La laterizzazione, la preferenza biologica per una direzione o per l'altra, è una conseguenza delle pressioni sociali e non solo dei processi genetici o evolutivi
Perché i mancini e i destrorsi non sono comuni in ugual maniera? Una nuova ricerca dimostra che la prevalenza di una caratteristica o dell'altra (la cosiddetta laterizzazione) dipende più probabilmente dalle pressioni dovute alla selezione sociale che dai semplici mutamenti evolutivi o genetici. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista "Proceedings of the Royal Society London B".
Da tempo si sa che i due lati del cervello svolgono funzioni differenti: l'emisfero sinistro controlla il linguaggio e quello destro le funzioni visive-spaziali. Gli scienziati hanno stabilito che l'asimmetria del cervello consente di lavorare in modo più efficiente. Una delle conseguenze è la laterizzazione, l'uso preferenziale di un arto o di un occhio, che si trova non solo negli uomini ma nella maggior parte dei vertebrati, pesci compresi. L'unica cosa rimasta ancora senza spiegazione è come mai la proporzione delle due laterizzazioni in una popolazione spesso non è il 50:50 random che ci si aspetterebbe, ma varia dal 90:10 al 65:35 a seconda della specie.
Prendendo come esempio le interazioni predatore/preda, Giorgio Vallortiga dell'Università di Trieste e Stefano Ghirlanda dell'Università di Stoccolma hanno usato la teoria matematica dei giochi per mostrare che "decidere" di avere la stessa direzione di asimmetria di altri individui del gruppo potrebbe essere un vantaggio. Individualmente, le prede che possono scappare più efficacemente in una direzione avrebbero un vantaggio, ma la direzione non conta, e così la proporzione dovrebbe essere 50:50. Tuttavia, in un gruppo, la maggioranza delle prede ottiene protezione rimanendo unita e scappando in un'unica direzione, anche se i predatori possono prevederlo più facilmente. Una minoranza di prede riesce ad ottenere la stessa probabilità di fuga rinunciando alla protezione del gruppo in cambio del vantaggio di fronte ai predatori. Ciò porta a una proporzione di laterizzazione in una popolazione stabile e prevedibile.
Perché i mancini e i destrorsi non sono comuni in ugual maniera? Una nuova ricerca dimostra che la prevalenza di una caratteristica o dell'altra (la cosiddetta laterizzazione) dipende più probabilmente dalle pressioni dovute alla selezione sociale che dai semplici mutamenti evolutivi o genetici. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista "Proceedings of the Royal Society London B".
Da tempo si sa che i due lati del cervello svolgono funzioni differenti: l'emisfero sinistro controlla il linguaggio e quello destro le funzioni visive-spaziali. Gli scienziati hanno stabilito che l'asimmetria del cervello consente di lavorare in modo più efficiente. Una delle conseguenze è la laterizzazione, l'uso preferenziale di un arto o di un occhio, che si trova non solo negli uomini ma nella maggior parte dei vertebrati, pesci compresi. L'unica cosa rimasta ancora senza spiegazione è come mai la proporzione delle due laterizzazioni in una popolazione spesso non è il 50:50 random che ci si aspetterebbe, ma varia dal 90:10 al 65:35 a seconda della specie.
Prendendo come esempio le interazioni predatore/preda, Giorgio Vallortiga dell'Università di Trieste e Stefano Ghirlanda dell'Università di Stoccolma hanno usato la teoria matematica dei giochi per mostrare che "decidere" di avere la stessa direzione di asimmetria di altri individui del gruppo potrebbe essere un vantaggio. Individualmente, le prede che possono scappare più efficacemente in una direzione avrebbero un vantaggio, ma la direzione non conta, e così la proporzione dovrebbe essere 50:50. Tuttavia, in un gruppo, la maggioranza delle prede ottiene protezione rimanendo unita e scappando in un'unica direzione, anche se i predatori possono prevederlo più facilmente. Una minoranza di prede riesce ad ottenere la stessa probabilità di fuga rinunciando alla protezione del gruppo in cambio del vantaggio di fronte ai predatori. Ciò porta a una proporzione di laterizzazione in una popolazione stabile e prevedibile.
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