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22 Aprile 1909

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  • 22 Aprile 1909

    Nasceva 100 anni fa Indro Montanelli, il più grande giornalista italiano, intimamente e profondamente conservatore, un cavallo di razza della cultura (forse l’unico) della destra democratica italiana. In un paese come l’Italia in cui la destra non ha prodotto niente di meglio che il “blocco d’ordine” ha tenuto viva l’idea di un conservatorismo illuminato che nel nostro Paese non ha mai trovato cittadinanza. Apparteneva, come egli stesso amava ricordare, ad “una destra che non esiste”, quella dei grandi Padri della Patria del Risorgimento.
    Dimostrò il proprio attaccamento alla propria libertà ed alla propria coerenza anche ai tempi dell’uscita dal suo Giornale in opposizione all’editore, Silvio Berlusconi, di cui non condivideva la volontà di scendere in politica. Coerentemente fondò un’altra testata (“La Voce”) che diede voce all’opposizione liberaldemocratica durante il I Governo Berlusconi (1994). Confermò, in quest’esperienza e nella successiva battaglia politica contro la “nuova destra” italiana, di essere “un uomo di destra, ma non di questa destra” (Furio Colombo) a cui non riconobbe mai la licenza di conservatorismo illuminato, ma alla quale si oppose fino alla morte.

    Quanto scritto sopra è ovviamente un semplice ritaglio di varie cose trovate in giro per la rete, ma che ne spiega sommariamente il carattere ed il pensiero.

    Link alla pagina di wikipedia ed a quella di Wikiquote dal quale riporto alcune citazioni:

    - Questa non è la destra, questo è il manganello. Gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello. (17 marzo 2001; citato in Marco Travaglio, Montanelli e il cavaliere, Garzanti)
    - Un paese che ignora il proprio ieri, di cui non sa assolutamente nulla e non si cura di sapere nulla, non può avere un domani.
    - Il più autorevole giornale americano di economia e finanza, il Wall Street Journal di martedì 10 gennaio, è incorso in un curioso lapsus. Parlando del concordato fra lo Stato italiano e la Santa Sede, scrive che esso «venne firmato nel 1929 da Bettino Mussolini». Chissà, se lo legge, come si arrabbia Benito Craxi. (12 gennaio 1984)
    - Come dissi scherzando a Nilde Iotti quando venne a trovarmi al Giornale, tenevo una vecchia icona di Stalin perché è il comunista che ammiro di più: quello che ha fatto fuori più comunisti.

    Consiglio come lettura i suoi diari dal 57 al 78 dal titolo 'I conti con me stesso', nei quali spesso in poche righe riesce a fare ritratti dei personaggi che compaiono insieme a lui, tramite caricature spietate o semplicemente facendone notare i pregi o ancora ridendo dei loro difetti.
    .
    Quando sono in palcoscenico a provare, quando ero in palcoscenico a recitare...
    è stata tutta una vita di sacrifici. E di gelo.
    Così si fa il teatro.
    Così ho fatto!


  • #2
    Uppo!

    Onore e Gloria...

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