fa discutere la nota inviata alle scuole che prevede dall'anno 2010/2011 il tetto del 30% di bambini stranieri nelle classi italiane
"È una misura contro le classi ghetto" ha precisato il ministro. Il limite del 30% è un punto di riferimento per favorire "la crescita e una migliore didattica nelle singole classi" soprattutto nelle periferie delle grandi città dove ci sono quartieri ad altra densità di immigrati. "Non c’è integrazione - ha ribadito il ministro - se i ragazzi non vengono messi in condizioni di conoscere la lingua italiana."
Nell’anno scolastico 2008/2009 gli alunni con genitori stranieri sono saliti a 628.937 su un totale di 8.943.796 iscritti, per un’incidenza del 7%. La più elevata, stando al dossier Caritas-Migrantes - si registra nelle scuole elementari e, a livello regionale, in Emilia Romagna e in Umbria. Di questi studenti, uno ogni 6 è romeno, uno ogni 7 è albanese e uno ogni 8 è marocchino. Alcuni sono stranieri per modo di dire, perchè quasi 4 su 10 (37%) sono nati in Italia. Oltre ai numerosi stranieri di seconda generazione, ci sono poi quelli di lunga scolarizzazione, avendo frequentato scuole italiane da molti anni: non è la stessa cosa gestire in classe un alunno straniero nato qui e che frequenta da anni la scuola italiana e uno appena arrivato da un altro paese. L’emergenza (soprattutto linguistica) riguarda in particolare gli stranieri di più recente immigrazione. E forse solo per questi studenti, parlare di tetto può avere senso. In caso diverso, la ragione del tetto del 30% non appare linguistica ma culturale, etnica e religiosa.
Esistono numerose scuole, quantomeno in alcuni quartieri di Roma, in cui le classi sono all'80% o anche al 90% di bambini stranieri. In questo caso, dovrebbero essere smembrate.
Voi che ne dite?
"È una misura contro le classi ghetto" ha precisato il ministro. Il limite del 30% è un punto di riferimento per favorire "la crescita e una migliore didattica nelle singole classi" soprattutto nelle periferie delle grandi città dove ci sono quartieri ad altra densità di immigrati. "Non c’è integrazione - ha ribadito il ministro - se i ragazzi non vengono messi in condizioni di conoscere la lingua italiana."
Nell’anno scolastico 2008/2009 gli alunni con genitori stranieri sono saliti a 628.937 su un totale di 8.943.796 iscritti, per un’incidenza del 7%. La più elevata, stando al dossier Caritas-Migrantes - si registra nelle scuole elementari e, a livello regionale, in Emilia Romagna e in Umbria. Di questi studenti, uno ogni 6 è romeno, uno ogni 7 è albanese e uno ogni 8 è marocchino. Alcuni sono stranieri per modo di dire, perchè quasi 4 su 10 (37%) sono nati in Italia. Oltre ai numerosi stranieri di seconda generazione, ci sono poi quelli di lunga scolarizzazione, avendo frequentato scuole italiane da molti anni: non è la stessa cosa gestire in classe un alunno straniero nato qui e che frequenta da anni la scuola italiana e uno appena arrivato da un altro paese. L’emergenza (soprattutto linguistica) riguarda in particolare gli stranieri di più recente immigrazione. E forse solo per questi studenti, parlare di tetto può avere senso. In caso diverso, la ragione del tetto del 30% non appare linguistica ma culturale, etnica e religiosa.
Esistono numerose scuole, quantomeno in alcuni quartieri di Roma, in cui le classi sono all'80% o anche al 90% di bambini stranieri. In questo caso, dovrebbero essere smembrate.
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