L'infertilità rischia di essere il male che affliggerà l'Occidente nei prossimi anni. Fare figli sarà sempre più difficile. Tra dieci anni, una coppia su tre potrebbe essere sterile o comunque dovrà ricorrere a tecniche di fecondazione assistita.
E' questo l'allarme lanciato da un congresso di esperti della riproduzione, riuniti a Copenhagen. "Una bomba ad orologeria per l'Europa", l'ha definita Bill Ledger, scienziato inglese e direttore di una clinica che cura l'infertilità. Ledger ha pubblicato una ricerca sull'andamento demografico nel 2015. Le sue conclusioni sono nette: meno coppie in grado di procreare, meno figli, un Continente sempre più vecchio e il rischio di un'emergenza per i sistemi sanitari nazionali. Il declino della fertilità è il risultato di un insieme di fattori. Secondo lo scienziato, la causa non è soltanto da attribuire alla scelta delle donne di fare figli oltre i 35 anni, l'età in cui la fertilità comincia a diminuire. Il sistema riproduttivo femminile - spiega la ricerca inglese - è più esposto alle infezioni sessuali e ai danni provocati dall'obesità. Le giovani generazioni soffrono di maggiori problemi di sovrappeso.
I medici italiani presenti a Copenhagen hanno ascoltato i risultati della ricerca inglese con rabbia e frustrazione. La legge 40 è stata oggetto di discussioni e quasi di dileggio da parte dei colleghi stranieri. "Gli italiani hanno usato i piedi invece che la testa", ha detto Guido Pennings, esperto di bioetica all'università di Ghent, in Belgio. La legge italiana, tra le più restrittive d'Europa, ha già cominciato a sortire i primi effetti. "L'obbligo di trasferire tutti gli embrioni, senza alcuna selezione ha ridotto le chances di gravidanze", ha raccontato Laura Rienzi, dell'European Hospital. Nella clinica romana il tasso di riuscita delle terapie è sceso dal 38,7% del periodo prima della legge, all'attuale 30,2%. Secondo Filippo Ubaldi, un altro esperto, "il calo sarà ancora più evidente nel lungo periodo per il divieto di congelare gli embrioni". Inoltre, l'obbligo di impiantare tre embrioni alla volta provocherebbe più rischi. Una ricerca effettuata in Belgio ha evidenziato che gli embrioni impianti singolarmente avrebbero minori probabilità di nascere prematuri e sarebbero più sani.
"Siamo vittime della dittatura della Chiesa cattolica", è stato il commento di Monica Cattoli, del centro bolognese. Il malessere per i medici italiani è sempre più forte. Ieri, 110 biologi e medici della riproduzione hanno inviato una lettera a Carlo Azeglio Ciampi. "Sentiamo che il nostro lavoro è divenuto impossibile da svolgere se non tradendo il giuramento di Ippocrate", hanno detto al presidente della Repubblica chiedendo un incontro per esporre le difficoltà quotidiane nell'applicare la legge 40.
La giungla legislativa in Europa ha già creato un turismo riproduttivo sempre più frequentato dagli italiani. Belgio, Spagna e Svizzera sono i paesi dove la procreazione assistita è più facile. Nuovi paesi, come la Romania, il Sudafrica o le isole Barbados, offrono pacchetti-vacanze per le coppie sterili. Una tendenza che gli esperti riuniti a Copenhagen considerano pericolosa: "Sarebbe preferibile - hanno commentato - che l'infertilità fosse considerata come una malattia e affidata ai sistemi sanitari nazionali".
E' questo l'allarme lanciato da un congresso di esperti della riproduzione, riuniti a Copenhagen. "Una bomba ad orologeria per l'Europa", l'ha definita Bill Ledger, scienziato inglese e direttore di una clinica che cura l'infertilità. Ledger ha pubblicato una ricerca sull'andamento demografico nel 2015. Le sue conclusioni sono nette: meno coppie in grado di procreare, meno figli, un Continente sempre più vecchio e il rischio di un'emergenza per i sistemi sanitari nazionali. Il declino della fertilità è il risultato di un insieme di fattori. Secondo lo scienziato, la causa non è soltanto da attribuire alla scelta delle donne di fare figli oltre i 35 anni, l'età in cui la fertilità comincia a diminuire. Il sistema riproduttivo femminile - spiega la ricerca inglese - è più esposto alle infezioni sessuali e ai danni provocati dall'obesità. Le giovani generazioni soffrono di maggiori problemi di sovrappeso.
I medici italiani presenti a Copenhagen hanno ascoltato i risultati della ricerca inglese con rabbia e frustrazione. La legge 40 è stata oggetto di discussioni e quasi di dileggio da parte dei colleghi stranieri. "Gli italiani hanno usato i piedi invece che la testa", ha detto Guido Pennings, esperto di bioetica all'università di Ghent, in Belgio. La legge italiana, tra le più restrittive d'Europa, ha già cominciato a sortire i primi effetti. "L'obbligo di trasferire tutti gli embrioni, senza alcuna selezione ha ridotto le chances di gravidanze", ha raccontato Laura Rienzi, dell'European Hospital. Nella clinica romana il tasso di riuscita delle terapie è sceso dal 38,7% del periodo prima della legge, all'attuale 30,2%. Secondo Filippo Ubaldi, un altro esperto, "il calo sarà ancora più evidente nel lungo periodo per il divieto di congelare gli embrioni". Inoltre, l'obbligo di impiantare tre embrioni alla volta provocherebbe più rischi. Una ricerca effettuata in Belgio ha evidenziato che gli embrioni impianti singolarmente avrebbero minori probabilità di nascere prematuri e sarebbero più sani.
"Siamo vittime della dittatura della Chiesa cattolica", è stato il commento di Monica Cattoli, del centro bolognese. Il malessere per i medici italiani è sempre più forte. Ieri, 110 biologi e medici della riproduzione hanno inviato una lettera a Carlo Azeglio Ciampi. "Sentiamo che il nostro lavoro è divenuto impossibile da svolgere se non tradendo il giuramento di Ippocrate", hanno detto al presidente della Repubblica chiedendo un incontro per esporre le difficoltà quotidiane nell'applicare la legge 40.
La giungla legislativa in Europa ha già creato un turismo riproduttivo sempre più frequentato dagli italiani. Belgio, Spagna e Svizzera sono i paesi dove la procreazione assistita è più facile. Nuovi paesi, come la Romania, il Sudafrica o le isole Barbados, offrono pacchetti-vacanze per le coppie sterili. Una tendenza che gli esperti riuniti a Copenhagen considerano pericolosa: "Sarebbe preferibile - hanno commentato - che l'infertilità fosse considerata come una malattia e affidata ai sistemi sanitari nazionali".
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