09.06.2004
Alcune capacità cognitive del cervello rimangono perfettamente funzionanti anche nei pazienti che soffrono del morbo di Alzheimer. La corteccia frontale mantiene una certa funzionalità.
I pazienti che soffrono del morbo di Alzheimer rimangono capaci di una specifica forma di memoria usata per l'apprendimento meccanico delle cose, anche se i loro ricordi di cose e persone vengono cancellati. La sorprendente scoperta, fatta da ricercatori dell'Howard Hughes Medical Institute, suggerisce nuove strategie in grado di migliorare l'addestramento e i programmi riabilitativi per conservare le funzioni cognitivi dei pazienti di Alzheimer e anche degli anziani sani.
"Da questo e da altri studi che abbiamo effettuato - spiega il ricercatore Randy L. Buckner - sembrerebbe che nei malati di Alzheimer un certo numero di sistemi cerebrali sia più intatto di quanto si pensasse. I risultati mostrano che, fornendo loro gli stimoli e le istruzioni corrette, si potrebbero aiutare i pazienti a usare in modo ottimale questi sistemi, migliorando così le loro funzioni".
In un articolo pubblicato sul numero del 10 giugno 2004 della rivista "Neuron", Buckner e la collega Cindy Lustig hanno confrontato le capacità di memoria implicita in soggetti giovani, in anziani sani e in pazienti nelle fasi iniziali del morbo di Alzheimer. I ricercatori hanno scoperto che, nonostante la malattia, determinati processi mnemonici che in teoria dipenderebbero dalle regioni cerebrali danneggiate rimangono fondamentalmente intatti.
![](http://www.lescienze.it/sixcms/upload/news/alzheimer.g01.jpg)
Alcune capacità cognitive del cervello rimangono perfettamente funzionanti anche nei pazienti che soffrono del morbo di Alzheimer. La corteccia frontale mantiene una certa funzionalità.
I pazienti che soffrono del morbo di Alzheimer rimangono capaci di una specifica forma di memoria usata per l'apprendimento meccanico delle cose, anche se i loro ricordi di cose e persone vengono cancellati. La sorprendente scoperta, fatta da ricercatori dell'Howard Hughes Medical Institute, suggerisce nuove strategie in grado di migliorare l'addestramento e i programmi riabilitativi per conservare le funzioni cognitivi dei pazienti di Alzheimer e anche degli anziani sani.
"Da questo e da altri studi che abbiamo effettuato - spiega il ricercatore Randy L. Buckner - sembrerebbe che nei malati di Alzheimer un certo numero di sistemi cerebrali sia più intatto di quanto si pensasse. I risultati mostrano che, fornendo loro gli stimoli e le istruzioni corrette, si potrebbero aiutare i pazienti a usare in modo ottimale questi sistemi, migliorando così le loro funzioni".
In un articolo pubblicato sul numero del 10 giugno 2004 della rivista "Neuron", Buckner e la collega Cindy Lustig hanno confrontato le capacità di memoria implicita in soggetti giovani, in anziani sani e in pazienti nelle fasi iniziali del morbo di Alzheimer. I ricercatori hanno scoperto che, nonostante la malattia, determinati processi mnemonici che in teoria dipenderebbero dalle regioni cerebrali danneggiate rimangono fondamentalmente intatti.