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Tumori: Milano, raggi intelligenti

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  • Tumori: Milano, raggi intelligenti

    Al S.Raffaele il primo apparecchio europeo di Tomoterapia (ANSA) - MILANO, 10 MAR

    Un apparecchio per la radioterapia in grado di bombardare le cellule tumorali con la massima precisione, risparmiando i vicini tessuti. E' la 'Tomoterapia', il cui primo esemplare europeo e' installato al San Raffele di Milano. Si tratta di una 'bomba intelligente' contro i tumori, che ruota attorno al paziente e, attraverso una Tac incorporata, adatta la dose di radiazioni alla forma del tumore. I pazienti interessati possono chiedere di partecipare a protocolli sperimentali di cura.

    mi pare che si stiano facendo dei passi avanti, speriamo si proceda spediti.

  • #2
    Esatto, questo nuovo macchinario è stato installato da poche presso il mio centro.
    Si tratta di un nuovo sistema di cura basato sulla metodologia terapeutica del classico acceleratore lineare.
    Esattamente come in un apparecchio per effettuare radiografie, un tubo produce un forte fascio di elettroni con una energia ben precisa.
    Questi elettroni possono venire indirizzati verso il paziente oppure possono essere proiettati verso una lamina che ne causa l'annichilamento e la produzione di fotoni, i quali verranno poi mandati verso il tessuto da irradiare (l'uso di elettroni o fotoni è specifico a seconda del tessuto da trattare e della profondità a cui si trova il tumore).
    L'innovazione consiste inoltre in un particolare sistema di colliamatori metallici mobili, posti nella parte terminale dell'apparecchio, che modificano la forma del fascio adattandolo perfettamente alle dimensioni della zona da trattare.
    La gamma camera, inoltre, ruota intorno al paziente sparando una serie di fasci pulsati (il fascio non è continuo poichè ad ogni cambiamento di posizione è necessario che il collimatore modifichi la sua forma per riadattarsi al tessuto trattato).
    Un sistema di imaging diagnostico, inoltre, serve per monitorare la radioterapia e bersagliare il tumore di cui si è potuta ricavare una precisa immagine tridimensionale.

    Se riesco ad avere delle immagini ve le mostro. Si tratta di apparecchiature all'avanguardia, senza dubbio un passo avanti. Speriamo solo che anche altre strutture ospedaliere riescano ad acquistarne.
    Ultima modifica di Vergilius; 14-03-2005, 15:31.
    In fase di ristrutturazione.
    Mi piace sto verde...

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    • #3
      Fantastico davvero...una speranza per molti ammalati indubbiamnete.....


      speriamo solo non siano 'intelligenti' come le bombe americane =)

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      • #4
        Scusate la curiosita'
        L'apparecchio a cui fate riferimento e' quello con molteplici fasci di fotoni gamma collimati che singolarmente non fanno nulla ma se concentrati assieme raggiungono un'intensita' tale da cauterizzare i tessuti?

        Se e' questo ne avevo gia' sentito parlare. Ha diversi vantaggi tra cui:
        1) poca pericolosita' dei singoli fasci e scarso danneggiamento del tessuto in cui passano. Non e' una cosa trascurabile se si pensa che nella radioterapia convenzionale la zona di pelle attraverso cui passa il fascio si arrossa come un'ustione e in alcuni casi si puo' anche lacerare. Inoltre il danno che provoca nei tessuti sani e' oncogenico.
        2) La zona in cui vengono concetrati i raggi e' molto contenuta (e gli attuali studi in campo ottico per utlizzo fisico e astrofisico mirano ancora a migliorarne le dimensioni) permettendo ti rimuovere masse tumorali piccole e in zone inoperabili per la loro posizione o vicinanza ad organi delicati.
        3) Il simultaneo utilizzo della Tomografia assiale permette un altissimo grado di controllo, anche se a proposito avrei una domanda per SARUMAN che mi sembra ci abbia lavorato o ci abbia lavorato vicino:

        Il tessuto danneggiato dalle radiazioni e' immediatamente visibile con la TAC o si deve fare una successiva TAC con liquido di contrasto?
        Vengono adottati o ci sono studi per adottare liquidi con elevato coefficiente di assorbimento nei gamma che si accumulano nelle zone tumorali per incrementare l'efficacia di questi trattamenti?

        Sono trattamenti da considerarsi " operatori" o post operatori come radio e chemio?

        Grazie e ciao
        Come un orso nell'inverno ....
        Mi appallottolo e dormo.

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        • #5
          Come già accennato prima, si tratta di un acceleratore lineare che focalizza il suo fascio (sia di elettroni che di fotoni) sulla particolare zona da trattare. Senza entrare nello specifico, la radioterapia generalmente prevedeva una zona di applicazione del fascio abbastanza ampia, per avere la sicurezza di colpire esattamente la zona desiderata, tenendo conto degli errori dovuti alla diagnosi approssimativa, all'incapacità di vedere in tempo reale il tumore e agli spostamenti involontari del paziente.
          Quest nuovo apparecchio integra una TAC che consente di osservare direttamente e in loco il tumore, potendo indirizzare meglio il fascio in una zona più circoscritta di tessuto.
          Il tessuto colpito viene ucciso o sterilizzato (cauterizzato non è il termine corretto), poichè i raggi hanno lo scopo di agire sul DNA delle cellule bersaglio nella fase di mitosi (la fase in cui i cromosomi sono condensati e non protetti dalla carioteca), danneggiandolo irreparabilmente e destinando la cellula alla morte (tenendo però anche conto della riparazione che tenta la cellula, i fattori sono molti e non si possono spiegare in due righe).
          Un esempio di apparecchio radioterapico è questo:

          E questo è un esempio dell'immagine ottenibile da un'analisi tomografica:

          Risulta evidente come questo tipo di analisi diagnostica consenta di restringere ulteriormente il fascio.

          Riguardo alle domande rivolte da Jaren, precisando che non ho mai lavorato con questo strumento anche perchè è arrivato nel nostro centro da pochi giorni ed oltretutto non mi è consentito utilizzarlo, rispondo in questo modo, ben felice di vedere tanto interesse.
          Il tessuto "danneggiato" non è visibile dalla TAC perchè tutta la zona colpita dal fascio si presume che venga danneggiata (e lo si spera). Si spera però anche che le cellule sane colpite siano in numero esiguo e che queste riescano a ripararsi completamente nella fase di "riposo" che segue ogni trattamento radioterapico.
          Non vengono, generalmente, effettuati studi contrastimetrici in fase di radioterapia perchè una TAC, essendo un metodo di analisi tomografico e non volumetrico, bypassa il problema della scarca attenuazione differenziale del fascio che incontriamo, per esempio, nelle normali radiografie, e ci consente di osservare comunque in modo completo i tessuti oggetto d'esame (questo detto per i più esperti). In pratica, tagliando il paziente "a fette", la TAC non necessita di liquidi di contrasto perchè i vari gradienti e tutte le tecniche utilizzate per ottenere questo tipo di immagini ci consentono di ottenere buoni risultati anche senza l'uso di mezzi di contrasto.
          La radioterapia è una tecnica terapeutica da considerarsi parallela ma non sostituibile a quella chirurgica (sono due cose differenti e vengono utilizzate entrambe ma in casi diversi). Non vedo, perciò, la necessità di "incasellarle" sotto una precisa etichetta che, in ogni caso, sarebbe poco pertinente.
          Detto questo, credo di avere esaurito tutti i dubbi; ve ne fossero altri, tutti invitati a farsi avanti (o a contribuire colle loro conoscenze o esperienze, ovviamente!).
          In fase di ristrutturazione.
          Mi piace sto verde...

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          • #6
            Ok abbiamo appurato che la macchina a cui mi riferivo io e' un altra.
            Quella in particolare, come gia' accennato, utilizza una ventina di sorgenti gamma differenti montate su un cilindro attorno al paziente. Nel punto di iintersezione di questi fasci l'energia e' molto elevata tanto da uccidere e sterilizzare tutto!!!
            Il volume "attivo" dell'intersezione dei fasci e' inferiore al cc, ed ere per questo che avevo dubbi sull' utilizzo in ambito radioterapico (che come hai detto te e' riferito alla "pulizia" e sterilizzazione) dell volume circostatnte una regione tumorale.

            A riguardo della TAC la mia domanda era fondata su un'esperienza personale. Mia madre ha avuto l'estate scorsa un piccolo ictus. Ma la FAVA non ci ha detto nulla e quando l'abbiamo spedita all'ospedale a calci con la TAC hanno visto solo la regione ischemica conseguente.
            A complicare la cosa c'era il fatto che mia madre aveva avuto un tumore al seno qualche anno prima e quindi i medici non potevano escludere, non avendo visto l'evoluzione della zona ischemica, che fosse una metastasi.
            Hanno quindi deciso di fare un'altra TAC con liquido di contraso.
            Cosa cambia?
            Che valore aggiunto da in questo caso?
            Serve per vedere l'irrorazione della e attorno alla zona ischemica?
            Come un orso nell'inverno ....
            Mi appallottolo e dormo.

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