«L'Italia ha rispettato ampiamente l'obiettivo di riduzione del deficit sotto il 3% nel 2007 e con quasi certezza vedrà abrogata la procedura per deficit eccessivo aperta nel 2005»
Il commissario europeo per gliAffari economici Joaquin Almunia ha dichiarato di «auspicare la
continuazione della politica molto buona portata avanti da Padoa-Schioppa e Prodi» sui conti pubblici italiani, aggiungendo: «Ritengo la linea di Padoa-Schioppa di estremo successo».
«L'Italia ha rispettato ampiamente l'obiettivo di riduzione del deficit sotto il 3% nel 2007, ma deve proseguire il consolidamento del bilancio per ridurre in modo duraturo il debito pubblico e utilizzare le risorse attualmente assorbite dalla spesa per interessi per finanziare misure che migliorino la crescita». È questo il giudizio di Almunia sul programma di stabilità 2007-2011 del nostro Paese. «L'Italia, una volta che saranno notificati ad aprile i dati sul deficit del 2007 e una volta che avremo le previsioni del 2008 a maggio, con altissima probabilità vedrà abrogata la procedura per deficit eccessivo», aperta nei suoi confronti nel 2005.
La riforma delle pensioni
«Le autorità italiane sanno molto bene ciò che devono fare per rafforzare il cammino verso l'obbiettivo del pareggio di bilancio nei tempi previsti e per ridurre adeguatamente l'elevato livello del debito pubblico»: ha detto ancora il commissario Ue agli affari Economici e monetari Joaquin Almunia, che ha invitato le autorità del nostro Paese «ad attuare pianamente la riforma pensionistica e a liberare risorse per stimolare la crescita economica». L'Italia, si legge nel testo della Commissione Ue , «è un Paese a medio rischio per la sostenibilità delle finanze pubbliche». Tuttavia, «la spesa per le pensioni in percentuale sul Pil rimane tra le più alte dell'Ue e le proiezioni si basano sull'assunto che le riforme adottate di recente siano pienamente attuate, in particolare che la revisione dei coefficienti di trasformazione dal 2010 come previsto, e senza allontanarsi dal principio contributivo alla base della riforma del sistema pensionistico».
L'Italia, insieme alla Francia, è più «vulnerabile» di altri Paesi di fronte agli effetti del'attuale crisi dei mercati finanziari. È quanto emerge dall'analisi dei programmi di stabilità effettuata dalla
Commissione Ue, che invece pone la Germania e la Spagna tra i Paesi più virtuosi, in grado di fronteggiare meglio e senza particolari rischi le conseguenze delle turbolenze finanziarie.
«Un debito pubblico sopra il 100% e la situazione di bilancio ancora relativamente debole, nonostante i progressi - spiega la Commissione Ue a proposito del nostro Paese - aumentano le incertezze sul fronte economico e generano alti costi per gli interessi da pagare sul debito, rendendo l'Italia vulnerabile ad un aumento dei tassi. Impediscono anche un utilizzo più produttivo delle risorse pubbliche e limitano la capacità della politica di bilancio di permettere che gli
stabilizzatori automatici funzionino in maniera efficace».
I Paesi come Germania e Spagna che hanno raggiunto o sono vicinissimi a raggiungere il proprio obiettivo di medio termine, vale a dire il pareggio di bilancio - ha sottolineato il commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia - potranno invece «azionare senza difficoltà gli stabilizzatori automatici per far fronte alle conseguenze dell'attuale crisi dei mercati finanziari. Dunque, se il ciclo economico peggiorerà potrebbe esserci un leggero deterioramento delle loro finanze pubbliche, ma il bilancio strutturale non subirebbe cambiamenti sostanziali».Diversa la situazione di Italia e Francia, che ancora non hanno centrato il pareggio di bilancio e che per la Commissione Ue rischiano di non raggiungerlo neanche nei tempi previsti dai loro programmi di stabilità, a meno di un rafforzamento dei propri obiettivi di bilancio già dal 2008. «Questi Paesi - ha sottolineato Almunia - dovrebbero continuare, anche in questa fase difficile dovuta alla crisi dei mercati, a portare avanti il consolidamento delle proprie finanze pubbliche. Perchè se è vero che i fondamentali economici dell'Ue e della zona euro restano sani, è altrettanto vero che dobbiamo tenere conto dei rischi di un rallentamento della congiuntura. Siamo tutti consapevoli che stiamo vivendo un periodo di incertezze e che lo scenario si sta trasformando rapidamente».
http://www.ilsole24ore.com
Il commissario europeo per gliAffari economici Joaquin Almunia ha dichiarato di «auspicare la
continuazione della politica molto buona portata avanti da Padoa-Schioppa e Prodi» sui conti pubblici italiani, aggiungendo: «Ritengo la linea di Padoa-Schioppa di estremo successo».
«L'Italia ha rispettato ampiamente l'obiettivo di riduzione del deficit sotto il 3% nel 2007, ma deve proseguire il consolidamento del bilancio per ridurre in modo duraturo il debito pubblico e utilizzare le risorse attualmente assorbite dalla spesa per interessi per finanziare misure che migliorino la crescita». È questo il giudizio di Almunia sul programma di stabilità 2007-2011 del nostro Paese. «L'Italia, una volta che saranno notificati ad aprile i dati sul deficit del 2007 e una volta che avremo le previsioni del 2008 a maggio, con altissima probabilità vedrà abrogata la procedura per deficit eccessivo», aperta nei suoi confronti nel 2005.
La riforma delle pensioni
«Le autorità italiane sanno molto bene ciò che devono fare per rafforzare il cammino verso l'obbiettivo del pareggio di bilancio nei tempi previsti e per ridurre adeguatamente l'elevato livello del debito pubblico»: ha detto ancora il commissario Ue agli affari Economici e monetari Joaquin Almunia, che ha invitato le autorità del nostro Paese «ad attuare pianamente la riforma pensionistica e a liberare risorse per stimolare la crescita economica». L'Italia, si legge nel testo della Commissione Ue , «è un Paese a medio rischio per la sostenibilità delle finanze pubbliche». Tuttavia, «la spesa per le pensioni in percentuale sul Pil rimane tra le più alte dell'Ue e le proiezioni si basano sull'assunto che le riforme adottate di recente siano pienamente attuate, in particolare che la revisione dei coefficienti di trasformazione dal 2010 come previsto, e senza allontanarsi dal principio contributivo alla base della riforma del sistema pensionistico».
L'Italia, insieme alla Francia, è più «vulnerabile» di altri Paesi di fronte agli effetti del'attuale crisi dei mercati finanziari. È quanto emerge dall'analisi dei programmi di stabilità effettuata dalla
Commissione Ue, che invece pone la Germania e la Spagna tra i Paesi più virtuosi, in grado di fronteggiare meglio e senza particolari rischi le conseguenze delle turbolenze finanziarie.
«Un debito pubblico sopra il 100% e la situazione di bilancio ancora relativamente debole, nonostante i progressi - spiega la Commissione Ue a proposito del nostro Paese - aumentano le incertezze sul fronte economico e generano alti costi per gli interessi da pagare sul debito, rendendo l'Italia vulnerabile ad un aumento dei tassi. Impediscono anche un utilizzo più produttivo delle risorse pubbliche e limitano la capacità della politica di bilancio di permettere che gli
stabilizzatori automatici funzionino in maniera efficace».
I Paesi come Germania e Spagna che hanno raggiunto o sono vicinissimi a raggiungere il proprio obiettivo di medio termine, vale a dire il pareggio di bilancio - ha sottolineato il commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia - potranno invece «azionare senza difficoltà gli stabilizzatori automatici per far fronte alle conseguenze dell'attuale crisi dei mercati finanziari. Dunque, se il ciclo economico peggiorerà potrebbe esserci un leggero deterioramento delle loro finanze pubbliche, ma il bilancio strutturale non subirebbe cambiamenti sostanziali».Diversa la situazione di Italia e Francia, che ancora non hanno centrato il pareggio di bilancio e che per la Commissione Ue rischiano di non raggiungerlo neanche nei tempi previsti dai loro programmi di stabilità, a meno di un rafforzamento dei propri obiettivi di bilancio già dal 2008. «Questi Paesi - ha sottolineato Almunia - dovrebbero continuare, anche in questa fase difficile dovuta alla crisi dei mercati, a portare avanti il consolidamento delle proprie finanze pubbliche. Perchè se è vero che i fondamentali economici dell'Ue e della zona euro restano sani, è altrettanto vero che dobbiamo tenere conto dei rischi di un rallentamento della congiuntura. Siamo tutti consapevoli che stiamo vivendo un periodo di incertezze e che lo scenario si sta trasformando rapidamente».
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