“L'Italia sbaglia sul clima”
Il commissario all'ambiente Stavros Dimas si dice “allibito” di fronte alle obiezioni italiane al pacchetto clima e energia
Il Consiglio europeo è finito da nemmeno un giorno e già impazza la polemica tra Italia e Commissione europea sul pacchetto clima e energia e sui forti dubbi espressi dal nostro governo. Dubbi che non sono proprio andati giù al commissario Ue all’ambiente, il greco Stavros Dimas, che si è detto “allibito delle osservazioni italiane al pacchetto clima”.
L’occasione è una conferenza stampa oggi a Bruxelles dedicata a tutt’altro, una serie di misure varate dalla Commissione per combattere la deforestazione. Dimas, rispondendo ai giornalisti, ha detto di non capire la posizione così pessimista dell’Italia.
“Io - ha detto il commissario - tutti questi svantaggi non li vedo. Ci sarà più sicurezza energetica, sviluppo delle fonti rinnovabili, meno dipendenza dal petrolio”. La reazione dell’Italia è esagerata anche sulle cifre, che sono “totalmente sproporzionate rispetto a quelle in mano alla Commissione”. “Non so da dove vengano i numeri – ha proseguito Dimas – ma non sono quello che noi chiediamo”. Secondo la Ue i costi sarebbero tra i 9,5 e i 12,3 miliardi, Berlusconi, e con lui la Confindustria, hanno parlato di 18-25 miliardi all'anno. Una forbice notevole. “Il costo totale per l'Italia sarà tra lo 0,51 e lo 0,66% del Pil. Inoltre questo - ha aggiunto ancora Dimas - non significa una perdita di Pil, in quanto i soldi rimangono nel Paese, si tratta di introiti che possono essere riutilizzati, da parte di buoni governanti, per fare investimenti”.
L’Italia, per la Commissione, ha tutto da guadagnare dal pacchetto clima così com’è. Avrà, secondo le stime Ue, anche una crescita dell’occupazione dello 0,3%. “Voi italiani avete grandissime possibilità di innovazione tecnologica, in Italia vi sono enormi possibilità di investire nelle rinnovabili. E allora perché non lo fate?”, è la domanda che si pone Dimas.
Intanto, mentre in Italia già monta l’ennesima polemica destinata a dividere maggioranza e opposizione, il governo non ci sta. “Il Commissario Dimas prima di sbalordirsi dovrebbe rileggere il documento diffuso dalla commissione Ue”, commenta il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. “Le valutazioni che abbiamo fatto - sottolinea il ministro - sono tratte da quegli scenari preliminari utilizzati dall’Ue per la valutazione dei costi e prendono in considerazione l’unica ipotesi che prevede il raggiungimento da parte del nostro paese degli obiettivi del 20-20-20. Quella ipotesi parla di un costo di 181,5 miliardi fra il 2011 e il 2020 e di un costo annuo di 18,2 miliardi con un peso del 1,14% sul Pil. Altre valutazioni, a costi minori, prevedono esplicitamente che l’Italia non raggiunga gli obiettivi”.
Il commissario si dice comunque ottimista sull’esito del voto sul pacchetto clima di dicembre e si impegna a nome della Commissione “a trovare soluzioni per quei paesi che hanno sollevato delle legittime questioni”. Per Dimas l’accordo ci sarà per una questione di buon senso e responsabilità politica, favorito dal fatto che gli stessi candidati alla presidenza americana hanno manifestato interesse alla proposta europea e intendono, per la prima volta dopo molti anni, svilupparla e approfondirla. Per vedere se il “buon senso” prevarrà, come spera il commissario, bisognerà aspettare dicembre, ma una prima occasione potrebbe essere il vertice di Lussemburgo di lunedì a cui parteciperanno i ministri degli ambienti degli stati membri.
*___*
sono cappottato quando ho letto
"si tratta di introiti che possono essere riutilizzati, da parte di buoni governanti, per fare investimenti"
ditemi che la frase sopracitata è sarcastica T_T
Il commissario all'ambiente Stavros Dimas si dice “allibito” di fronte alle obiezioni italiane al pacchetto clima e energia
Il Consiglio europeo è finito da nemmeno un giorno e già impazza la polemica tra Italia e Commissione europea sul pacchetto clima e energia e sui forti dubbi espressi dal nostro governo. Dubbi che non sono proprio andati giù al commissario Ue all’ambiente, il greco Stavros Dimas, che si è detto “allibito delle osservazioni italiane al pacchetto clima”.
L’occasione è una conferenza stampa oggi a Bruxelles dedicata a tutt’altro, una serie di misure varate dalla Commissione per combattere la deforestazione. Dimas, rispondendo ai giornalisti, ha detto di non capire la posizione così pessimista dell’Italia.
“Io - ha detto il commissario - tutti questi svantaggi non li vedo. Ci sarà più sicurezza energetica, sviluppo delle fonti rinnovabili, meno dipendenza dal petrolio”. La reazione dell’Italia è esagerata anche sulle cifre, che sono “totalmente sproporzionate rispetto a quelle in mano alla Commissione”. “Non so da dove vengano i numeri – ha proseguito Dimas – ma non sono quello che noi chiediamo”. Secondo la Ue i costi sarebbero tra i 9,5 e i 12,3 miliardi, Berlusconi, e con lui la Confindustria, hanno parlato di 18-25 miliardi all'anno. Una forbice notevole. “Il costo totale per l'Italia sarà tra lo 0,51 e lo 0,66% del Pil. Inoltre questo - ha aggiunto ancora Dimas - non significa una perdita di Pil, in quanto i soldi rimangono nel Paese, si tratta di introiti che possono essere riutilizzati, da parte di buoni governanti, per fare investimenti”.
L’Italia, per la Commissione, ha tutto da guadagnare dal pacchetto clima così com’è. Avrà, secondo le stime Ue, anche una crescita dell’occupazione dello 0,3%. “Voi italiani avete grandissime possibilità di innovazione tecnologica, in Italia vi sono enormi possibilità di investire nelle rinnovabili. E allora perché non lo fate?”, è la domanda che si pone Dimas.
Intanto, mentre in Italia già monta l’ennesima polemica destinata a dividere maggioranza e opposizione, il governo non ci sta. “Il Commissario Dimas prima di sbalordirsi dovrebbe rileggere il documento diffuso dalla commissione Ue”, commenta il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. “Le valutazioni che abbiamo fatto - sottolinea il ministro - sono tratte da quegli scenari preliminari utilizzati dall’Ue per la valutazione dei costi e prendono in considerazione l’unica ipotesi che prevede il raggiungimento da parte del nostro paese degli obiettivi del 20-20-20. Quella ipotesi parla di un costo di 181,5 miliardi fra il 2011 e il 2020 e di un costo annuo di 18,2 miliardi con un peso del 1,14% sul Pil. Altre valutazioni, a costi minori, prevedono esplicitamente che l’Italia non raggiunga gli obiettivi”.
Il commissario si dice comunque ottimista sull’esito del voto sul pacchetto clima di dicembre e si impegna a nome della Commissione “a trovare soluzioni per quei paesi che hanno sollevato delle legittime questioni”. Per Dimas l’accordo ci sarà per una questione di buon senso e responsabilità politica, favorito dal fatto che gli stessi candidati alla presidenza americana hanno manifestato interesse alla proposta europea e intendono, per la prima volta dopo molti anni, svilupparla e approfondirla. Per vedere se il “buon senso” prevarrà, come spera il commissario, bisognerà aspettare dicembre, ma una prima occasione potrebbe essere il vertice di Lussemburgo di lunedì a cui parteciperanno i ministri degli ambienti degli stati membri.
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sono cappottato quando ho letto
"si tratta di introiti che possono essere riutilizzati, da parte di buoni governanti, per fare investimenti"
ditemi che la frase sopracitata è sarcastica T_T
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