenti “farmaci” naturali che bloccano l’infiammazione.
La ricerca dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele e dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, condotta sotto la direzione di Gianvito Martino e realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona, verrà pubblicata su Nature, la più autorevole testata scientifica del mondo.
Lo studio, condotto su topi affetti da una forma particolare di sclerosi multipla, chiamata recidivante-remittente, ha dimostrato come le cellule staminali neurali “uccidano” le cellule del sangue che causano lo stato infiammatorio e “risparmino” invece le cellule sane presenti nei tessuti nervosi infiammati. Una sorta, quindi, di “farmaco” anti-infiammatorio naturale poiché proviene dallo stesso tipo di organismo dove sarà poi iniettato.
Nella sperimentazione le cellule staminali neurali adulte, senza aver subito alcun tipo di manipolazione precedente in vitro, sono state trapiantate nei topi attraverso una semplice iniezione endovenosa. Arrivate nel corpo dell’ospite le cellule staminali neurali non solo non si sono disperse ma hanno trovato naturalmente la strada, attraverso la circolazione sanguigna, verso le aree del cervello e del midollo spinale infiammate, anche se numerose e lontane tra loro.
Una migrazione selettiva spiegata dal fatto che le cellule staminali neurali presentano sulla loro superficie delle molecole, chiamate “molecole di adesione” e “recettori per chemiochine”, che svolgono una funzione paragonabile a quella del velcro utilizzato nei vestiti. Le cellule infiammatorie, infatti, producono i contro-recettori delle “molecole velcro”, che consentono alle cellule staminali neurali adulte di trovare la strada per raggiungerle e di aderire selettivamente a loro.
Questa migrazione “naturale” permetterebbe, in malattie che riguardano contemporaneamente più zone del cervello e del midollo spinale, di superare il problema, che si è finora sempre manifestato nei trapianti di cellule staminali, di raggiungere tutte le diverse zone interessate.
Arrivate in queste particolari aree le cellule staminali hanno “provocato la morte” delle cellule infiammatorie e non delle cellule sane presenti. Le cellule staminali neurali rispondono, infatti, a particolari molecole prodotte dalle stesse cellule infiammatorie del sangue e aumentano la produzione di alcune sostanze che producono un segnale che induce le cellule infiammatorie a morire. Risultato di questo meccanismo: il tessuto nervoso viene preservato dal danno e le manifestazioni della malattia risultano significativamente attenuate.
Tratto dal sito internet dell'Istituto Scientifico Universitario San Raffale.
Ho tagliato le parti più noiose, ma credo che quelle riportate in alto siano davvero interessanti. Dimostrano un passo importante svolto nella ricerca da una equipe di scienziati italiani.
Voi cosa ne pensate?