in uno stato civile la violenza non è la soluzione. e con questo non dico che io non ne farei uso, siamo tutti esseri umani e se ci toccano quanto ci è più caro capita di perdere il lume della ragione (ed è pure previsto tra le attenuanti del codice penale il cosiddetto delitto passionale), tuttavia non è una soluzione.
i problemi sono diversi (e parlo con cognizione di causa da laureando in legge) specialmente la legge penale la quale imbonita del solito italianismo mammone della costituzione tende a concedere troppo bonariamente forme alternative alla detenzione (semilibertà, la condizionale, i domiciliari, permessi premio) senza tenere conto dell'indole del detenuto. pensate che dal 2000 circa sono più le persone che usufruiscono di queste forme alternative rispetto ai detenuti, senza parlare del fatto che le stesse carceri dove un condannato dovrebbe essere rieducato non sono per nulla a norma e capita che quindi mettano tutti insieme allegramente e per chi ha letto qualcosa di criminologia sa che questo è uno dei modi più facili di creare recidiva, crimine organizzato e delinquenza professionale.
il fatto è che la legge italiana (quella penale) tende più alla rieducazione del condannato che alla punizione (e anche qui difficile dire che questo principio sia giusto o no...certo, allo stupratore recidivo forse non concederei una chance, ma al tossicodipendente che si sta riabilitando?o all'internato per lesioni personali da rissa?in ottica generale è un buon principio, ma è concepibile che nel singolo caso crei malcontento e reazione)
in ogni caso la storia non c'entra così come l'etnia o la cittadinanza.
siamo persone, siamo qui e ora e abbiamo tutti valori diversi.
cerchiamo solo di pensare cosa è meglio in un'ottica più grande e non solo nel momento.
i problemi sono diversi (e parlo con cognizione di causa da laureando in legge) specialmente la legge penale la quale imbonita del solito italianismo mammone della costituzione tende a concedere troppo bonariamente forme alternative alla detenzione (semilibertà, la condizionale, i domiciliari, permessi premio) senza tenere conto dell'indole del detenuto. pensate che dal 2000 circa sono più le persone che usufruiscono di queste forme alternative rispetto ai detenuti, senza parlare del fatto che le stesse carceri dove un condannato dovrebbe essere rieducato non sono per nulla a norma e capita che quindi mettano tutti insieme allegramente e per chi ha letto qualcosa di criminologia sa che questo è uno dei modi più facili di creare recidiva, crimine organizzato e delinquenza professionale.
il fatto è che la legge italiana (quella penale) tende più alla rieducazione del condannato che alla punizione (e anche qui difficile dire che questo principio sia giusto o no...certo, allo stupratore recidivo forse non concederei una chance, ma al tossicodipendente che si sta riabilitando?o all'internato per lesioni personali da rissa?in ottica generale è un buon principio, ma è concepibile che nel singolo caso crei malcontento e reazione)
in ogni caso la storia non c'entra così come l'etnia o la cittadinanza.
siamo persone, siamo qui e ora e abbiamo tutti valori diversi.
cerchiamo solo di pensare cosa è meglio in un'ottica più grande e non solo nel momento.
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