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L'effetto a lungo termine è ancora sconosciuto
Minuscoli pezzetti di plastica e fibre create dall'uomo stanno provocando una grave contaminazione degli oceani e delle spiagge. Anche gli strati di sabbia e fango più remoti e apparentemente incontaminati sono ormai composti in parte da questa spazzatura microscopica, disgregata dai rifiuti gettati via. Uno studio pubblicato sulla rivista "Science" è il primo a quantificare l'accumulo di frammenti di plastica nei sedimenti e nella stessa acqua dell'oceano. Non è ancora chiaro quale sia l'effetto a lungo termine di questo tipo di inquinamento.
Un team guidato da ricercatori dell'Università di Plymouth ha raccolto campioni da 17 spiagge ed estuari in Gran Bretagna, analizzando le particelle che non sembravano essere naturali. Gli scienziati hanno scoperto che la maggior parte dei campioni includeva tracce di molti tipi di plastiche o polimeri, compresi nylon, poliestere e acrilico. Hanno inoltre scoperto che quando creature come arenicole e cirripedi si nutrivano dei sedimenti, le plastiche ricomparivano nel loro corpo entro pochi giorni.
Per verificare se questa contaminazione stesse peggiorando, gli scienziati hanno analizzato campioni di plancton prelevati fra la Scozia e l'Islanda sin dagli anni sessanta, scoprendo che nel corso del tempo il contenuto di plastica è aumentato significativamente.
Minuscoli pezzetti di plastica e fibre create dall'uomo stanno provocando una grave contaminazione degli oceani e delle spiagge. Anche gli strati di sabbia e fango più remoti e apparentemente incontaminati sono ormai composti in parte da questa spazzatura microscopica, disgregata dai rifiuti gettati via. Uno studio pubblicato sulla rivista "Science" è il primo a quantificare l'accumulo di frammenti di plastica nei sedimenti e nella stessa acqua dell'oceano. Non è ancora chiaro quale sia l'effetto a lungo termine di questo tipo di inquinamento.
Un team guidato da ricercatori dell'Università di Plymouth ha raccolto campioni da 17 spiagge ed estuari in Gran Bretagna, analizzando le particelle che non sembravano essere naturali. Gli scienziati hanno scoperto che la maggior parte dei campioni includeva tracce di molti tipi di plastiche o polimeri, compresi nylon, poliestere e acrilico. Hanno inoltre scoperto che quando creature come arenicole e cirripedi si nutrivano dei sedimenti, le plastiche ricomparivano nel loro corpo entro pochi giorni.
Per verificare se questa contaminazione stesse peggiorando, gli scienziati hanno analizzato campioni di plancton prelevati fra la Scozia e l'Islanda sin dagli anni sessanta, scoprendo che nel corso del tempo il contenuto di plastica è aumentato significativamente.