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-Inquinamento- In Thailandia dove la cremazione inquina l'aria.

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  • -Inquinamento- In Thailandia dove la cremazione inquina l'aria.

    Anche in Thailandia l’inquinamento dell’aria preoccupa il governo. Il Ministro dell’ambiente e delle risorse naturali, Suwit Khunkitti ha lanciato un allarme al Paese sulle eccessive emissioni di inquinanti tossici, responsabili di numerose patologie, cancro compreso.



    Ogni giorno l’aria di Bangkok diventa sempre più tossica. La causa? Questa volta la colpa non è solo delle industrie, ma di una pratica religiosa millenaria: la cremazione. Negli oltre 500 templi buddisti della capitale e dei dintorni, dove vengono cremati i defunti, si lavora a pieno ritmo. In una recente indagine sulle strutture adibite a questa pratica, i dati sono chiari: i tassi di inquinanti sforano il tetto consentito. Un esempio. La diossina e il furano emessi sono, rispettivamente, di 1,72 e 1,79 nanogrammi, la quantità è di venti volte superiore allo 0,1 stabilito da norme internazionali.
    In misura minore, nella lista nera compaiono anche monossido di carbonio, ossido di nitrogeno, diossido solforico e mercurio. Se i numeri sono inquietanti, trovare una soluzione è tutt’altro che semplice. Dei 400.000 morti registrati annualmente in Thailandia tutti vengono solitamente cremati, perché, costa molto meno di un posto al cimitero. E 400.000 roghi ogni anno vanno a gonfiare inevitabilmente il livello di sostanze tossiche nell’atmosfera. Una possibile soluzione consisterebbe nel “mettere a norma” i forni crematori dei templi buddisti, ma il governo teme che una simile iniziativa renda troppo alto il costo della cremazione, soprattutto tra la popolazione povera. Creare dei crematori pubblici con i finanziamenti statali: ecco una soluzione rispettosa della tradizione religiosa e al contempo dell’ambiente. Una via praticabile se non fosse che i riti funerari e i roghi umani si svolgono all’interno dei templi da tempo immemore. Per cambiare questa tradizione non sarà sufficiente la campagna di informazione pensata dal Ministero dell’ambiente per sensibilizzare i thailandesi sulle loro responsabilità da morti.
    Raffaele Lepore
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