Le norme legislative attualmente vigenti impediscono e vietano categoricamente qualunque ricerca medica e bio-medica che coinvolga la clonazione di esseri umani.
C'è chi dice che la Chiesa abbia sempre ostacolato la ricerca in questo senso, altri pensano che invece sia il diffuso senso dell'etica comune ad imporre questi veti, altri ancora ritengono che le precedenti esperienze storiche (armi batteriologiche e bombe atomiche) ci abbiano insegnato che sulla coscienza e buon senso dell'uomo non c'è da fare proprio affidamento. Quali siano i motivi, resta il fatto che il divieto è stato posto.
La clonazione di embioni umani comporterebbe la produzione artificiale in laboratorio di nuovi embrioni (sfruttando il patrimonio genetico proveniente da un solo genitore-donatore o da una coppia) per osservarne lo sviluppo inizialmente "in vitro" (in un campo di coltura cellulare) e poi "in vivo" (impiantando l'uovo fecondato nell'utero di una donna volontaria).
Questo tipo di ricerca, parallelamente alla ricerca sulle cellule staminali, potrebbe dare all'uomo grandi possibilità di scoprire meccanismi direttamente correlati al differenziamento cellulare (ovvero la nascita di tanti tessuti diversi come quello epiteliale o quello connettivo) e alla crescita di un tessuto e di un organo. Alla lunga, queste ricerche potrebbero fornirci non solo informazioni su tutta la biologia molecolare della cellula (di cui conosciamo molto ma ancora solo una frazione di quello che c'è da conoscere), ma potrebbero portarci anche a svilupppare tecnologie oggi ritenute lontante ma che un giorno potrebbero costituire la quotidianità, come la produzione di organi e tessuti in laboratorio da impiantare in paziente che ne necessitano.
Già oggi si riescono a vedere i primi drastici risutati rivoluzionari che ha portato lo sviluppo di una sorta di tessuto epiteliale "in vitro" che si è potuto impiantare in pazienti che ne avevano bisogno (come gravi ustionati). Non sono neanche immaginabili i risvolti che si avrebbero se si riuscisse a portare a termine una ricerca in quella direzione.
E' lecito che l'etica riesca a fermare la ricerca in questo modo?
Sentiamo i vostri pareri...
C'è chi dice che la Chiesa abbia sempre ostacolato la ricerca in questo senso, altri pensano che invece sia il diffuso senso dell'etica comune ad imporre questi veti, altri ancora ritengono che le precedenti esperienze storiche (armi batteriologiche e bombe atomiche) ci abbiano insegnato che sulla coscienza e buon senso dell'uomo non c'è da fare proprio affidamento. Quali siano i motivi, resta il fatto che il divieto è stato posto.
La clonazione di embioni umani comporterebbe la produzione artificiale in laboratorio di nuovi embrioni (sfruttando il patrimonio genetico proveniente da un solo genitore-donatore o da una coppia) per osservarne lo sviluppo inizialmente "in vitro" (in un campo di coltura cellulare) e poi "in vivo" (impiantando l'uovo fecondato nell'utero di una donna volontaria).
Questo tipo di ricerca, parallelamente alla ricerca sulle cellule staminali, potrebbe dare all'uomo grandi possibilità di scoprire meccanismi direttamente correlati al differenziamento cellulare (ovvero la nascita di tanti tessuti diversi come quello epiteliale o quello connettivo) e alla crescita di un tessuto e di un organo. Alla lunga, queste ricerche potrebbero fornirci non solo informazioni su tutta la biologia molecolare della cellula (di cui conosciamo molto ma ancora solo una frazione di quello che c'è da conoscere), ma potrebbero portarci anche a svilupppare tecnologie oggi ritenute lontante ma che un giorno potrebbero costituire la quotidianità, come la produzione di organi e tessuti in laboratorio da impiantare in paziente che ne necessitano.
Già oggi si riescono a vedere i primi drastici risutati rivoluzionari che ha portato lo sviluppo di una sorta di tessuto epiteliale "in vitro" che si è potuto impiantare in pazienti che ne avevano bisogno (come gravi ustionati). Non sono neanche immaginabili i risvolti che si avrebbero se si riuscisse a portare a termine una ricerca in quella direzione.
E' lecito che l'etica riesca a fermare la ricerca in questo modo?
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