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Immigrazione

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  • #61
    Aprite le boccucce ed accogliete il mio piscio in gola

    "Liberare" i migranti senza "arrestare" i capitali? Un suicidio (https://www.contropiano.org/interven...li-un-suicidio)

    Contestare il reato di immigrazione clandestina senza aprire una contesa più generale per il controllo dei movimenti di capitale e per un’alternativa di politica economica, costituisce un suicidio politico. Spunti di riflessione per una “sinistra” allo sbando, da tempo incapace di dare coerenza logica alle fondamentali battaglie contro l’avanzata dei movimenti xenofobi e razzisti.

    Pubblicato sul Financial Times il 23 settembre scorso, il “monito degli economisti” denuncia la mancata volontà delle classi dirigenti europee di concepire una svolta negli indirizzi di politica economica, considerandola tra l’altro una causa delle “ondate di irrazionalismo che stanno investendo l’Europa” e dei relativi “sussulti di propagandismo ultranazionalista e xenofobo”. La recente tragedia di Lampedusa costituisce un esempio terrificante delle conseguenze di questa palese ignavia politica. Il riferimento non è solo al raccapricciante tentativo del Presidente della Commissione europea Barroso di mettere un velo su questa vicenda ricorrendo a un’offensiva elemosina europea. Il problema sta pure nel modo in cui le forze di sinistra si sono lanciate in una battaglia per l’abolizione del reato di immigrazione clandestina previsto dalla legge Bossi-Fini.

    Naturalmente, nessuno qui nega che sia giusto cercare di intercettare il moto di sdegno che ha attraversato il paese, di fronte alla notizia che i superstiti del disastro di Lampedusa subiranno anche la beffa di essere imputati per quel reato. Ma bisogna rendersi conto che oggi più che mai la politica non può esser fatta solo di sdegno o di mani passate sulla coscienza. Soprattutto in tempo di crisi, la politica è alimentata in primo luogo dalla volontà dei singoli e dei gruppi di difendere i propri interessi, di dar voce alle proprie istanze. Le forze di sinistra dovrebbero ricordare che siamo nel mezzo di una catastrofe occupazionale che dall’inizio della crisi ha visto crescere i disoccupati di 7 milioni di unità in Europa e di un milione e mezzo soltanto in Italia. Per le forze politiche avverse agli immigrati si tratta di una manna, di un terreno elettorale fertilissimo. Se non si vuole che la lotta contro il reato di immigrazione clandestina si trasformi in un boomerang dal punto di vista dei consensi, occorre allora collocare quella lotta in una più generale analisi della crisi e delle risposte politiche realmente in grado di fronteggiarla.

    A questo scopo, bisognerebbe iniziare a fare i conti con il nuovo “liberismo pragmatico” di questi ultimi tempi, che da un lato difende a spada tratta la deregolamentazione finanziaria e la relativa, completa libertà di movimento internazionale dei capitali, e dall’altro lato asseconda aperture alternate a repressioni sul versante delle migrazioni di lavoratori. Il problema è che fino a quando i capitali potranno liberamente spostarsi da un luogo all’altro del mondo, la quota del prodotto sociale attribuita ai profitti e alle rendite resterà indipendente e quindi prioritaria rispetto alla quota destinata al lavoro. Prima che arrivino a intaccare seriamente i profitti, le eventuali pressioni salariali e fiscali verrebbero infatti inibite dalla minaccia di una fuga dei capitali all’estero. Per i lavoratori residenti, dunque, sotto queste condizioni non ci saranno molte possibilità di influire sulla distribuzione del prodotto sociale. Essi saranno costretti a ripartire con gli immigrati una parte residuale della produzione. Questa ripartizione del residuo evidentemente rischia di scatenare la più classica guerra tra poveri, specialmente in una fase in cui la produzione cade o ristagna. Scopo dei reati di clandestinità e dei controlli repressivi alle frontiere può allora consistere nel tenere questa guerra a un livello di bassa intensità. Queste misure assumono cioè il ruolo di “cuscinetto” tra nativi e stranieri, che può essere sgonfiato o meno a seconda delle circostanze, e che permette di gestire lo scontro tra lavoratori interni ed esterni secondo i fini prioritari della riproduzione del capitale.

    Qualcuno avrà forse notato che nel ragionamento suddetto non vi è spazio per alcuni tipici luoghi comuni della politica corrente, come quelli secondo cui «l’immigrazione è indispensabile alla nostra economia» oppure «gli immigrati, in quanto giovani, sono gli unici in grado di evitare il collasso del nostro sistema previdenziale». Queste affermazioni trovano il loro appiglio teorico nei teoremi della economia neoclassica dominante, dai quali scaturisce il fantasioso convincimento secondo il quale la disoccupazione non esiste, e quindi l’immigrato contribuisce automaticamente alla crescita del prodotto sociale. Per quanto costituisca tuttora uno degli alibi preferiti da parte dei policymakers europei, questa tesi è priva di fondamento, è smentita dai dati empirici e dai fatti storici. La verità è che in condizioni di libera circolazione dei capitali – e di relativo smantellamento della produzione pubblica – non è certo la volontà dei singoli ma è il meccanismo di riproduzione capitalistica, con la sua instabilità e le sue crisi, che decide della distribuzione, della composizione e del livello della produzione e dell’occupazione. In un simile contesto l’immigrato non costituisce di per sé un fattore di crescita della ricchezza. Piuttosto, è la dinamica capitalistica a determinare il suo destino, ossia il suo impiego in aggiunta oppure in sostituzione – e quindi in competizione – con i lavoratori nativi. Bisognerebbe insomma guardare in faccia la realtà, e abbandonare sia gli alibi della teoria dominante sia le fantasiose rappresentazioni del conflitto suggerite dagli ultimi epigoni del negrismo. Il migrante, infatti, non rappresenta necessariamente né una “forza produttiva” né una “forza sovversiva”, ma può al contrario rivelarsi, suo malgrado, un feroce strumento di repressione delle rivendicazioni sociali.



    Alla luce di quanto detto, dovrebbe esser chiara un’esigenza: alle giuste mobilitazioni contro il reato di immigrazione clandestina bisognerebbe affiancare, in primo luogo, il rilancio delle proposte finalizzate al controllo politico dei movimenti di capitale. Dove per controllo dovrebbe intendersi il ridimensionamento dei mercati finanziari e il riassorbimento, nell’ambito della dialettica politica, della questione cruciale del riequilibrio dei conti esteri. Il ripristino di una rete di controlli sui capitali è una delle condizioni necessarie per impedire che lo scontro distributivo e occupazionale continui ad esprimersi solo tra i lavoratori, in particolare tra nativi e migranti. Potremmo affermare, insomma, che se l’intenzione fosse davvero quella di “liberare” i migranti allora bisognerebbe iniziare ad “arrestare” i capitali, ad imbrigliarli cioè in un sistema di controlli simile a quello che sussisteva fino agli anni ’70 del secolo scorso. Se non sussisteranno le condizioni per collocare la partita per una più civile legislazione sull’immigrazione in una contesa più generale sulla politica economica, la predizione del “monito degli economisti” sarà confermata: una sempre più vasta prateria di consensi verrà lasciata all’onda nera dei movimenti xenofobi.

    (Yaya) La notte io mi sego pensando a te
    la notta buia ti penso
    la notte buia mi tocco
    la notte buia ti desidero
    vorresti uscire con me
    ci vediamo e scopiamo
    poi scopiamo nella notte buia

    Pino Melfa

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    • #62
      Originariamente inviato da max84 Visualizza il messaggio
      «gli immigrati, in quanto giovani, sono gli unici in grado di evitare il collasso del nostro sistema previdenziale».
      In mezzo al mare di supercazzole, la trovo gustosa.


      Sul serio, basta anche un deficiente per capire che sono gli unici che possono affossarla ancora di più, prendendo 1200 euro al mese appena sbarcati senza fare un càzzo.
      Le altre le tralascio, ma questa meritava, meritava davvero.
      Ultima modifica di Guardiavia; 11-10-2013, 12:21.

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      • #63
        Originariamente inviato da Guardiavia Visualizza il messaggio
        Originariamente Scritto da max84 Visualizza Messaggio
        «gli immigrati, in quanto giovani, sono gli unici in grado di evitare il collasso del nostro sistema previdenziale».

        In mezzo al mare di supercazzole, la trovo gustosa.
        Perché sei così handicappato Guardiavia? Possibile tu lo sia al punto da non capire che l'articolo considera queste motivazioni sull'immigrazione come dei luoghi comuni? Davvero riesci ad avere un fail-rate così alto come se nulla fosse?

        (Yaya) La notte io mi sego pensando a te
        la notta buia ti penso
        la notte buia mi tocco
        la notte buia ti desidero
        vorresti uscire con me
        ci vediamo e scopiamo
        poi scopiamo nella notte buia

        Pino Melfa

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        • #64
          Non ho capito una cosa di tutta questa discussione: state parlando dell'immigrazione clandestina o in generale del fenomeno?

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          • #65
            Originariamente inviato da max84 Visualizza il messaggio
            Perché sei così handicappato Guardiavia? Possibile tu lo sia al punto da non capire che l'articolo considera queste motivazioni sull'immigrazione come dei luoghi comuni? Davvero riesci ad avere un fail-rate così alto come se nulla fosse?

            l'articolo ti fa capire il pericolo dell'immigrazione.

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            • #66
              Originariamente inviato da max84 Visualizza il messaggio
              A
              dal mio ininfluente punto di vista tutto ciò rimane fuffa fino a che non si cambia radicalmente il governo e si elimina la democrazia fino a che questa non verrà educata, cioè mai in questo universo.
              basta vedere l'abolizione del reato di clandestinità in tempi record (conosciamo tutti benissimo i tempi dell'italia) dopo la cosiddetta "strage di lampedusa" per cavalcare l'onda del buonismo e accaparrarsi consensi, quando in tutti questi anni il numero dei morti dei migranti in mare mette in ridicolo la strage di lampedusa, eppure facevano solo da contorno fino a che non ne sono morti un discreto numero tutti assieme.
              io sono favorevole all'abolizione del reato di clandestinità ma concordo che sia una stronzata farlo subito senza delle contromisure.
              cmq finchè esiste la democrazia diseducata non vedo come ci sia una minima possibilità di controllare il movimento dei capitali in modo giusto.
              ***** non devo postare prima delle 15

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              • #67
                Originariamente inviato da max84 Visualizza il messaggio
                Il migrante, infatti, non rappresenta necessariamente né una “forza produttiva” né una “forza sovversiva”, ma può al contrario rivelarsi, suo malgrado, un feroce strumento di repressione delle rivendicazioni sociali.
                Interessantissimo il legame, però sembra che al momento che il migrante non esista come forza produttiva, né forza sovversiva, secondo l'articolo cessi di esistere del tutto o di migrare. E invece il migrante se ne frega ed emigra lo stesso. Posto che il processo di movimento dei capitali sia essenzialmente inarrestabile, a meno di sconvolgimenti globali epocali, quale altra soluzione c'è, oltre a quella proposta dall'articolo che ho incollato poco sopra (istituzionalizzare il fenomeno rendendolo sicuro e controllato e civile)?
                L'analisi macro da cui parte è interessante e profonda, ma le due soluzioni che scrive sono adolescenziali a dir poco: il problema è il movimento di capitali, quindi o fermiamo i capitali, oppure i migranti, per evitare che quando arrivino scatenino l'invidia degli ignoranti nativi.
                Insomma per evitare che il vento nero cominci a soffiare in numeri preoccupanti teniamolo in linea di galleggiamento concedendogli di sfogarsi nelle piccole cose. Che poi è quello che dice Grillo: se fossimo meno xenofobi non ci voterebbe nessuno.
                Allora secondo me la questione torna indietro al vero problema di fondo: il vento nero della xenofobia è causato niente meno che da un pregiudizio, cioè da un giudizio formatosi in via pre-razionale con la meravigliosa capacità di essere accolto non solo dai singoli ma soprattutto di diffondersi senza filtri a livello di gruppo. I pregiudizi si correggono in un solo modo: incanalando le informazioni nelle giuste strade cognitive, permettendo alla coscienza collettiva di capire il fenomeno con strumenti razionali e impedendole di accettarlo, invece, tramite lo stesso meccanismo che causa il panico.

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                • #68
                  Originariamente inviato da JustLikeToio Visualizza il messaggio
                  il vento nero della xenofobia è causato niente meno che da un pregiudizio
                  E' strano: perchè la tua cazzata delle 12:08 è smentita da dati reali sulla percentuale di stranieri detenuti nelle carceri Italiane. Che arriva al 50%.
                  E se tu fossi avvezzo nella matematica proveresti un altro rapporto: Popolazione italiana/numero detenuti italiani e lo confronteresti con il numero di immigrati presenti in italia/numero di detenuti stranieri.

                  Per cortesia, va bene provarle in tutte le maniere per fare il salvatore del genere umano, ma se prima non salvi la tua di nazione, esonerandola da simili cazzate, non vedo come si possa riuscire nell'intento.
                  Riporto la frase di un altro messia: prima di togliere la pagliuzza nell'occhio del vicino, pensa alla trave nel tuo.

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                  • #69
                    Stiamo parlando di un paese in cui la L. 189/2002 considera reato penale la condizione amministrativa di non possedere documenti validi di identità da parte di stranieri. Aggiungi che la condizione di clandestinità viene punita con 4 anni di reclusione. Aggiungi che inevitabilmente se non apri un canale legale di migrazioni, tutti quelli che arrivano sono clandestini illegali, e quindi punibili penalmente.
                    Per tre giorni ti viene scritto che il problema non è l'immigrazione ma il modo in cui lo stato accogliente la considera e le politiche che attua per regolamentarla, cerca di capire almeno quello. Non si tratta di salvare il mondo, o altre cazzate. Si tratta che sei solo un ignorante razzista e che continuerai a cercare qualche argomento a caso per giustificare i tuoi sudici pruriti.
                    Se si considera come fenomeno inevitabile (qual è) quello delle migrazioni e dei movimenti delle persone, allora c'è qualcosa da rivalutare a livello di politiche, ne convieni o hai qualche deficit neurologico?

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                    • #70
                      Originariamente inviato da JustLikeToio Visualizza il messaggio
                      Stiamo parlando di un paese in cui la L. 189/2002 considera reato penale la condizione amministrativa di non possedere documenti validi di identità da parte di stranieri.
                      Cioè mi stai dicendo che ancora credi che mettano in carcere persone senza documenti d'identità?



                      Siamo a posto, quindi te ne cito un altra dal punto di vista neurologico: il bue che dà del cornuto all'asino.
                      E per quanto riguarda la cultura, mi sembra che qui a meno di ichi che sa e mente sapendo di mentire perchè non vuole ammettere di aver buttato al cesso anni e anni, chiosando letture marxiste, ecco, mi sembrate un gruppo di lobotomizzati senza alcuna capacità di analisi, nel caso fortunato in cui abbiate sottomano dei dati concreti, nella sfortunata stragrande maggioranza dei casi non capite un càzzo, ma non perchè non ci arrivate, quello è un problema secondario, ma proprio perchè siete un ammasso di disinformati cronici.
                      Cultura
                      Spiegami cos'è per te la cultura, perchè se per te è la lettura del Barone rampante o Il piccolo principe, come credo che sia a giudicare dai vostri post nella sezione "libri e letteratura" siamo messi male.

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                      • #71
                        Comunque tornando al discorso carta d'identità, mi spieghi come fa a essere incarcerato uno a piede libero a cui sono già stati dati privilegi come 1200 € esente lavoro, casa popolare, bollette acqua, luce, gas pagate, sigarette e profilattici?

                        Me la spieghi?

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                        • #72
                          Originariamente inviato da Guardiavia Visualizza il messaggio
                          Comunque tornando al discorso carta d'identità, mi spieghi come fa a essere incarcerato uno a piede libero a cui sono già stati dati privilegi come 1200 € esente lavoro, casa popolare, bollette acqua, luce, gas pagate, sigarette e profilattici?

                          Me la spieghi?
                          te lo spiego io, per avere il sussidio o la casa popolare, devi essere immigrato regolare con regolare permesso di soggiorno, quindi non sei clandestino.
                          Puoi averle anche tu queste cose, lasci il lavoro fai il barbone e entri in graduatoria. Prima o poi la casa la danno pure a te
                          L'altruismo è la più grande e sofisticata forma di egoismo

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                          • #73
                            Se gli va bene, al massimo, gli danno la pensione di invalidità.

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                            • #74
                              Ha ragione a protestare, a lui gli spetta.

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                              • #75
                                Ragazzi, ve le ha suonate a colpi di rotfl

                                (Yaya) La notte io mi sego pensando a te
                                la notta buia ti penso
                                la notte buia mi tocco
                                la notte buia ti desidero
                                vorresti uscire con me
                                ci vediamo e scopiamo
                                poi scopiamo nella notte buia

                                Pino Melfa

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