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domanda su kurt cobain

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  • #31
    Originariamente inviato da Acheronta
    Io è una vita che ascolto Ramones,Pistols e Clash... talento musicale zero? ok ma intanto loro hanno segnato idelebilmente un periodo della storia della musica.
    Non sò quanti altri gruppi o cantanti magari talentuosi ne saranno in grado...

    mah in quel periodo musicale credimi che c'era molto di meglio, non credo ke abbiano segnato un periodo(esageri)... ma un filone

    vedi ma preferisco uno come te ke almeno è consapevole minimamente di cosa sia un talento... Cobain un talento! ma vaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

    neW -- icq # 575727946 --neW
    Jovinko L'elfo Silvano
    Vivaldi l'elfo Oscuro

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    • #32
      Mica esagero poi cosi tanto.... I Ramones inventarono il punk-rock, il genere musicale di gran lunga piu` diffuso della fine del secolo ventesimo, coniarono di sana pianta una nuova teoria di cosa significa far musica. Dopo secoli di progresso, i loro tre accordi segnarono un ritorno quasi all'eta` della pietra. Quel primitivismo influenzera` migliaia di musicisti in tutto il mondo, dal rock al jazz, dallo ska all'avanguardia...

      Se vuoi vederci meglio sta scritto tutto qua http://www.scaruffi.com/vol4/ramones.html
      The Ramones

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      • #33
        per me sono esagerati a scrivere quelle cose... poi paragondando Beethoven ai Ramones....ke squallidi...

        a me piacciono i ramones, ma vanno presi per quello che sono senza andare a cercare paragoni del genere...
        Ultima modifica di ibanez; 21-08-2006, 14:45.

        neW -- icq # 575727946 --neW
        Jovinko L'elfo Silvano
        Vivaldi l'elfo Oscuro

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        • #34
          Non mi trovo per niente daccordo, e cercherò anche di spiegarne il motivo nel modo più articolato possibile, non credevo che il topic avrebbe assunto questa direzione, e che comunque il buonsenso fosse alibi sufficiente per evitare di dibattere sugli argomenti a seguire. In primis, riferendomi a chi menzionava professori dalle chiome bianche, vorrei precisare che con me si sfonda una porta aperta, oltre a suonare la chitarra da tempi immemorabili ho studiato il pianoforte sin dall'età di 5 anni e qualche anno fa ho terminato gli studi al conservatorio e sicuramente certi pensieri che si vogliono attribuire agli insegnanti non solo mi sono del tutto estranei, ma li ritengo frutto di invenzione per dare valore a traballanti tesi. In secondo luogo qua ci si attribuisce il diritto di non riconscere il talento e anche quello di parlare di "filoni" quando non è né il termine giusto, né la circostanza. In ultimo azzardare paragoni con grandi del passato, e non parlo delle musiche dal 1900 in poi, è tanto fuoriluogo quanto sintomo di mancanza di cognizione di causa.
          Ritornando al discorso dei Nirvana, io non ho l'ardire di definirli immensi, ma credo di riuscire a riconoscere ciò che hanno fatto ed apprezzarlo.
          Parlare di questa band e dello statuto sociale e convenzioni d'uso di ciò che fu il grunge richiederebbe un discorso enormemente complesso, che non si può assolutamente liquidare con un brutto o bello. Qui mi limiterò a qualche osservazione di base a partire dall'idea che i Nirvana, come tutte le musiche di massa, è legato soprattutto alla storia della borghesia (di qui appare quanto sia fuoriluogo menzionare Beethoven e altri artisti del genere) e della espansione universale dei suoi principi e dei suoi gusti. E' una questione di contesto quella che ci fa parlare di bello o brutto, di talento o meno, va da se che questo comporti solo soggettività e non oggettività.
          Mi spiego meglio: per interpretare adeguatamente un brano di musica non basta l'ascolto immediato ed empatico, e non basta neppure l'ascolto analitico. la competenza strutturale che chi frequenta il conservatorio, e permettetemi di dire con scarsissimi risultati visto che fa discorsi del genere, possiede, serve per individuare le categorie percettive giuste e non per dire "siccome io studio musica quello che non mi piace è immondizia". Chi pur studiando la musica non riesce a capire questo si trova evidentemente davanti ad un fallimento totale dei propri studi in quanto pur avendo le basi tecniche per snoccoalare i parametri di un brano ignora quello più importante, la competenza affettiva. Quest'ultima deve essere esercitata prima di tutte, perchè chi ascolta deve riconoscere in se stesso, nelle proprie esperienze vissute, nelle proprie memorie, qualcosa che sembri corrispondere ai vissuti, alle memorie, agli affetti intuiti nel brano ascoltato. Entrambe si concretizzano in raccolte di indizi, ma per completare questa raccolta è necessario compiere il passo di non cercarla nel brano in se, ma in ciò che gli sta intorno. Discutere sulla mancanza di talento di Cobain, quando non si hanno le basi di ciò che si ascolta diventa così inutile, ancor più osceno è non identificare il carattere di soggettività che questa affermazione possiede. Un brano ha un suo autore, non importa se personale o collettivo, e un autore non è un'entità isolata, ma vive in mezzo ad altri e comunica con altri; la sua musica sarebbe priva di senso se non fosse dedicata a chi è destinato ad ascoltarla. Gli appartenenti a questa comunità di autori/ascoltanti hanno molte cose in comune, altrimenti non potrebbero capirsi, hanno concetti, idee, abitudini di comportamente, usanze, immagini, fantasie, sentimenti, valori che continuamente scambiano e confrontano, e per i quali anche si scontrano e combattono. Tutto ciò noi chiamiamo "cultura". Dunque la nostra esperienza di ascolto non può non essere anche un fatto culturale, e non può non basarsi su aspetti di competenza culturale. Il carattere di una musica ha sempre il compito di diffondere, manifestare e potenziare quei comportamenti affettivi che la collettività in quel momento ritiene degni di promozione e dotati di valore. Chi non riesce a vedere la grandezza di Cobain, il suo genio in tal senso, ha davvero prestato orecchio solo al gusto (e quindi di nuovo soggettività) e non ha prestato attenzione al fenomeno psicologico e culturale (come fu per il metal negli anni '80 o per i Beatles nei '60) che essa era dedicata a svolgere. Per la prima volta dagli anni '50 negli USA ( e poi a livello mondiale) ci fu la consapevolezza che i figli sarebbero stati peggio dei genitori e non il contrario come accadeva nell'Inghilterra dei Beatles, allo stesso modo è da decifrare il Punk, sia quello primigenio del Regno Unito che i Ramones. Le funzioni che il grunge svolse all'interno di un determinato sistema di organizzazione sociale incideva in maniera biunivoca anche sui valori stessi che la musica proponeva.
          Dunque appare evidente che menzionare talento senza lasciarsi andare alle solite facilonerie da bar negando il carattere di SOGGETTIVITA' sia una presa di posizione tanto assurda quanto contraddittoria in sé. Tutti sanno per esperienza diretta che per intepretare mentalmente un pezzo di musica che si ascolta non basta un atteggiamento neutro, o astratto. Evidendentemente il carattere affettivo non si lascia cogliere se i suoi contenuti non vengono interiormente ricostruiti e fatti propri dall'ascoltatore, questo fenomeno noi lo chimiamo empatia, e come può questa non essere assolutamente soggettiva? Non è per niente implausibile pensare che a Vienna in epoca di Restaurazione quando non era possibile esprimere liberamente le proprie idee sul mondo, e quando i valori d'obbligo erano ancora quelli dei vecchi aristocratici al potere, potessero circolare sensazioni di disorientamento ideologico e forti tendenzea trovare rifugio nella propria intimità, lo stesso Muller, che come Zedo e Sebastian sapranno, era il poeta autore dei testi musicati da Schubert per il suo Viaggio d'inverno, aveva proposto immagini che andavano in quella direzione. Diciamo allora che, se per assurdo Schubert fosse vissuto trent'anni prima, in epoca di fervori rivoluzionari e napoleonici, difficilmente avrebbe trovato attorno a sé persone disposte a condividere messaggi di quel tipo e forse lui stesso non li avrebbe neppure concepiti.
          I Nirvana hanno caratterizzato la musica degli anni '90 perchè erano figli di quegli anni, il talento di Cobain è tutto espresso in tal senso, che lo appreziate o meno, che lo riconosciate o no.

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          • #35
            Originariamente inviato da Ichi da killah
            Non mi trovo per niente daccordo, e cercherò anche di spiegarne il motivo nel modo più articolato possibile, non credevo che il topic avrebbe assunto questa direzione, e che comunque il buonsenso fosse alibi sufficiente per evitare di dibattere sugli argomenti a seguire. In primis, riferendomi a chi menzionava professori dalle chiome bianche, vorrei precisare che con me si sfonda una porta aperta, oltre a suonare la chitarra da tempi immemorabili ho studiato il pianoforte sin dall'età di 5 anni e qualche anno fa ho terminato gli studi al conservatorio e sicuramente certi pensieri che si vogliono attribuire agli insegnanti non solo mi sono del tutto estranei, ma li ritengo frutto di invenzione per dare valore a traballanti tesi. In secondo luogo qua ci si attribuisce il diritto di non riconscere il talento e anche quello di parlare di "filoni" quando non è né il termine giusto, né la circostanza. In ultimo azzardare paragoni con grandi del passato, e non parlo delle musiche dal 1900 in poi, è tanto fuoriluogo quanto sintomo di mancanza di cognizione di causa.
            Ritornando al discorso dei Nirvana, io non ho l'ardire di definirli immensi, ma credo di riuscire a riconoscere ciò che hanno fatto ed apprezzarlo.
            Parlare di questa band e dello statuto sociale e convenzioni d'uso di ciò che fu il grunge richiederebbe un discorso enormemente complesso, che non si può assolutamente liquidare con un brutto o bello. Qui mi limiterò a qualche osservazione di base a partire dall'idea che i Nirvana, come tutte le musiche di massa, è legato soprattutto alla storia della borghesia (di qui appare quanto sia fuoriluogo menzionare Beethoven e altri artisti del genere) e della espansione universale dei suoi principi e dei suoi gusti. E' una questione di contesto quella che ci fa parlare di bello o brutto, di talento o meno, va da se che questo comporti solo soggettività e non oggettività.
            Mi spiego meglio: per interpretare adeguatamente un brano di musica non basta l'ascolto immediato ed empatico, e non basta neppure l'ascolto analitico. la competenza strutturale che chi frequenta il conservatorio, e permettetemi di dire con scarsissimi risultati visto che fa discorsi del genere, possiede, serve per individuare le categorie percettive giuste e non per dire "siccome io studio musica quello che non mi piace è immondizia". Chi pur studiando la musica non riesce a capire questo si trova evidentemente davanti ad un fallimento totale dei propri studi in quanto pur avendo le basi tecniche per snoccoalare i parametri di un brano ignora quello più importante, la competenza affettiva. Quest'ultima deve essere esercitata prima di tutte, perchè chi ascolta deve riconoscere in se stesso, nelle proprie esperienze vissute, nelle proprie memorie, qualcosa che sembri corrispondere ai vissuti, alle memorie, agli affetti intuiti nel brano ascoltato. Entrambe si concretizzano in raccolte di indizi, ma per completare questa raccolta è necessario compiere il passo di non cercarla nel brano in se, ma in ciò che gli sta intorno. Discutere sulla mancanza di talento di Cobain, quando non si hanno le basi di ciò che si ascolta diventa così inutile, ancor più osceno è non identificare il carattere di soggettività che questa affermazione possiede. Un brano ha un suo autore, non importa se personale o collettivo, e un autore non è un'entità isolata, ma vive in mezzo ad altri e comunica con altri; la sua musica sarebbe priva di senso se non fosse dedicata a chi è destinato ad ascoltarla. Gli appartenenti a questa comunità di autori/ascoltanti hanno molte cose in comune, altrimenti non potrebbero capirsi, hanno concetti, idee, abitudini di comportamente, usanze, immagini, fantasie, sentimenti, valori che continuamente scambiano e confrontano, e per i quali anche si scontrano e combattono. Tutto ciò noi chiamiamo "cultura". Dunque la nostra esperienza di ascolto non può non essere anche un fatto culturale, e non può non basarsi su aspetti di competenza culturale. Il carattere di una musica ha sempre il compito di diffondere, manifestare e potenziare quei comportamenti affettivi che la collettività in quel momento ritiene degni di promozione e dotati di valore. Chi non riesce a vedere la grandezza di Cobain, il suo genio in tal senso, ha davvero prestato orecchio solo al gusto (e quindi di nuovo soggettività) e non ha prestato attenzione al fenomeno psicologico e culturale (come fu per il metal negli anni '80 o per i Beatles nei '60) che essa era dedicata a svolgere. Per la prima volta dagli anni '50 negli USA ( e poi a livello mondiale) ci fu la consapevolezza che i figli sarebbero stati peggio dei genitori e non il contrario come accadeva nell'Inghilterra dei Beatles, allo stesso modo è da decifrare il Punk, sia quello primigenio del Regno Unito che i Ramones. Le funzioni che il grunge svolse all'interno di un determinato sistema di organizzazione sociale incideva in maniera biunivoca anche sui valori stessi che la musica proponeva.
            Dunque appare evidente che menzionare talento senza lasciarsi andare alle solite facilonerie da bar negando il carattere di SOGGETTIVITA' sia una presa di posizione tanto assurda quanto contraddittoria in sé. Tutti sanno per esperienza diretta che per intepretare mentalmente un pezzo di musica che si ascolta non basta un atteggiamento neutro, o astratto. Evidendentemente il carattere affettivo non si lascia cogliere se i suoi contenuti non vengono interiormente ricostruiti e fatti propri dall'ascoltatore, questo fenomeno noi lo chimiamo empatia, e come può questa non essere assolutamente soggettiva? Non è per niente implausibile pensare che a Vienna in epoca di Restaurazione quando non era possibile esprimere liberamente le proprie idee sul mondo, e quando i valori d'obbligo erano ancora quelli dei vecchi aristocratici al potere, potessero circolare sensazioni di disorientamento ideologico e forti tendenzea trovare rifugio nella propria intimità, lo stesso Muller, che come Zedo e Sebastian sapranno, era il poeta autore dei testi musicati da Schubert per il suo Viaggio d'inverno, aveva proposto immagini che andavano in quella direzione. Diciamo allora che, se per assurdo Schubert fosse vissuto trent'anni prima, in epoca di fervori rivoluzionari e napoleonici, difficilmente avrebbe trovato attorno a sé persone disposte a condividere messaggi di quel tipo e forse lui stesso non li avrebbe neppure concepiti.
            I Nirvana hanno caratterizzato la musica degli anni '90 perchè erano figli di quegli anni, il talento di Cobain è tutto espresso in tal senso, che lo appreziate o meno, che lo riconosciate o no.
            *
            parole sante.

            KaNJi [AoT]
            Always On Top

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            • #36
              Originariamente inviato da Ichi da killah
              Non mi trovo per niente daccordo, e cercherò anche di spiegarne il motivo nel modo più articolato possibile, non credevo che il topic avrebbe assunto questa direzione, e che comunque il buonsenso fosse alibi sufficiente per evitare di dibattere sugli argomenti a seguire. In primis, riferendomi a chi menzionava professori dalle chiome bianche, vorrei precisare che con me si sfonda una porta aperta, oltre a suonare la chitarra da tempi immemorabili ho studiato il pianoforte sin dall'età di 5 anni e qualche anno fa ho terminato gli studi al conservatorio e sicuramente certi pensieri che si vogliono attribuire agli insegnanti non solo mi sono del tutto estranei, ma li ritengo frutto di invenzione per dare valore a traballanti tesi. In secondo luogo qua ci si attribuisce il diritto di non riconscere il talento e anche quello di parlare di "filoni" quando non è né il termine giusto, né la circostanza. In ultimo azzardare paragoni con grandi del passato, e non parlo delle musiche dal 1900 in poi, è tanto fuoriluogo quanto sintomo di mancanza di cognizione di causa.
              Ritornando al discorso dei Nirvana, io non ho l'ardire di definirli immensi, ma credo di riuscire a riconoscere ciò che hanno fatto ed apprezzarlo.
              Parlare di questa band e dello statuto sociale e convenzioni d'uso di ciò che fu il grunge richiederebbe un discorso enormemente complesso, che non si può assolutamente liquidare con un brutto o bello. Qui mi limiterò a qualche osservazione di base a partire dall'idea che i Nirvana, come tutte le musiche di massa, è legato soprattutto alla storia della borghesia (di qui appare quanto sia fuoriluogo menzionare Beethoven e altri artisti del genere) e della espansione universale dei suoi principi e dei suoi gusti. E' una questione di contesto quella che ci fa parlare di bello o brutto, di talento o meno, va da se che questo comporti solo soggettività e non oggettività.
              Mi spiego meglio: per interpretare adeguatamente un brano di musica non basta l'ascolto immediato ed empatico, e non basta neppure l'ascolto analitico. la competenza strutturale che chi frequenta il conservatorio, e permettetemi di dire con scarsissimi risultati visto che fa discorsi del genere, possiede, serve per individuare le categorie percettive giuste e non per dire "siccome io studio musica quello che non mi piace è immondizia". Chi pur studiando la musica non riesce a capire questo si trova evidentemente davanti ad un fallimento totale dei propri studi in quanto pur avendo le basi tecniche per snoccoalare i parametri di un brano ignora quello più importante, la competenza affettiva. Quest'ultima deve essere esercitata prima di tutte, perchè chi ascolta deve riconoscere in se stesso, nelle proprie esperienze vissute, nelle proprie memorie, qualcosa che sembri corrispondere ai vissuti, alle memorie, agli affetti intuiti nel brano ascoltato. Entrambe si concretizzano in raccolte di indizi, ma per completare questa raccolta è necessario compiere il passo di non cercarla nel brano in se, ma in ciò che gli sta intorno. Discutere sulla mancanza di talento di Cobain, quando non si hanno le basi di ciò che si ascolta diventa così inutile, ancor più osceno è non identificare il carattere di soggettività che questa affermazione possiede. Un brano ha un suo autore, non importa se personale o collettivo, e un autore non è un'entità isolata, ma vive in mezzo ad altri e comunica con altri; la sua musica sarebbe priva di senso se non fosse dedicata a chi è destinato ad ascoltarla. Gli appartenenti a questa comunità di autori/ascoltanti hanno molte cose in comune, altrimenti non potrebbero capirsi, hanno concetti, idee, abitudini di comportamente, usanze, immagini, fantasie, sentimenti, valori che continuamente scambiano e confrontano, e per i quali anche si scontrano e combattono. Tutto ciò noi chiamiamo "cultura". Dunque la nostra esperienza di ascolto non può non essere anche un fatto culturale, e non può non basarsi su aspetti di competenza culturale. Il carattere di una musica ha sempre il compito di diffondere, manifestare e potenziare quei comportamenti affettivi che la collettività in quel momento ritiene degni di promozione e dotati di valore. Chi non riesce a vedere la grandezza di Cobain, il suo genio in tal senso, ha davvero prestato orecchio solo al gusto (e quindi di nuovo soggettività) e non ha prestato attenzione al fenomeno psicologico e culturale (come fu per il metal negli anni '80 o per i Beatles nei '60) che essa era dedicata a svolgere. Per la prima volta dagli anni '50 negli USA ( e poi a livello mondiale) ci fu la consapevolezza che i figli sarebbero stati peggio dei genitori e non il contrario come accadeva nell'Inghilterra dei Beatles, allo stesso modo è da decifrare il Punk, sia quello primigenio del Regno Unito che i Ramones. Le funzioni che il grunge svolse all'interno di un determinato sistema di organizzazione sociale incideva in maniera biunivoca anche sui valori stessi che la musica proponeva.
              Dunque appare evidente che menzionare talento senza lasciarsi andare alle solite facilonerie da bar negando il carattere di SOGGETTIVITA' sia una presa di posizione tanto assurda quanto contraddittoria in sé. Tutti sanno per esperienza diretta che per intepretare mentalmente un pezzo di musica che si ascolta non basta un atteggiamento neutro, o astratto. Evidendentemente il carattere affettivo non si lascia cogliere se i suoi contenuti non vengono interiormente ricostruiti e fatti propri dall'ascoltatore, questo fenomeno noi lo chimiamo empatia, e come può questa non essere assolutamente soggettiva? Non è per niente implausibile pensare che a Vienna in epoca di Restaurazione quando non era possibile esprimere liberamente le proprie idee sul mondo, e quando i valori d'obbligo erano ancora quelli dei vecchi aristocratici al potere, potessero circolare sensazioni di disorientamento ideologico e forti tendenzea trovare rifugio nella propria intimità, lo stesso Muller, che come Zedo e Sebastian sapranno, era il poeta autore dei testi musicati da Schubert per il suo Viaggio d'inverno, aveva proposto immagini che andavano in quella direzione. Diciamo allora che, se per assurdo Schubert fosse vissuto trent'anni prima, in epoca di fervori rivoluzionari e napoleonici, difficilmente avrebbe trovato attorno a sé persone disposte a condividere messaggi di quel tipo e forse lui stesso non li avrebbe neppure concepiti.
              I Nirvana hanno caratterizzato la musica degli anni '90 perchè erano figli di quegli anni, il talento di Cobain è tutto espresso in tal senso, che lo appreziate o meno, che lo riconosciate o no.

              ognuno pensa come vuole...

              neW -- icq # 575727946 --neW
              Jovinko L'elfo Silvano
              Vivaldi l'elfo Oscuro

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              • #37
                Originariamente inviato da Sebastian
                ognuno pensa come vuole...
                Dunque soggettivo?

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                • #38
                  Originariamente inviato da Ichi da killah
                  Dunque soggettivo?

                  soggettivo ma una base di oggettività cè sempre

                  neW -- icq # 575727946 --neW
                  Jovinko L'elfo Silvano
                  Vivaldi l'elfo Oscuro

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                  • #39
                    ichi mi sto innamorando...

                    comunque è come la penso io... in una musica è imporante rispecchiarsi e farla propria per poterla apprezzare veramente...

                    Grazie a Sergio di Rio per la firma
                    >>Sgnarf the Ripper<<

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                    • #40
                      Mi fa piacere che siano in molti ad essere daccordo con me su questa questione.

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                      • #41
                        Originariamente inviato da SgnArpHOwl Masuni
                        ichi mi sto innamorando...

                        comunque è come la penso io... in una musica è imporante rispecchiarsi e farla propria per poterla apprezzare veramente...
                        probabilmente questo è anche il motivo per cui in certi periodi si ascolta una determinata musica piuttosto che un'altra

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                        • #42
                          si ma ***** cicci perche ogni reply che fai scrivi 8 pagine ;___; io so ancora analfabeta nn so leggere tanto ;__;

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                          • #43
                            Dal vent'anni a questa parte la politica sociale nella musica leggera per me conta pochissimo e togliendo appunto Kobain e qualche altro caso rarissimo non e' che rimane gran che dei fasti del passato,con i tempi che corrono lo trovo solo uno squallido stratagemma per far soldi facili con la massa,per me ormai un testo e' quasi del tutto irrilevante,se non ci fossero parole ma solo sillabe intonate io sarei anche piu' contento visto il livello qualitativo ormai ridotto all'osso,viviamo purtroppo in un mondo dove ormai conta solo l'apparire e non l'essere,e allora non mi faccio incantare piu' nemmeno dal sociale,perche' anche li e' arrivata la finzione a scopo di lucro.
                            Per la mia esperienza personale ho imparato che al giorno d'oggi e' meglio essere drastici,io su certe cose non transiggo piu',con i tempi che corrono io esigo la qualita' sempre e cmq,o c'e' la qualita' o per me non merita menzione,il motivo di cio e' che secondo al giorno d'oggi c'e' troppa offerta scandente in circolazione.

                            P.S.
                            In questo mondo esistono maestri e maestri,ognuno si tenesse i suoi hehehe.
                            Ultima modifica di Zedog; 24-08-2006, 14:37.
                            Socrate: sapere di non sapere e' la prima forma di sapere.

                            Leonardo Da vinci: la musica e' la figurazione dell'invisibile.

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                            • #44
                              più tardi mi leggo i vari reply... per ora dico:
                              cobain era un ottimo chitarrista. Sia come compositore che "tecnico del suono".
                              http://guitargeek.com/rigview/84/
                              http://guitargeek.com/rigview/522/
                              sono fuggito da gn

                              Commenta


                              • #45
                                Originariamente inviato da Suor Germana
                                più tardi mi leggo i vari reply... per ora dico:
                                cobain era un ottimo chitarrista. Sia come compositore che "tecnico del suono".
                                si secondo me insieme a Steve Vai è uno dei migliori

                                neW -- icq # 575727946 --neW
                                Jovinko L'elfo Silvano
                                Vivaldi l'elfo Oscuro

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