Secondo l'Antico Testamento, sicuramente.
Purtroppo non sono un ardente credente come te, e ritengo la pena di morte incostituzionale.
Ora, visto che è dimostrato che la pena di morte sia di fatto incostituzionale, vorrei che tu specificassi cosa intendi per "caxxate da buonista".
Secondo l'Antico Testamento, sicuramente.
Purtroppo non sono un ardente credente come te, e ritengo la pena di morte incostituzionale.
Ora, visto che è dimostrato che la pena di morte sia di fatto incostituzionale, vorrei che tu specificassi cosa intendi per "caxxate da buonista".
Io ritengo che non debba nemmeno giocare un'omicida.
Ma io mi chiedo, come sai queste cose?
Come sai che non è l'esatto contrario?
La sorella veniva stuprata dal suo ragazzo. Ah no, per Wang non esiste. Diciamo che venisse malmenata per puro sadismo. Non lo confessava per paura. Egli per affetto decide di andare al di là delle leggi ed uccide il ragazzo. Finisce in carcere. Qui organizza un'attività NON VIETATA da alcuna legge precedente, in cui magari riesce a coinvolgere e far socializzare altri 3 detenuti che erano finiti lì per svariati motivi. Uno di questi aveva svaligiato una banca e qualcuno aveva sparato e qualcuno era morto, per pagare le spese mediche di suo figlio; era anche un cristiano praticante e ora i suoi sensi di colpa lo spingevano al suicidio. Finché non ha trovato che le persone possono cambiare, perché anche nel posto che lì per lì gli sembrava il peggiore del mondo, c'era un barlume di fratellanza.
Non poteva essere così? No? Buon per te, che non sei mai stato, evidentemente, in una condizione simile.
Ragazzi, volete vedere le cose in bianco e nero perché credete di avere la verità tra le mani; ma chi credete di essere? Ringrazio il cielo che siano solo opinioni, oppure saremmo al Terrore.
Le nostre, come le tue, sono solo opinioni.
In ogni caso continuo a non capire il nesso tra D&D e un reinserimento sociale (perchè era questo l'argomento del topic).
Non metto in dubbio che un gioco possa essere usato per socializzare, ma ci son metodi ben migliori che possono essere usati a tale scopo.
La teoria di wang relativa al fatto che un omicida non debba nemmeno giocare è senza dubbio esagerata, ma non vedo il motivo di tanto scalpore nel vietare ad un detenuto un gioco che addirittura in tal caso sembrava incitare alla violenza e al gioco d'azzardo.
Non mi sembra che al condannato sia stata preclusa la possibilità di rimediare ai propri errori o di rientrare in società.
Non sto inneggiando all'occhio per occhio ma quell'uomo, come qualunque assassino, ha rovinato un'intera cerchia di persone e la sua stessa vita compiendo quest'atto. Sapeva delle conseguenze che le sue azioni avrebbero comportato e le ha compiute lo stesso.
Rispondimi qui, questo è il nocciolo della questione.
Ragazzi, volete vedere le cose in bianco e nero perché credete di avere la verità tra le mani; ma chi credete di essere? Ringrazio il cielo che siano solo opinioni, oppure saremmo al Terrore.
Ognuno opina in base alla propria etica personale, non è questione di Verità. Secondo me, per le ragioni riportate qui sopra, un uomo colpevole di un atto sì rirpovevole non può essere trattato come un normale cittadino.
Ognuno opina in base alla propria etica personale, non è questione di Verità. Secondo me, per le ragioni riportate qui sopra, un uomo colpevole di un atto sì rirpovevole non può essere trattato come un normale cittadino.
Le nostre, come le tue, sono solo opinioni.
In ogni caso continuo a non capire il nesso tra D&D e un reinserimento sociale (perchè era questo l'argomento del topic).
Non metto in dubbio che un gioco possa essere usato per socializzare, ma ci son metodi ben migliori che possono essere usati a tale scopo.
E su questo posso anche essere d'accordo, ma ripeto che ci sarebbero da prendere in considerazione molti e molti fattori, cosa che qui noi senza dati alla mano non riusciremo a fare e cosa che, ritengo, nemmeno la sentenza di un giudice possa stabilire così. Nell'articolo non ho letto nulla a proposito di questo almeno, ovvero di consulti anche con psicologi ed esperti in questi campi sui metodi di riabilitazione.
un gioco che addirittura in tal caso sembrava incitare alla violenza e al gioco d'azzardo.
Qui c'è da chiedersi se quella frase del giudice voglia dire:
1-che i giocatori finivano per avere dei comportamenti violenti (forzatura sintattica);
2-che il gioco in sè inciti alla violenza.
La prima opzione mi pare strana, ma se quello fosse stato il caso avrei potuto essere d'accordo.
La seconda, come sinceramente ho interpretato dal testo, è equivalente a dire che anche leggersi l'Antigone inciti alla sovversione. Hai giocato a WoW, credo, ma non penso ciò ti abbia reso particolarmente violento.
Non sto inneggiando all'occhio per occhio ma quell'uomo, come qualunque assassino, ha rovinato un'intera cerchia di persone e la sua stessa vita compiendo quest'atto. Sapeva delle conseguenze che le sue azioni avrebbero comportato e le ha compiute lo stesso.
Sapeva che avrebbero bandito D&D? Non credo. Può sembrare una pignoleria, ma non lo è. Certezza delle pene: è fondamentale, in tutti i suoi sensi. Le pene devono essere quelle stabilite e non altre.
Vorrei far notare che non ho mai detto che si dovrebbe dare la possibilità ai carcerati di giocare in assoluto.
Io non capisco, godete nel dare giudizi su argomenti in cui non siete, credo, competenti? Una cosa è giudicare una legge in sè, una cosa è una sentenza legata ad un caso specifico.
Mi pare di essere a Studio Aperto. Oh, ho appena realizzato la stupidità intrinseca di questo nome.
Ultima modifica di FlawlessNike; 27-01-2010, 18:18.
Qui c'è da chiedersi se quella frase del giudice voglia dire:
1-che i giocatori finivano per avere dei comportamenti violenti (forzatura sintattica);
2-che il gioco in sè inciti alla violenza.
La prima opzione mi pare strana, ma se quello fosse stato il caso avrei potuto essere d'accordo.
La seconda, come sinceramente ho interpretato dal testo, è equivalente a dire che anche leggersi l'Antigone inciti alla sovversione.
Come hai fatto notare qualche post fa, non è possibile conoscere la sequenza dei fatti.
Tu stesso saprai che giochi come D&D o wow sono abbastanza competitivi e non mi sorprenderei se fosse stato tale gioco un motivo di lite o comunque destabilizzante all'interno del carcere.
Come detto da Gwineth, la detenzione deve essere usata anche per il reinserimento sociale oltre che come punizione.
Il punto è che D&D non appartiene alla prima categoria quindi dov'è il problema se delle guardie hanno ritenuto giusto proibirlo?
Io non capisco, godete nel dare giudizi su argomenti in cui non siete, credo, competenti? Una cosa è giudicare una legge in sè, una cosa è una sentenza legata ad un caso specifico.
Se non lo avessi notato questo è un topic di un forum pubblico, e fino a prova contraria possono postare tutti discutendo le proprie opinioni.
E' inoltre interessante il fatto che tu sia convinto in partenza di essere competente in materia e di avere ragione a priori, cosa posti a fare se sai già di avere ragione e di conseguenza non sei disposto a rivedere le tue idee?
Poi ci si meraviglia che dal carcere si esca peggio di come si entra.Tra guardie che magari picchiano i prigionieri per qualsiasi cosa, varie sevizie da altri detenuti. Un clima certo non amichevole che ti porta a praticare la legge della giungla... cioè il più forte sopravive.
Sicuramente non è l'ambiente ideale per rieducare le persone. Gia il fatto di stare rinchiusi per una vita tra 4 mura porta alla pazzia, ma se si impedisce pure di leggere o giocare... (vorrei sapere se in codesto carcere è vietata qualsiasi forma di gioco perchè porta alla competitività)
Il punto è che D&D non appartiene alla prima categoria quindi dov'è il problema se delle guardie hanno ritenuto giusto proibirlo?
Un gioco è naturalmente motivo di rapporto con gli altri. Rapportarsi con gli altri è un carattere determinante della società. Direi che un nesso ci sia, ed anche stretto.
Oltre a ciò, D&D è "giocabile" a parole. Vietare il diritto di parola va contro i diritti dell'uomo.
Se non lo avessi notato questo è un topic di un forum pubblico, e fino a prova contraria possono postare tutti discutendo le proprie opinioni.
Chi ha mai detto che non possiate farlo? Il fatto che si possa non implica che si debba.
In questo specifico caso, stavo solo sottolineando l'inutilità di una discussione, come tante, tutte le cronache nere e dei colori dell'arcobaleno, su argomenti di cui non si conoscono i fatti.
E' inoltre interessante il fatto che tu sia convinto in partenza di essere competente in materia e di avere ragione a priori, cosa posti a fare se sai già di avere ragione e di conseguenza non sei disposto a rivedere le tue idee?
Io sono convinto in partenza di non essere competente in materia e che un giudizio sulla sentenza specifica sia impossibile.
Credo invece che tutti siano competenti nell'esaminare la motivazione della sentenza a sè stante: purtroppo pare che tutti vogliano parlare o del crudele Kevin T. Singer, oppure di come si debba ritornare alla Legge del Taglione.
Nel primo caso ritengo non ci sia materiale su cui lavorare, nel secondo che si stia andando contro i Diritti dell'Uomo, che reputo imprescindibili e che tutti, volenti o nolenti, accettano quando pretendono, giustamente, un dialogo pacifico.
Un gioco è naturalmente motivo di rapporto con gli altri. Rapportarsi con gli altri è un carattere determinante della società. Direi che un nesso ci sia, ed anche stretto.
Oltre a ciò, D&D è "giocabile" a parole. Vietare il diritto di parola va contro i diritti dell'uomo.
E' possibile rapportarsi con gli altri in tantissimi modi, e non è sicuramente necessario ne utile a tal fine D&D, ma questo ormai lo dico da 3 post.
Il fatto del vietare i diritti dell'uomo proibendo D&D non ha bisogno di commenti e spero anche che tu sappia il perchè.
Chi ha mai detto che non possiate farlo? Il fatto che si possa non implica che si debba.
In questo specifico caso, stavo solo sottolineando l'inutilità di una discussione, come tante, tutte le cronache nere e dei colori dell'arcobaleno, su argomenti di cui non si conoscono i fatti.
Beh io fino a prova contraria sto mettendo in campo delle tesi che possono essere giuste o sbagliate quanto le tue.
E' dal confronto di quest'ultime che nasce una discussione, che per quanto inutile possa essere o basata su fatti non conosciuti, permette la nascita di nuove opinioni che in un paese come questo non possono che fare del bene.
Se poi a te non sta bene nessuno ti obbliga a rispondermi.
Credo invece che tutti siano competenti nell'esaminare la motivazione della sentenza a sè stante: purtroppo pare che tutti vogliano parlare o del crudele Kevin T. Singer, oppure di come si debba ritornare alla Legge del Taglione.
Nel primo caso ritengo non ci sia materiale su cui lavorare, nel secondo che si stia andando contro i Diritti dell'Uomo, che reputo imprescindibili e che tutti, volenti o nolenti, accettano quando pretendono, giustamente, un dialogo pacifico.
Io non appoggio nessuna delle due correnti, semplicemente trovo futile paragonare un semplice gioco da tavolo ad un metodo di riabilitazione, e di conseguenza condannarne una sua rimozione da un carcere.
E' possibile rapportarsi con gli altri in tantissimi modi, e non è sicuramente necessario ne utile a tal fine D&D, ma questo ormai lo dico da 3 post.
Il fatto del vietare i diritti dell'uomo proibendo D&D non ha bisogno di commenti e spero anche che tu sappia il perchè.
(...)
Io non appoggio nessuna delle due correnti, semplicemente trovo futile paragonare un semplice gioco da tavolo ad un metodo di riabilitazione, e di conseguenza condannarne una sua rimozione da un carcere.
Certo, perché pensi sganciato dai fatti.
Se pensi che D&D "è un gioco" quindi "roba da bambini" quindi "non rientra nei diritti dell'uomo", mi spiace, ma sbagli.
Stai escludendo parte del mondo creato dall'uomo. E non vedo perché dovresti farlo.
Beh io fino a prova contraria sto mettendo in campo delle tesi
Ripeto che mi chiedo su quali competenze si basi la tua affermazione che D&D non sia utile a socializzare.
E' evidente che tu non lo stia facendo sulla definizione di gioco, in quanto questa dice l'esatto contrario.
Ripeti da 3 post, sì, ma ripeti senza dare spiegazioni. Io un po' ho giocato a D&D e un po' di psicologia/sociologia l'ho fatta. Mi sfugge come D&D addirittura non sia UTILE a rapportarsi con gli altri, parole tue. Se hai una spiegazione (diversa da "lo trovo futile", non solo perché "futile" è quantomeno vago, ma perché stai motivando una tua scelta in base ad una tua sensazione imprecisa - "trovare") per questo, allora dalla, così potrà partire una discussione.
Ultima modifica di FlawlessNike; 27-01-2010, 19:53.
E' incredibile che nel 2010 esistano ancora persone che ragionano con l'ormai datato "occhio per occhio". Ma stiamo scherzando? Già adesso la gente che va in prigione ne esce peggiorata, in più si vuole togliere loro ogni possibilità "ricreativa" (come lo può essere d&d o una partita di calcio)...
Poi però se la gente esce incazzata e non si fa remore a ricommettere nuovi reati non è che potete lamentarvi.
Wang vs Windi oc*****.
Certo, perché pensi sganciato dai fatti.
Se pensi che D&D "è un gioco" quindi "roba da bambini" quindi "non rientra nei diritti dell'uomo", mi spiace, ma sbagli.
Stai escludendo parte del mondo creato dall'uomo. E non vedo perché dovresti farlo.
Semplicemente il non permettere di giocare a D&D non è contro nessun diritto fondamentale dell'uomo, dato che per libertà di parola io penso all'esprimere le proprie idee e le proprie opinioni.
Secondo il tuo ragionamento quindi, anche il rimanere in carcere e il non poter gironzolare per il paese va contro i diritti dell'uomo, dato che ne limita la libertà?
Ripeto che mi chiedo su quali competenze si basi la tua affermazione che D&D non sia utile a socializzare.
E' evidente che tu non lo stia facendo sulla definizione di gioco, in quanto questa dice l'esatto contrario.
Ripeti da 3 post, sì, ma ripeti senza dare speigazioni. Io un po' ho giocato a D&D e un po' di psicologia/sociologia l'ho fatta. Mi sfugge come D&D addirittura non sia UTILE a rapportarsi con gli altri, parole tue. Se hai una spiegazione (diversa da "lo trovo futile", non solo perché "futile" è quantomeno vago, ma perché stai motivando una tua scelta in base ad una tua sensazione imprecisa - "trovare") per questo, allora dalla, così potrà partire una discussione.
Mi sono espresso male io.
Nel post precedente volevo dire che non è sicuramente utile rispetto ad altri metodi come quelli socialmente utili, che permettono una reinstaurazione di una identità civile nel carcerato.
D&D, per quanto utile a socializzare possa essere, resta pur sempre un gioco, e come tale i suoi risvolti pratici sono essenzialmente nulli, o comunque non appartenenti al campo della riabilitazione.
Semplicemente il non permettere di giocare a D&D non è contro nessun diritto fondamentale dell'uomo, dato che per libertà di parola io penso all'esprimere le proprie idee e le proprie opinioni.
Secondo il tuo ragionamento quindi, anche il rimanere in carcere e il non poter gironzolare per il paese va contro i diritti dell'uomo, dato che ne limita la libertà?
Mi rendo conto che leggere sia faticoso, ma visto che si vuole anche aver ragione a forza di sofismi, almeno leggete la base -che io stesso ho postato!- per sostenere le vostre opinioni: Articolo 52, punto primo.
Mi sono espresso male io.
Nel post precedente volevo dire che non è sicuramente utile rispetto ad altri metodi come quelli socialmente utili, che permettono una reinstaurazione di una identità civile nel carcerato.
D&D, per quanto utile a socializzare possa essere, resta pur sempre un gioco, e come tale i suoi risvolti pratici sono essenzialmente nulli, o comunque non appartenenti al campo della riabilitazione.
Mi viene difficile pensare a qualcosa che non abbia risvolti pratici a questo mondo, come prima cosa.
Come seconda cosa, mi viene da pensare che tu stia evidentemente continuando a parlare in astratto. Le idee van bene, ma lasciarle nell'iperuranio è, a mio avviso, controproducente; un esempio: personalmente, darei ai carcerati un buon libro da leggere. Prendiamone uno, faccio io: Delitto e Castigo. Ora, credo non ci siano dubbi sul fatto che esso sia decisamente legato alla situazione di cui stiamo parlando, e che sia un capolavoro della letteratura. Date queste premesse, potrebbe sembrare un ottimo metodo di riabilitazione. Però, non tutti sono in grado di leggere libri mediamente difficili, o anche solo impegnativi. Servirebbe allora che, per capire il significato di Dostojevski, qualcuno glielo spiegasse, al carcerato. Che fare? Possiamo dare lezioni di letteratura russa o distribuire in allegato al libro una introduzione all'autore.
Dunque. Supponendo che anche qualcuno abbia avuto la voglia di iniziare a leggere, la forza di continuare a farlo, la perseveranza in questo difficile compito, credo che questi sarebbe riuscito a vivere bene in prigione anche senza aver letto Delitto e Castigo.
Con una supposizione più realistica, vedremo che la maggior parte dei soggetti non avrà letto il libro, i libri, o ascoltato i professori, che abbiamo pagato. Pagato. Lo Sato è dovuto intervenire per finanziare qualcosa, che non è andato a buon fine.
L'ideale era talmente buono da risultare un'utopia totalmente sganciata dal mondo.
Chi finisce in prigione, non è il filosofo che ha un'ottima comprensione della vita (può essere, per carità, non voglio salvare i filosofi omicidi), ma sarà più frequentemente una persona comune, a contatto coi problemi della vita di tutti i giorni.
La vita di tutti i giorni non è fatta per tutti dai noumeni e dai fenomeni, ma dalle partite di calcio e di D&D.
Non sto dicendo che gli uni siano inferiori agli altri, o che questi debbano fare quello o viceversa. Che ognuno sia felice per come agisce, per le sue scelte.
Bloch in uno dei suoi libri parte da una ragazza che fissa una vetrina per strada. Non dall'idea del vetro, o dalla definizione fisica di luce.
Viviamo in quest'epoca che è fatta così, e c'è chi giunge ad un nichilismo alla Vattimo, non senza ragioni.
Voler tagliare fuori parti di essa perché "basse" (o qualunque aggettivo meglio descriva la tua concezione, e la concenzione di molti) è... limitante.
D&D fa parte della storia del nostro mondo quanto le imprese di Alessandro Magno, quanto la partita di calcio di domenica scorsa, quanto le istruzioni di Shuruppak.
E fa parte anche di te e di me, in quanto, che ti piaccia o meno, viviamo in questo mondo e da esso siamo influenzati.
Personalmente, non mi mutilerei così, senza pensarci su almeno un paio di volte.
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