Apro questo thread con la speranza di poter ampliare un pò le conoscenze musicali a tutta la comunità... ho pensato... "dato che c'è un thread sulle leggende del calcio perchè non aprirne uno sulle leggende della musica?" parto con un artista abbastanza conosciuto per esser stato una leggenda del blues r'nr.. proprio cosi... dicevan che la mano sinstra di Dio si chiamasse Hendrix mentre la mano destra Vaughan.. io voglio parlare un po del secondo iniziando con la sua biografia
SRV – BIOGRAFIA “IN BREVE"
Nato il 3 ottobre 1954 a Dallas, Texas, Stevie Ray Vaughan comincia a suonare la chitarra a otto anni per emulare il suo eroe personale, il fratello maggiore Jimmy Lee. Dopo avere lasciato la scuola, tra il ’69 ed il ’72 (e qui c’è discordanza tra le date indicate dai biografi) si trasferisce ad Austin (sempre in Texas) militando in varie band locali come Blackbirds (attenzione, non la famosa band di cui hanno fatto parte anche Jimmi Paige, Jeff Beck, Eric Clapton… ), Nightcrawlers, Krackerjack, Cobras e Triple Threat. E’ da quest’ultima band che, rimasta senza cantante, Stevie fonda i Double Trouble con il bassista Tommy Shannon ed il batterista Chris Layton. Siamo nel 1981.
La svolta per i tre arriva nell’estate 1982: invitati a partecipare al celeberrimo Montreux Jazz Festival in Svizzera, la sera del 17 luglio il gruppo si esibisce davanti ad una platea che non apprezza il blues elettrico offerto da Stevie ed i suoi, che vengono sonoramente fischiati (per la cronaca, tre anni dopo ritorneranno sullo stesso palco da trionfatori). Destino vuole, però, che in quella platea fossero presenti due personaggi fondamentali che, a differenza di molti altri, il blues di SRV lo gradirono e non poco: questi due personaggi rispondono al nome di David Bowie e Jackson Browne.
Il primo diventò un gancio fondamentale per Stevie, facendolo suonare le parti di chitarra nel suo album “Let’s dance” dello stesso anno; il secondo rimase così colpito dallo stile della band, così energico ma al tempo stesso legato alla tradizione blues, che gli “prestò” (nel senso che non si fece dare un soldo) i propri studi di registrazione per produrre quello che sarebbe stato il primo album in studio dei tre: Texas Flood del 1983.
Il disco ottiene subito grande successo di pubblico e critica, grazie al sound fresco, energico, infuocato, a tratti commovente (come nel caso di “Lenny”, splendida ballata che SRV dedica alla moglie), e porta Stevie ed i suoi ad esibirsi con tutti i loro eroi dell’infanzia: Albert King, Buddy Guy, BB King, Johnny Winter, John Lee Hooker, Eric Clapton…
Un successo di tale portata merita di essere raddoppiato: è quello che accade l’anno successivo con il nuovo lavoro in studio “Couldn’t stand the weather”, album in cui Stevie si esibisce in una versione mozzafiato di “Vodoo Chile”, dimostrando di raccogliere non solo l’eredità dei grandi bluesmen ma anche quella dei grandi del rock come Jimi Hendrix, altro idolo del nostro “Texas Tornado”. Dello stesso anno è anche il memorabile concerto alla Carnegie Hall di New York City, dal quale sarà tratto un album dal vivo che presenta, tra l’altro, una stupenda versione di “Things that I used to do” eseguita con il fratello Jimmy.
Nel 1985 si aggiunge ai Double Trouble il tastierista Reese Wynans, che partecipa alla lavorazione dell’album “Soul to Soul” (uscito nel medesimo anno), album che presenta un sound più maturo e completo proprio grazie all’apporto offerto da Wynans. Perle dell’album sono lo slow blues in tonalità minore “Ain’t gone ‘n give up on love”, la scatenata “Come on part III” e la struggente ballata “Life without you” che, con il solo finale, si presta ad un’esecuzione che dal vivo supererà spesso i dieci minuti di durata.
Siamo al 1986, altro spartiacque per la carriera e la vita di SRV ed i suoi. Viene pubblicato l’eloquente “Live Alive”, album spettacolare che riassume tutta l’attitudine del gruppo a suonare di fronte al pubblico, ma soprattutto è l’anno in cui Stevie, preda del protratto abuso di alcolici e sostanze stupefacenti, collassa rischiando la vita. Anche qui non c’è accordo tra i biografi (alcuni riconducono il fatto ad inizio ottobre a Londra, altri lo datano 28 settembre a Ludwigshafen, Germania). Fatto sta che, anche grazie all’aiuto della moglie Lenny, dei familiari e dei ragazzi della band, SRV decide di passare un periodo in una clinica di disintossicazione dalla quale uscirà “pulito”, così come rimarrà fino al suo ultimo giorno.
Vaughan e i Double Trouble si rimettono “in pista”; questa volta grazie all’aiuto di Eric Clapton, a partire dal 1988 ritornano on the road per una serie di concerti. Di lì a poco, precisamente nei primi mesi del 1989, uscirà quello che purtroppo si rivelerà essere l’ultimo album in studio della band, intitolato “In step”. Il disco è eccezionale (e infatti gli vale un Grammy Award per la categoria "Best Contemporary Blues Recording”, da affiancare agli innumerevoli altri premi conquistati nel corso degli anni), vario, completo, maturo e con un sound che riflette il nuovo lifestyle di Stevie: più diretto, sincero e “lucido”; un capolavoro formato da un giusto mix tra R’nR (“The house is rockin’”, “Let me love you baby”), Rithm’n Blues (“Crossfrie”, “Tightrope”), e Chicago Blues (“Leave my girl alone”), con incursioni nel mondo del jazz (“Rviera paradise”).
Stevie Ray Vaughan ed i Double Trouble sono nuovamente sulla cresta dell’onda, i progetti sono molti e le cose sembrano girare per il verso giusto; la vita on the road prosegue, nel frattempo i fratelli Vaughan registrano un album insieme, “Family Style”, la cui uscita è prevista per il mese di settembre 1990.
Anche in questo caso, però, il destino è in agguato: se il 17 luglio del 1982 a Montreux è stato benevolo, lo stesso non si può dire della notte del 27 agosto 1990.
Stevie ha appena concluso l’esibizione di quella sera con una fantastica jam session che ha visto protagonisti, tra gli altri, Robert Cray, Eric Clapton, Buddy Guy e proprio i fratelli Vaughan. Per il ritorno a casa Stevie viaggerà in elicottero… purtroppo quell’elicottero non arriverà mai a destinazione, schiantandosi ad Alpine Valley, Wisconsin.
Tutto il mondo del rock e del blues piange Stevie Ray Vaughan, e quanti lo conobbero lo piangono prima per la scomparsa dell’uomo che del musicista… ecco alcune frasi a proposito.
Buddy Guy:
"Stevie è il migliore amico che abbia mai avuto, il migliore chitarrista che abbia mai sentito, e la migliore persona che chiunque voglia conoscere. Mancherà molto"
Bonnie Raitt:
"Per me Stevie Ray era il migliore chitarrista blues. Per fuoco e passione e pienezza d'animo, era intoccabile. Ci spaventava, ma era modesto e grazioso come amico, non era presuntuoso sul suo modo di suonare "
John Lee Hooker:
"La prima volta che ci incontrammo fu ad Austin, Texas da Antone's, ed era con suo fratello Jimmie. Era quindici o venti anni fa, e sapeva già suonare spaventosamente. E dissi 'Un giorno questo ragazzo farà tremare il mondo intero.' Ed era una delle persone più simpatiche. Non potevi fare a meno di amarlo.”
"Non piango mai, ma ieri quando ho saputo della morte di Stevie, mi sono seduto sul mio letto e ho pianto come un bambino.”
( Frasi tratte dal sito Stevie Ray Vaughan )
in conclusione L’eredità che ha lasciato Stevie Ray Vaughan al mondo della musica, da allora, è così grande e al tempo stesso impercettibile: questo perché gli elementi che SRV ha fatto suoi erano già presenti prima di lui, non ha “inventato” un nuovo genere, e contemporaneamente ha esaltato all’inverosimile gli stessi tradizionali elementi della musica blues e del R’nR.
ps: pregherei di non sporcare con flammate o spammate questo thread anzi contribuite a metter qualcosa anche voi su altre leggende musicali!
aggiungo qualche pezzo carino del repertorio :
Leave leave my little girl alone
Rude Mood
Pride and joy
Scuttle buttin'
e questa che penso sia la migliore
texas flood
SRV – BIOGRAFIA “IN BREVE"
Nato il 3 ottobre 1954 a Dallas, Texas, Stevie Ray Vaughan comincia a suonare la chitarra a otto anni per emulare il suo eroe personale, il fratello maggiore Jimmy Lee. Dopo avere lasciato la scuola, tra il ’69 ed il ’72 (e qui c’è discordanza tra le date indicate dai biografi) si trasferisce ad Austin (sempre in Texas) militando in varie band locali come Blackbirds (attenzione, non la famosa band di cui hanno fatto parte anche Jimmi Paige, Jeff Beck, Eric Clapton… ), Nightcrawlers, Krackerjack, Cobras e Triple Threat. E’ da quest’ultima band che, rimasta senza cantante, Stevie fonda i Double Trouble con il bassista Tommy Shannon ed il batterista Chris Layton. Siamo nel 1981.
La svolta per i tre arriva nell’estate 1982: invitati a partecipare al celeberrimo Montreux Jazz Festival in Svizzera, la sera del 17 luglio il gruppo si esibisce davanti ad una platea che non apprezza il blues elettrico offerto da Stevie ed i suoi, che vengono sonoramente fischiati (per la cronaca, tre anni dopo ritorneranno sullo stesso palco da trionfatori). Destino vuole, però, che in quella platea fossero presenti due personaggi fondamentali che, a differenza di molti altri, il blues di SRV lo gradirono e non poco: questi due personaggi rispondono al nome di David Bowie e Jackson Browne.
Il primo diventò un gancio fondamentale per Stevie, facendolo suonare le parti di chitarra nel suo album “Let’s dance” dello stesso anno; il secondo rimase così colpito dallo stile della band, così energico ma al tempo stesso legato alla tradizione blues, che gli “prestò” (nel senso che non si fece dare un soldo) i propri studi di registrazione per produrre quello che sarebbe stato il primo album in studio dei tre: Texas Flood del 1983.
Il disco ottiene subito grande successo di pubblico e critica, grazie al sound fresco, energico, infuocato, a tratti commovente (come nel caso di “Lenny”, splendida ballata che SRV dedica alla moglie), e porta Stevie ed i suoi ad esibirsi con tutti i loro eroi dell’infanzia: Albert King, Buddy Guy, BB King, Johnny Winter, John Lee Hooker, Eric Clapton…
Un successo di tale portata merita di essere raddoppiato: è quello che accade l’anno successivo con il nuovo lavoro in studio “Couldn’t stand the weather”, album in cui Stevie si esibisce in una versione mozzafiato di “Vodoo Chile”, dimostrando di raccogliere non solo l’eredità dei grandi bluesmen ma anche quella dei grandi del rock come Jimi Hendrix, altro idolo del nostro “Texas Tornado”. Dello stesso anno è anche il memorabile concerto alla Carnegie Hall di New York City, dal quale sarà tratto un album dal vivo che presenta, tra l’altro, una stupenda versione di “Things that I used to do” eseguita con il fratello Jimmy.
Nel 1985 si aggiunge ai Double Trouble il tastierista Reese Wynans, che partecipa alla lavorazione dell’album “Soul to Soul” (uscito nel medesimo anno), album che presenta un sound più maturo e completo proprio grazie all’apporto offerto da Wynans. Perle dell’album sono lo slow blues in tonalità minore “Ain’t gone ‘n give up on love”, la scatenata “Come on part III” e la struggente ballata “Life without you” che, con il solo finale, si presta ad un’esecuzione che dal vivo supererà spesso i dieci minuti di durata.
Siamo al 1986, altro spartiacque per la carriera e la vita di SRV ed i suoi. Viene pubblicato l’eloquente “Live Alive”, album spettacolare che riassume tutta l’attitudine del gruppo a suonare di fronte al pubblico, ma soprattutto è l’anno in cui Stevie, preda del protratto abuso di alcolici e sostanze stupefacenti, collassa rischiando la vita. Anche qui non c’è accordo tra i biografi (alcuni riconducono il fatto ad inizio ottobre a Londra, altri lo datano 28 settembre a Ludwigshafen, Germania). Fatto sta che, anche grazie all’aiuto della moglie Lenny, dei familiari e dei ragazzi della band, SRV decide di passare un periodo in una clinica di disintossicazione dalla quale uscirà “pulito”, così come rimarrà fino al suo ultimo giorno.
Vaughan e i Double Trouble si rimettono “in pista”; questa volta grazie all’aiuto di Eric Clapton, a partire dal 1988 ritornano on the road per una serie di concerti. Di lì a poco, precisamente nei primi mesi del 1989, uscirà quello che purtroppo si rivelerà essere l’ultimo album in studio della band, intitolato “In step”. Il disco è eccezionale (e infatti gli vale un Grammy Award per la categoria "Best Contemporary Blues Recording”, da affiancare agli innumerevoli altri premi conquistati nel corso degli anni), vario, completo, maturo e con un sound che riflette il nuovo lifestyle di Stevie: più diretto, sincero e “lucido”; un capolavoro formato da un giusto mix tra R’nR (“The house is rockin’”, “Let me love you baby”), Rithm’n Blues (“Crossfrie”, “Tightrope”), e Chicago Blues (“Leave my girl alone”), con incursioni nel mondo del jazz (“Rviera paradise”).
Stevie Ray Vaughan ed i Double Trouble sono nuovamente sulla cresta dell’onda, i progetti sono molti e le cose sembrano girare per il verso giusto; la vita on the road prosegue, nel frattempo i fratelli Vaughan registrano un album insieme, “Family Style”, la cui uscita è prevista per il mese di settembre 1990.
Anche in questo caso, però, il destino è in agguato: se il 17 luglio del 1982 a Montreux è stato benevolo, lo stesso non si può dire della notte del 27 agosto 1990.
Stevie ha appena concluso l’esibizione di quella sera con una fantastica jam session che ha visto protagonisti, tra gli altri, Robert Cray, Eric Clapton, Buddy Guy e proprio i fratelli Vaughan. Per il ritorno a casa Stevie viaggerà in elicottero… purtroppo quell’elicottero non arriverà mai a destinazione, schiantandosi ad Alpine Valley, Wisconsin.
Tutto il mondo del rock e del blues piange Stevie Ray Vaughan, e quanti lo conobbero lo piangono prima per la scomparsa dell’uomo che del musicista… ecco alcune frasi a proposito.
Buddy Guy:
"Stevie è il migliore amico che abbia mai avuto, il migliore chitarrista che abbia mai sentito, e la migliore persona che chiunque voglia conoscere. Mancherà molto"
Bonnie Raitt:
"Per me Stevie Ray era il migliore chitarrista blues. Per fuoco e passione e pienezza d'animo, era intoccabile. Ci spaventava, ma era modesto e grazioso come amico, non era presuntuoso sul suo modo di suonare "
John Lee Hooker:
"La prima volta che ci incontrammo fu ad Austin, Texas da Antone's, ed era con suo fratello Jimmie. Era quindici o venti anni fa, e sapeva già suonare spaventosamente. E dissi 'Un giorno questo ragazzo farà tremare il mondo intero.' Ed era una delle persone più simpatiche. Non potevi fare a meno di amarlo.”
"Non piango mai, ma ieri quando ho saputo della morte di Stevie, mi sono seduto sul mio letto e ho pianto come un bambino.”
( Frasi tratte dal sito Stevie Ray Vaughan )
in conclusione L’eredità che ha lasciato Stevie Ray Vaughan al mondo della musica, da allora, è così grande e al tempo stesso impercettibile: questo perché gli elementi che SRV ha fatto suoi erano già presenti prima di lui, non ha “inventato” un nuovo genere, e contemporaneamente ha esaltato all’inverosimile gli stessi tradizionali elementi della musica blues e del R’nR.
ps: pregherei di non sporcare con flammate o spammate questo thread anzi contribuite a metter qualcosa anche voi su altre leggende musicali!
aggiungo qualche pezzo carino del repertorio :
Leave leave my little girl alone
Rude Mood
Pride and joy
Scuttle buttin'
e questa che penso sia la migliore
texas flood
Commenta