I s e g r e t i d i T w i n P h r e a k s
( T w i n P h r e a k s )
Testo originale e succesive modifiche: MFB (1991)
Release 1.61
---------------------------------------------------------------------------
- Page Down -
---------------------------------------------------------------------------
NOTE per la versione 1.41 e successive
---------------------------------------------------------------------------
- Fu il primo episodio della saga di Twin Phreaks, dedicato quasi intera-
mente a Jettero Heller che iniziava la sua sciagurata esistenza nel mondo
telematico; per questo racconto, almeno in origine,non era stato previsto
alcun seguito. In quel periodo, milioni di persone passavano le giornate
chiedendosi chi mai avesse potuto uccidere la candida ed illibata Laura
Palmer, cosi' nacque l'idea dell'omicidio Heller, con la segreta speranza
che qualcuno raccogliesse davvero il suggerimento. Anche se purtroppo
Jettero infesta ancora il pianeta, ho deciso di includere questo testo
nella compilation come introduzione agli episodi successivi, che coinvol-
geranno il resto della scena hacking/phreaking, loozers compresi.
- Page Down -
---------------------------------------------------------------------------
NOTE per la versione 1.51 e successive
---------------------------------------------------------------------------
- Il nome Jettero Heller e' stato coniato da Hubbard per una famosa saga
di fantascienza. E' piuttosto comune che personaggi dell'ambiente telema-
tico si scelgano pseudonimi tratti da libri di successo, e mi dispiace
che il loozer citato in questo testo abbia lo stesso nome del massiccio
protagonista di "Missione Terra", cioe' il Jettero Heller originale.
Ma prendetevela con lui, che ha scelto questo alias!
- Page Down -
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CAPITOLO PRIMO
L'omicidio Heller
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- Lo trovo' la sorella, ed il suo urlo lacerante fu probabilmente piu' di
gioia che di dolore: ora aveva una stanza tutta per se'. Jettero Heller
aveva il volto disteso ed un'espressione serena, quella che non aveva mai
avuto durante la sua breve e delirante vita. Il suo corpo era di marmo,
freddo e bianco; spiccava evidentissimo sul collo il profondo segno vio-
laceo lasciato dal cavo seriale che era stato usato per strangolarlo.
Giunsi a casa di Jettero convocato dalla madre, che riusciva a malapena a
mascherare la sua profonda gioia dietro una cortina di falsa tristezza:
non erano mai stati in buoni rapporti, questo si sapeva da tempo. Il fi-
glio non era mai riuscito ad accettare la malattia da cui era stato col-
pito pochi giorni dopo la nascita e che aveva impedito al suo cervello di
svilupparsi come un cervello normale. Aveva trovato nell'informatica il
suo rifugio ideale: i computers, si sa, non perdono mai la pazienza, an-
che se l'utente non riesce a scrivere tre linee senza fare almeno due er-
rori; nel caso di Jettero, le difficolta' erano purtroppo evidenti, e
chiunque avrebbe potuto confermarlo.
All'inizio l'idea del suicidio mi baleno' immediata nella mente, ma que-
sta teoria svani' subito: troppi elementi fuori posto.
Sarebbe stato possibile in un organismo gia' di per se' debilitato come
quello di Jettero Heller un momento di profondo sconforto, causato per e-
sempio da una spuria da quattro minuti durante l'uso della Remote Shell.
Chissa', forse egli aveva causato al BBS l'ennesimo danno ed il rimorso
lo aveva spinto all'estremo gesto, ma mai e poi mai il ragazzo avrebbe u-
sato il cavo seriale per porre fine alla sua triste esistenza. Era infat-
ti convinto che l'Amiga 2000 avesse il radiatore e quello strano cavo
bianco che usciva dalla RS232 fosse il tubo per l'acqua di raffreddamen-
to. Ma in fondo era questa sua ingenuita' a fare di lui il personaggio
che era, con le sue idee complicatissime ed inutili e quel suo profondo
bisogno di imitarmi che l'aveva perseguitato per tutta la vita.
- Il primo interrogatorio fu compiuto in casa: madre e sorella furono
sincere con me e non mi nascosero, almeno in privato, la loro soddisfa-
zione. Furono pero' ferme e decise nel proclamarsi estranee all'accaduto,
la sorella Ilaria sfoggio' un alibi inattaccabile: aveva passato il pome-
riggio con uno dei suoi dodici abituali boyfriends (non male per una
14enne !).
Decisi di rivolgere altrove l'attenzione per continuare le mie indagini,
i vicini di casa mi rivelarono di aver sentito poche ore prima lo zio di
Jettero gridare a voce alta di volerlo uccidere: il fanciullo gli aveva
sfasciato per la quarta volta la parte anteriore della Croma Turbodiesel.
Zio Heller era un tipo intransigente. Forse non aveva mai capito molto
del nipote, e certamente non aveva capito che Jettero non avrebbe mai po-
tuto comprendere a fondo l'uso del cambio... erano ben 5 marce piu' la
retro, e Jettero riusciva a malapena a contare fino a quattro.
Fu molto dura per me dover mettere al corrente la famiglia delle attivita'
segrete del ragazzo: si arresero all'evidenza solo aprendo i suoi diari.
All'interno di uno di essi spiccava un oggetto quadrato di colore blu, u-
na lamella luccicante copriva un foro rettangolare nel rivestimento pla-
stico ed un'etichetta sbiadita recava la scritta "Jettero Heller Softwor-
ks - Time Warp disk 1". Era la prova infamante della sua appartenenza al-
la setta segreta dei pirati del software.
Una nuova conferma intervenne a fugare ogni dubbio residuo: un cliente
abituale di Jettero telefono' per lamentarsi dei suoi metodi di duplica-
zione, mi informo' cosi' che ogni persona rifornita di software dal pic-
colo pirata doveva farsi rifare le copie almeno quattro volte.
Nell'ultimo sciagurato caso, Jettero aveva invertito i drives e si era
copiato 50 dischi vergini sui suoi supporti pieni di files. Gli occhi
della madre si riempirono di lacrime: stava ridendo troppo forte.
Frugammo nei cassetti e non trovammo nulla di particolare, a parte la ma-
scherina verde comprata in farmacia che il ragazzo usava quando lavorava
con il computer, nel timore di contrarre un virus.
Ottenuta l'autorizzazione dei familiari mi accinsi a sfogliare le pagine
dei diari di Jettero: forse i suoi appunti mi avrebbero dato qualche in-
dicazione preziosa, forse avrei scoperto il movente di quell'omicidio,
forse avrei capito quali fossero i segreti di Twin Phreaks.
( T w i n P h r e a k s )
Testo originale e succesive modifiche: MFB (1991)
Release 1.61
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NOTE per la versione 1.41 e successive
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- Fu il primo episodio della saga di Twin Phreaks, dedicato quasi intera-
mente a Jettero Heller che iniziava la sua sciagurata esistenza nel mondo
telematico; per questo racconto, almeno in origine,non era stato previsto
alcun seguito. In quel periodo, milioni di persone passavano le giornate
chiedendosi chi mai avesse potuto uccidere la candida ed illibata Laura
Palmer, cosi' nacque l'idea dell'omicidio Heller, con la segreta speranza
che qualcuno raccogliesse davvero il suggerimento. Anche se purtroppo
Jettero infesta ancora il pianeta, ho deciso di includere questo testo
nella compilation come introduzione agli episodi successivi, che coinvol-
geranno il resto della scena hacking/phreaking, loozers compresi.
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NOTE per la versione 1.51 e successive
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- Il nome Jettero Heller e' stato coniato da Hubbard per una famosa saga
di fantascienza. E' piuttosto comune che personaggi dell'ambiente telema-
tico si scelgano pseudonimi tratti da libri di successo, e mi dispiace
che il loozer citato in questo testo abbia lo stesso nome del massiccio
protagonista di "Missione Terra", cioe' il Jettero Heller originale.
Ma prendetevela con lui, che ha scelto questo alias!
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CAPITOLO PRIMO
L'omicidio Heller
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- Lo trovo' la sorella, ed il suo urlo lacerante fu probabilmente piu' di
gioia che di dolore: ora aveva una stanza tutta per se'. Jettero Heller
aveva il volto disteso ed un'espressione serena, quella che non aveva mai
avuto durante la sua breve e delirante vita. Il suo corpo era di marmo,
freddo e bianco; spiccava evidentissimo sul collo il profondo segno vio-
laceo lasciato dal cavo seriale che era stato usato per strangolarlo.
Giunsi a casa di Jettero convocato dalla madre, che riusciva a malapena a
mascherare la sua profonda gioia dietro una cortina di falsa tristezza:
non erano mai stati in buoni rapporti, questo si sapeva da tempo. Il fi-
glio non era mai riuscito ad accettare la malattia da cui era stato col-
pito pochi giorni dopo la nascita e che aveva impedito al suo cervello di
svilupparsi come un cervello normale. Aveva trovato nell'informatica il
suo rifugio ideale: i computers, si sa, non perdono mai la pazienza, an-
che se l'utente non riesce a scrivere tre linee senza fare almeno due er-
rori; nel caso di Jettero, le difficolta' erano purtroppo evidenti, e
chiunque avrebbe potuto confermarlo.
All'inizio l'idea del suicidio mi baleno' immediata nella mente, ma que-
sta teoria svani' subito: troppi elementi fuori posto.
Sarebbe stato possibile in un organismo gia' di per se' debilitato come
quello di Jettero Heller un momento di profondo sconforto, causato per e-
sempio da una spuria da quattro minuti durante l'uso della Remote Shell.
Chissa', forse egli aveva causato al BBS l'ennesimo danno ed il rimorso
lo aveva spinto all'estremo gesto, ma mai e poi mai il ragazzo avrebbe u-
sato il cavo seriale per porre fine alla sua triste esistenza. Era infat-
ti convinto che l'Amiga 2000 avesse il radiatore e quello strano cavo
bianco che usciva dalla RS232 fosse il tubo per l'acqua di raffreddamen-
to. Ma in fondo era questa sua ingenuita' a fare di lui il personaggio
che era, con le sue idee complicatissime ed inutili e quel suo profondo
bisogno di imitarmi che l'aveva perseguitato per tutta la vita.
- Il primo interrogatorio fu compiuto in casa: madre e sorella furono
sincere con me e non mi nascosero, almeno in privato, la loro soddisfa-
zione. Furono pero' ferme e decise nel proclamarsi estranee all'accaduto,
la sorella Ilaria sfoggio' un alibi inattaccabile: aveva passato il pome-
riggio con uno dei suoi dodici abituali boyfriends (non male per una
14enne !).
Decisi di rivolgere altrove l'attenzione per continuare le mie indagini,
i vicini di casa mi rivelarono di aver sentito poche ore prima lo zio di
Jettero gridare a voce alta di volerlo uccidere: il fanciullo gli aveva
sfasciato per la quarta volta la parte anteriore della Croma Turbodiesel.
Zio Heller era un tipo intransigente. Forse non aveva mai capito molto
del nipote, e certamente non aveva capito che Jettero non avrebbe mai po-
tuto comprendere a fondo l'uso del cambio... erano ben 5 marce piu' la
retro, e Jettero riusciva a malapena a contare fino a quattro.
Fu molto dura per me dover mettere al corrente la famiglia delle attivita'
segrete del ragazzo: si arresero all'evidenza solo aprendo i suoi diari.
All'interno di uno di essi spiccava un oggetto quadrato di colore blu, u-
na lamella luccicante copriva un foro rettangolare nel rivestimento pla-
stico ed un'etichetta sbiadita recava la scritta "Jettero Heller Softwor-
ks - Time Warp disk 1". Era la prova infamante della sua appartenenza al-
la setta segreta dei pirati del software.
Una nuova conferma intervenne a fugare ogni dubbio residuo: un cliente
abituale di Jettero telefono' per lamentarsi dei suoi metodi di duplica-
zione, mi informo' cosi' che ogni persona rifornita di software dal pic-
colo pirata doveva farsi rifare le copie almeno quattro volte.
Nell'ultimo sciagurato caso, Jettero aveva invertito i drives e si era
copiato 50 dischi vergini sui suoi supporti pieni di files. Gli occhi
della madre si riempirono di lacrime: stava ridendo troppo forte.
Frugammo nei cassetti e non trovammo nulla di particolare, a parte la ma-
scherina verde comprata in farmacia che il ragazzo usava quando lavorava
con il computer, nel timore di contrarre un virus.
Ottenuta l'autorizzazione dei familiari mi accinsi a sfogliare le pagine
dei diari di Jettero: forse i suoi appunti mi avrebbero dato qualche in-
dicazione preziosa, forse avrei scoperto il movente di quell'omicidio,
forse avrei capito quali fossero i segreti di Twin Phreaks.
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