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    Ok, dal momento che qualcuno si è lanciato, lo faccio anch'io. Non è un racconto vero e proprio sono solo immagini di un freddo mattino, freddissimo, addirittura congelato. Tutto sembrava marcare questa condizione, e dal momento che dovevo passare qualche ora in treno ho buttato giù qualcosa. Non vorrei mettere le mani avanti, ma voglio dire che in realtà è stato scritto di getto e credo ci siano tanti errori e cose frettolose o inconcludenti, l'ho lasciato così perchè in quel momento per me aveva un senso:


    25 minuti.

    La stazione si era riempita, decine di persone infreddolite e coperte fino al volto se ne stavano silenziose nell’atrio fissando il vuoto. L’oracolare tabellone elettronico non dava ancora segni di vita e l’immagine era ferma su una scritta che non lasciava speranze: ritardo 25min. Subito una ragazza protestò alludendo ai prezzi sempre più alti e alle condizioni dei treni, ma il tempo l’arrese e l’addomesticò, così come tutti i presenti.
    Il titolo del giornale contribuì a raffreddare ancor più l’atmosfera: Si schianta con l’auto e muore uno studente di diciotto anni ne parla solo l’anziana al botteghino. Pensai che fosse curioso, era l’unica voce viva; ma parlava di morte.
    Guardo l’asfalto e vedo che pure la luna, già fioca, sta affogando in una pozzanghera. Poi un auto passò e la finì facendola esplodere e sparpagliare per tutta la strada, e un po’ ne arrivò anche addosso a me.
    Nel bar poco più in là, si stava aggrovigliando una massa di persone alla ricerca di un qualcosa di caldo per combattere questo gelo. I meno atrofizzati riuscirono pure a trovare posto in un tavolino. Il caffè come al solito va per la maggiore, è tempo di svegliarsi o al lavoro sarà un disastro.
    Qualcuno ha comprato un quotidiano e lo sfoglia lentamente, finché il tabellone non parla, non c’è alcuna fretta. Il tempo è come fermo. Non esiste più. Che siano 08.30 o le 08.54 poco cambierebbe.
    Come il 7 aprile ’79 arresti preventivi per fermare i violenti recita un titolo del quotidiano. E mi chiedo dove siano i violenti, forse quella ragazza che si lamentava prima, che ora, però, è docile? Qui vedo solo persone che aspettano qualcosa che forse sta arrivando. E sono lì, impietriti e inermi davanti ad uno schermo.
    Ad un tratto l’oracolo si espresse, il treno si stava avvicinando e in massa i presenti migrarono verso il binario numero 3.
    L’atrio è vuoto e rimangono solo 2 giovani che si abbracciano. Se qualcuno li guardasse, con i tempi che corrono, penserebbe subito ad un abbraccio di conforto o ad un addio o comunque a qualcosa di triste.
    Invece, esattamente come un bagliore nella notte, dal volto di lei si scorse un sorriso. Chiassoso come un tuono. Possibile?

    Grazie a Sergio di Rio per la firma
    >>Sgnarf the Ripper<<

  • #2
    Allora, di mio ti dico che non mi piace troppo quando le cose sono in terza persona e il tempo è al passato. Però adoro quando si fanno queste annotazioni di momenti o spazi in cui ci si trova. Le amo.

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