Osservata per la prima volta una stella sopravvissuta all'esplosione di una supernova di tipo I
Un team di astronomi ha osservato per la prima volta la stella "sopravvissuta" di un doppio sistema stellare che comprende una supernova esplosa.
Le supernove costituiscono alcuni degli eventi più violenti dell'universo. Da molti anni, gli scienziati sanno che le loro esplosioni possano verificarsi non solo in stelle solitarie di grande massa (supernove di tipo II) ma anche in un sistema binario, nel quale una delle stelle attira materia gassosa dalla compagna (supernove di tipo I). Tuttavia, nessuno era stato in grado di osservare una stella compagna di questo tipo: si era anche ipotizzato che la compagna non fosse in grado di sopravvivere all'esplosione.
SN 1993J, la seconda supernova più luminosa scoperta in epoca moderna, è stata osservata il 28 marzo 1993 nella meravigliosa galassia a spirale M81. Grazie a immagini di archivio della galassia riprese prima dell'esplosione, la progenitrice della supernova era stata identificata in una supergigante rossa. Inizialmente piuttosto ordinaria, SN 1993J cominciò a interessare gli astronomi in quanto le sue emissioni sembravano troppo ricche di elio e, anziché diminuire, mostrava un bizzarro incremento di luminosità. Gli astronomi compresero che una normale supergigante rossa non avrebbe potuto dare origine a una supernova così strana. Venne ipotizzato che la stessa orbitasse attorno una compagna che aveva perso i propri strati più esterni appena prima dell'esplosione.
Ora, dieci anni dopo questo evento cataclismatico, Justyn R. Maund dell'Università di Cambridge e colleghi hanno usato l'Advanced Camera for Surveys (ACS) del telescopio spaziale Hubble per studiare i resti di SN 1993J. Gli scienziati hanno scoperto una stella massiva esattamente nella posizione della supernova: si tratta proprio della compagna della progenitrice della supernova.
La scoperta, che rappresenta un trionfo per i modelli teorici, consentirà uno studio dettagliato della fisica stellare che conduce alle esplosioni di supernove. È infatti chiaro che, durante gli ultimi 250 anni prima dell'esplosione, la supergigante rossa ha violentemente strappato dalla compagna una massa di gas pari a dieci volte quella del Sole. Lo studio è stato pubblicato sul numero dell'8 gennaio 2004 della rivista "Nature".
Un team di astronomi ha osservato per la prima volta la stella "sopravvissuta" di un doppio sistema stellare che comprende una supernova esplosa.
Le supernove costituiscono alcuni degli eventi più violenti dell'universo. Da molti anni, gli scienziati sanno che le loro esplosioni possano verificarsi non solo in stelle solitarie di grande massa (supernove di tipo II) ma anche in un sistema binario, nel quale una delle stelle attira materia gassosa dalla compagna (supernove di tipo I). Tuttavia, nessuno era stato in grado di osservare una stella compagna di questo tipo: si era anche ipotizzato che la compagna non fosse in grado di sopravvivere all'esplosione.
SN 1993J, la seconda supernova più luminosa scoperta in epoca moderna, è stata osservata il 28 marzo 1993 nella meravigliosa galassia a spirale M81. Grazie a immagini di archivio della galassia riprese prima dell'esplosione, la progenitrice della supernova era stata identificata in una supergigante rossa. Inizialmente piuttosto ordinaria, SN 1993J cominciò a interessare gli astronomi in quanto le sue emissioni sembravano troppo ricche di elio e, anziché diminuire, mostrava un bizzarro incremento di luminosità. Gli astronomi compresero che una normale supergigante rossa non avrebbe potuto dare origine a una supernova così strana. Venne ipotizzato che la stessa orbitasse attorno una compagna che aveva perso i propri strati più esterni appena prima dell'esplosione.
Ora, dieci anni dopo questo evento cataclismatico, Justyn R. Maund dell'Università di Cambridge e colleghi hanno usato l'Advanced Camera for Surveys (ACS) del telescopio spaziale Hubble per studiare i resti di SN 1993J. Gli scienziati hanno scoperto una stella massiva esattamente nella posizione della supernova: si tratta proprio della compagna della progenitrice della supernova.
La scoperta, che rappresenta un trionfo per i modelli teorici, consentirà uno studio dettagliato della fisica stellare che conduce alle esplosioni di supernove. È infatti chiaro che, durante gli ultimi 250 anni prima dell'esplosione, la supergigante rossa ha violentemente strappato dalla compagna una massa di gas pari a dieci volte quella del Sole. Lo studio è stato pubblicato sul numero dell'8 gennaio 2004 della rivista "Nature".