In effetti, la scatola con le lettere Bartleboom l’aveva data alla Maria Luigia Severina, il giorno del fidanzamento. Mica tanto convinto, ma le aveva porto il tutto, con una certa solennità, dicendo
— Io vi aspettavo. Vi ho aspettata per anni.
Dopo quei dieci, dodici secondi di abituale impasse, la Maria Luigia aveva strabuzzato gli occhi, allungato il collo e, incredula, aveva proferito un’unica, elementare parola
— Me?
“Me?” non era propriamente la risposta che Bartleboom si era sognato per anni, intanto che scriveva quelle lettere e viveva da solo, arrangiandosi alla meglio. Per cui va da sé che rimase un po’ deluso, nella circostanza, lo si può capire. Cosa che spiega, anche, come poi, su quella faccenda delle lettere, non era più tornato, limitandosi a verificare che la scatola di mogano era sempre lì, dalla Maria Luigia, e solo Dio sapeva se qualcuno l’aveva mai aperta. Succede. Uno si fa dei sogni, roba sua, intima, e poi la vita non ci sta a giocarci insieme, e te li smonta, un attimo, una frase, e tutto si disfa. Succede. Mica per altro che vivere è un mestiere gramo. Tocca rassegnarsi. Non ha gratitudine, la vita, se capite cosa voglio dire.
Gratitudine.
Ma comunque.
Alessandro Baricco - Oceano Mare
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Citando insieme a casa di Ichi
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L'aereo iniziò a rollare sul fango, e quando lanciai un'occhiata al pannello degli strumenti sentii il desiderio di saltar giù. Non avevo mai visto un pannello così spoglio. Tra vari fori vuoti e resti di cavi di quelli che senza dubbio una volta erano stati strumenti di navigazione, si vedevano oscillare l'ago dell'altimetro e la lancetta del serbatoio del carburante. "L'orizzonte", o indicatore di stabilità, che deve rimanere parallelo alla terra, appariva quasi verticale.
"Senta un po'... l'orizzonte non funziona", commentai nascondendo il panico.
"Non importa. Il cielo è in alto e la terra è in basso. Il resto sono stronzate", concluse Palacios.
Luis Sepulveda - Patagonia Express
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Quello è un pensatoio di anime sapienti. Ci abitano uomini che parlando ti convincono che il cielo è una stufa che ci sta intorno e noi siamo il carbone.
Se li paghi, questi ti insegnano a parlare e a vincere con la ragione o col torto.
Aristofane, Le Nuvole
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Finisci per muoverti come l'oceano in un bicchiere, quando invece vuoi girare i paesi e le città, telefonare con la scheda telefonica che finisce e l'ultima parola resta a metà, dire che ti manca e tutte quelle cose lì. E vuoi dipingerti le mani di tanti colori, di pastelli, cera, terra delle suole e muffa di un angolo, lacca e porporina, stendere quel fango variopinto fino ai polsi, dove le vene battono silenziose e azzurre come un cielo.
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Caia salì dall'acqua tenendo la mano di un ragazzo. Vedendomi si avvicinò per dirmi:" non mi giudicare, sono una ragazza, e questa è un'estate", a bassa voce, chinandosi su di me. Certo che non ti giudico, Hàiele, sto dalla tua parte, io sono il tuo fondale, la finta scena disegnata alle tue spalle, sono il tuo peggiore ballerino, il tuo custode. Di tutto quello che mi passava in testa in risposta alla sua frase, mi uscì soltanto: ”Non prendere freddo, Hàiele”, che potesse sentire solo lei, mentre le offrivo il mio asciugamano. E lei in rimando con un bisbiglio di tenerezza disse: ”Tu, mio”, e se ne tornò verso il ragazzo stringendo l’asciugamano intorno alle spalle.
Erri De Luca - Tu, Mio
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Nel viaggio di ritorno Daniele prese il timone, zio calò un filo a traino dal legno di poppa, Nicola si mise a pulire i pesci. Me ne andai a prua e Caia mi raggiunse. "Se arriva un'onda grande proteggimi la testa". Avrei pagato sangue per un po' di mare mosso, ma si viaggiava in favore di corrente, le onde facevano da spinta e Daniele era bravo a sfruttare l'angolo buono per scivolare giù dalle creste come in discesa. Non venne l'occasione di fare da cuscino alla sua nuca.
Caia si addormentò. Avrei voluto bagnarle i capelli perché non si scaldassero troppo, ma l'avrei svegliata. Riuscii a mettere il corpo in modo da farle ombra almeno sulla testa. Dormiva con le labbra aperte. Avrei voluto mettere l'orecchio sul suo fiato per ascoltarlo. Non c'era solo fiato in quel sonno, ci dovevano essere parole, forse in una lingua che non avrei capito. Avrei voluto mettere il naso su quel fiato, fiutarlo dal fondo del petto profumarsi in gola mischiandosi all'incenso della sua saliva, avrei tirato su nel naso il rosso delle sue branchie di pesce di fiume, la condensa dei boschi svizzeri. Non avrei voluto mettere la mia bocca sul suo fiato: la mia bocca non avrebbe capito niente di quello che esalava dalla sua, avrebbe solo succhiato alla cieca, da ladra spudorata di aria del suo respiro. Il mio corpo sforzato dalla posizione le fabbricava l'ombra, rispettando il compito di custode.
Non c'è ritorno, pensavo, questo viaggio manca di simmetria, è solo andata.
Erri De Luca - Tu, Mio
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La verità riguardo al mondo, disse, è che tutto è possibile. Se voi non lo conosceste fin dalla nascita e pertanto non lo aveste purgato della sua bizzarria, vi apparirebbe per quello che è, un cilindro truccato in uno spettacolo di illusionismo, un sogno febbrile, una trance popolata di chimere senza simili e senza precedenti, un carnevale itinerante, un circo ambulante la cui destinazione finale, dopo molte soste in molti campi fangosi, è ineffabile e imperscrutabilmente rovinosa.
Meridiano di sangue - Cormac McCarthy
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Trilogia della città di K
"Sono convinto, Lucas, che ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e per nient'altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia"
Agota Kristof (Csikvánd, 30 ottobre 1935 – Neuchatel, 27 Luglio 2011) ***
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Non è naturale che sia il pilota a chiedere ai marinai di essere governati da lui né che siano i sapienti a recarsi alle porte dei ricchi. Chi si è vantato di questo motto di spirito si è ingannato; la verità è invece che, se è ammalato un ricco come se lo è un povero, è lui che deve andare alle porte dei medici; e chiunque ha bisogno di essere governato, deve lui stesso andare a quelle di chi è capace di governare, non che sia l'uomo di governo a chiedere ai governati di essere governati, se c'è veramente qualche bisogno di lui.
Platone - La Repubblica
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Il romanzo comincia in una stazione ferroviaria, sbuffa una locomotiva, uno sfiatare di stantuffo copre l’apertura del capitolo, una nuvola di fumo nasconde parte del primo capoverso. Nell’odore di stazione passa una ventata d’odore di buffet della stazione. C’è qualcuno che sta guardando attraverso i vetri appannati, apre la porta a vetri del bar, tutto è nebbioso, anche dentro, come visto dagli occhi di miope, oppure occhi irritati da granelli di carbone. Sono le pagine del libro a essere appannate come i vetri di un vecchio treno, è sulle frasi che si posa la nuvola di fumo. È una sera piovosa; l’uomo entra nel bar; si sbottona il soprabito umido; una nuvola di vapore l’avvolge; un fischio parte lungo i binari a perdita d’occhio lucidi di pioggia.
Italo Calvino - Se una notte d'inverno un viaggiatore
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Forse voglio negare quel tempo ma sarò qui a ricordare che le ho insegnato a muovere le stelle, a leggere scrittori coi controcazzi, a capire ciò che i nostri occhi non vedono, ciò che non si sente, le creature dell'oscurità. Lei mi ha insegnato a sapere, e questo almeno è sicuro. Lei è schiva, silenziosa, con ferite antiche. Devi amarla con attenzione, può diventare fredda e dura come un rospo di grasso, può chiudersi in se stessa come una chiocciola offesa. Ortega, il poeta-professore, sostiene che l'artista è un piccolo dio con un dolore, la propria superbia, che lo fa a pezzi. Raccogliere ogni singolo pezzo è il suo lavoro. Un lavoro sordido, inutile ed estenuante. Sordido perché vivi in un manicomio. Estenuante perché i pezzi sono troppi. Inutile perché non li troverai mai tutti. Ortega ha ragione, il pezzo di maggior valore non ne vuole sapere di me.
E. M. Reyes - C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo. Musica dei Sex Pistols e dei NirvanaUltima modifica di JustLikeToio; 09-06-2011, 22:46.
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"Era di quelli che afferrano una frase dove gli altri intendono solo un chiasso. Dalla gola tesa di un leone, dentro una raffica, in una valanga, in un tuono lui riconosceva una voce dire. E mentre l'ascoltava anche la leggeva, scritta e tesa."
Erri De Luca "E disse"
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Nel quartiere di Edo si usa una specie di cestino da pranzo intrecciato, che viene adoperato un solo giorno nelle passeggiate primaverili. Al ritorno lo si getta via calpestandolo.
La fine è importante in tutte le cose.
Hagakure (11,38)
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E' la prima volta che mi piace uno scrittore sudamericano
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