ROMA - Senza Berlusconi l'Italia "sarebbe nel caos". E Veltroni "dovrebbe scomparire", poiché "fa promesse che non può mantenere". C'è n'è anche per il presidente eletto degli Stati Uniti: "Con la vittoria di Obama i neri potrebbero vendicarsi sui bianchi". Affronta diversi temi e lancia parecchie stilettate Licio Gelli in un'intervista a Klaus Davi per Klauscondicio, nella quale, fra le altre cose, l'ex Gran maestro della P2 afferma anche che la loggia "aveva l'Italia in mano".
"Se cadesse Berlusconi sarebbe un caos per il Paese perché il governo non avrebbe più una struttura partitica", dice Gelli. "Se cade Berlusconi chi abbiamo? In Italia non c'è un leader. Gianni Letta è un bravo diplomatico. Cicchitto, anche lui è stato in Loggia con me ed è una brava persona. Dell'Utri, invece - aggiunge l'ex venerabile - ad esempio non può essere leader perché è stato perseguitato da una condanna e quindi è tenuto in disparte".
Gelli dà anche suggerimenti su come governare: "Sono giusti i decreti approvati senza dialogo con la minoranza. Berlusconi, che è giovane ed ha la maggioranza, dovrebbe rivolgersi all'opposizione politica proponendo e facendo passare i decreti anche senza il loro assenso", sostiene l'ex Venerabile.
Quanto a Veltroni "dovrebbe scomparire. Dovrebbe riascoltare quello che dice in televisione, la figura che fa in tv, e a quel punto dovrebbe dimettersi da sé stesso. Secondo me Veltroni non è un politico, perché fa delle promesse che non può mantenere", dice Gelli aggiungendo che "la sinistra di oggi non farebbe paura alla P2. La P2 non sarebbe nemmeno nata per difendersi dall'attuale Partito Comunista".
"Con la P2 - aggiunge - avevamo l'Italia in mano. Con noi c'era l'Esercito, la Guardia di Finanza, la Polizia, tutte nettamente comandate da appartenenti alla Loggia". "Noi - spiega - non abbiamo mai voluto attaccare, eravamo invece una sentinella, attenta a controllare che non emergesse il Partito Comunista".
Sul neopresidente degli Stati Uniti, Gelli dice: "Non mi aspettavo la vittoria di Obama. Credo che i bianchi non abbiano riflettuto su quello che accadeva un secolo e mezzo fa, quando i neri venivano incatenati, maltrattati, picchiati, incarcerati ed eliminati. C'erano dei locali dove potevano entrare solo i bianchi. Sono sicuro che, se ci fossero di nuovo le elezioni oggi, nessuno lo rivoterebbe, in molti ci ripenserebbero. Comunque Obama ha fatto delle promesse, adesso vediamo se le manterrà. Speriamo che faccia bene, indipendentemente dal colore della pelle". E ancora: "Se i neri e Obama si dovessero ricordare di quello che è stato fatto ai loro avi, ci potrebbero essere gravi ripercussioni, non so che fine potrebbero fare i bianchi".
Walter Veltroni non tarda a rispondere alle esternazioni dell'ex Venerabile: "Posso solo dire di essere onorato di un attacco da parte di Licio Gelli". Il segretario del Pd, che replica da Atene dove si trova in occasione del conferimento di una laurea honoris causa, ha aggiunto di voler dire a Gelli "e a tutti coloro che non hanno avvertito la portata della nostra sfida, che siamo una forza che, come le altre forze democratiche occidentali, fa opposizione e propone soluzioni". "Ma sempre - ha sottolineato - le due cose insieme, mai solo una".
E Andrea Orlando, portavoce del Pd, chiede che il governo prenda posizione: "Aspettiamo che almeno una voce dal governo e dalla maggioranza stigmatizzi le imbarazzanti dichiarazioni del signor Licio Gelli e si discosti dalle sue aggressioni nei confronti degli argomenti dell'opposizione e del suo leader, così come dagli inquietanti suggerimenti rivolti, appunto, alla maggioranza stessa".
"Se cadesse Berlusconi sarebbe un caos per il Paese perché il governo non avrebbe più una struttura partitica", dice Gelli. "Se cade Berlusconi chi abbiamo? In Italia non c'è un leader. Gianni Letta è un bravo diplomatico. Cicchitto, anche lui è stato in Loggia con me ed è una brava persona. Dell'Utri, invece - aggiunge l'ex venerabile - ad esempio non può essere leader perché è stato perseguitato da una condanna e quindi è tenuto in disparte".
Gelli dà anche suggerimenti su come governare: "Sono giusti i decreti approvati senza dialogo con la minoranza. Berlusconi, che è giovane ed ha la maggioranza, dovrebbe rivolgersi all'opposizione politica proponendo e facendo passare i decreti anche senza il loro assenso", sostiene l'ex Venerabile.
Quanto a Veltroni "dovrebbe scomparire. Dovrebbe riascoltare quello che dice in televisione, la figura che fa in tv, e a quel punto dovrebbe dimettersi da sé stesso. Secondo me Veltroni non è un politico, perché fa delle promesse che non può mantenere", dice Gelli aggiungendo che "la sinistra di oggi non farebbe paura alla P2. La P2 non sarebbe nemmeno nata per difendersi dall'attuale Partito Comunista".
"Con la P2 - aggiunge - avevamo l'Italia in mano. Con noi c'era l'Esercito, la Guardia di Finanza, la Polizia, tutte nettamente comandate da appartenenti alla Loggia". "Noi - spiega - non abbiamo mai voluto attaccare, eravamo invece una sentinella, attenta a controllare che non emergesse il Partito Comunista".
Sul neopresidente degli Stati Uniti, Gelli dice: "Non mi aspettavo la vittoria di Obama. Credo che i bianchi non abbiano riflettuto su quello che accadeva un secolo e mezzo fa, quando i neri venivano incatenati, maltrattati, picchiati, incarcerati ed eliminati. C'erano dei locali dove potevano entrare solo i bianchi. Sono sicuro che, se ci fossero di nuovo le elezioni oggi, nessuno lo rivoterebbe, in molti ci ripenserebbero. Comunque Obama ha fatto delle promesse, adesso vediamo se le manterrà. Speriamo che faccia bene, indipendentemente dal colore della pelle". E ancora: "Se i neri e Obama si dovessero ricordare di quello che è stato fatto ai loro avi, ci potrebbero essere gravi ripercussioni, non so che fine potrebbero fare i bianchi".
Walter Veltroni non tarda a rispondere alle esternazioni dell'ex Venerabile: "Posso solo dire di essere onorato di un attacco da parte di Licio Gelli". Il segretario del Pd, che replica da Atene dove si trova in occasione del conferimento di una laurea honoris causa, ha aggiunto di voler dire a Gelli "e a tutti coloro che non hanno avvertito la portata della nostra sfida, che siamo una forza che, come le altre forze democratiche occidentali, fa opposizione e propone soluzioni". "Ma sempre - ha sottolineato - le due cose insieme, mai solo una".
E Andrea Orlando, portavoce del Pd, chiede che il governo prenda posizione: "Aspettiamo che almeno una voce dal governo e dalla maggioranza stigmatizzi le imbarazzanti dichiarazioni del signor Licio Gelli e si discosti dalle sue aggressioni nei confronti degli argomenti dell'opposizione e del suo leader, così come dagli inquietanti suggerimenti rivolti, appunto, alla maggioranza stessa".
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