avete presente quando alla sera prima di andare a dormire pensiamo al nostro gdr ideale, a come suddividere il territorio del nostro stato, quale forma di governo adottare, come garantire una giustizia uguale per tutti.
si parte con la critica alla pena di morte, si prosegue bene con la negazione del denaro e la critica alla società e ai falsi valori, la bellezza la ricchezza il potere etc etc.
la parte finale del libro è assurda agli occhi di un uomo del nostro tempo, credere in dio è segno di piccolezza nn di virtù, ma erano altri tempi.
stessa cosa per quello che riguarda l'obbligo al lavoro, assurdo per noi che viviamo in una società industrializzata, lo scopo della nostra civiltà deve essere la felicità che come dice marx
si ottiene solo quando l'uomo potrà dedicarsi completamente a cosa gli piace fare, senza l'obbligo di lavorare per l'autosostentamento.
lo stato di utopia per certi versi mi ha fatto venire in mente la dittatura di pol pot o di mao, dove grandi masse di cittadini venivano trasportati in campagna a lavorare, e chi nn ce la faceva o dissentiva veniva eliminato o mandato in centri di correzione, questa è sicuramente la parte insieme alle valutazione della virtù dei singoli basata sulla loro devozione religiosa -.- che è completamente fuori da ogni logica e che nella realtà ha portato conseguenze mostruose.
cmq tenendo conto della prima parte, e dell'epoca in cui ha vissuto l'autore questa è un'opera geniale.
si parte con la critica alla pena di morte, si prosegue bene con la negazione del denaro e la critica alla società e ai falsi valori, la bellezza la ricchezza il potere etc etc.
la parte finale del libro è assurda agli occhi di un uomo del nostro tempo, credere in dio è segno di piccolezza nn di virtù, ma erano altri tempi.
stessa cosa per quello che riguarda l'obbligo al lavoro, assurdo per noi che viviamo in una società industrializzata, lo scopo della nostra civiltà deve essere la felicità che come dice marx
si ottiene solo quando l'uomo potrà dedicarsi completamente a cosa gli piace fare, senza l'obbligo di lavorare per l'autosostentamento.
lo stato di utopia per certi versi mi ha fatto venire in mente la dittatura di pol pot o di mao, dove grandi masse di cittadini venivano trasportati in campagna a lavorare, e chi nn ce la faceva o dissentiva veniva eliminato o mandato in centri di correzione, questa è sicuramente la parte insieme alle valutazione della virtù dei singoli basata sulla loro devozione religiosa -.- che è completamente fuori da ogni logica e che nella realtà ha portato conseguenze mostruose.
cmq tenendo conto della prima parte, e dell'epoca in cui ha vissuto l'autore questa è un'opera geniale.
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