CATANZARO
La Procura generale di Catanzaro ha avocato a sé l’inchiesta ’Why not’ il cui titolare è il pm Luigi De Magistris. Il pg Dolcino Favi, che ricopre l’incarico in sede vacante, avrebbe motivato la decisione per presunta incompatibilità del sostituto napoletano, nel procedimento in cui risulterebbero indagati il presidente del Consiglio, Romano Prodi e il guardasigilli Clemente Mastella. La Procura generale si aspettava l’intervento del Procuratore capo di Catanzaro, Mariano Lombardi, oppure l’astensione dal compiere atti d’ufficio da parte dello stesso De Magistris, dopo l’apertura del provvedimento disciplinare nei suoi confronti a seguito dell’ispezione disposta dal ministro della Giustizia che aveva richiesto il suo trasferimento per incompatibilità ambientale.
Ieri, invece, si è avuta notizia dell’iscrizione, vergata dal pm De Magistris e dal procuratore aggiunto Salvatore Murone dello stesso Clemente Mastella nel registro degli indagati.
De Magistris non era a conoscenza della decisione presa dal Procuratore Generale Dolcino Favi di avocare la sua inchiesta «Why not». «Non ho ricevuto alcuna notifica», ha confermato, «se quanto riportato è vero, ci avviamo al crollo dello stato di diritto, il che significa che non si può più fare liberamente il proprio lavoro. Cosi - continua il Pm - si va verso la fine dell’indipendenza e dell’autonomia dei magistrati, che sicuramente adesso dovranno stare attenti, ancora di più, prima di prendere una decisione perché non si può guardarsi solo dai delinquenti. Da ora in poi ci si dovrà guardare anche da altri fattori».
Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, si dice sereno. «È giunta notizia che l’inchiesta è stata avocata: io sono sempre stato sereno in attesa dei giudizi, come per il caso del Calcio Napoli quando ho atteso pazientemente e sono stato prosciolto. Il giudizio terzo arriva». E, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha aggiunto: «bisogna che ognuno rispetti la legalità e i principi, che nessuno oltrepassi la linea di demarcazione dei principi legali». Nessuna intenzione di dimettersi, però, dopo l’iscrizione nel registro degli indagati. «D’Alema ebbe l’avviso di garanzia, Berlusconi fu rinviato a giudizio, Prodi è nella mia analoga condizione - ha risposto Mastella - Finalmente si è stabilito che l’avviso di garanzia è certezza di garanzia per la persona indagata, non perchè sia condannata. Quando mi spiegheranno le tangenti che ho preso, i traffici in sede internazionale e mondiale, gli abusi che avrei determinato, sarò io che prenderò la valigia e andrò via».
fonte: lastampa.it
io non dico niente perchè sono nervoso
La Procura generale di Catanzaro ha avocato a sé l’inchiesta ’Why not’ il cui titolare è il pm Luigi De Magistris. Il pg Dolcino Favi, che ricopre l’incarico in sede vacante, avrebbe motivato la decisione per presunta incompatibilità del sostituto napoletano, nel procedimento in cui risulterebbero indagati il presidente del Consiglio, Romano Prodi e il guardasigilli Clemente Mastella. La Procura generale si aspettava l’intervento del Procuratore capo di Catanzaro, Mariano Lombardi, oppure l’astensione dal compiere atti d’ufficio da parte dello stesso De Magistris, dopo l’apertura del provvedimento disciplinare nei suoi confronti a seguito dell’ispezione disposta dal ministro della Giustizia che aveva richiesto il suo trasferimento per incompatibilità ambientale.
Ieri, invece, si è avuta notizia dell’iscrizione, vergata dal pm De Magistris e dal procuratore aggiunto Salvatore Murone dello stesso Clemente Mastella nel registro degli indagati.
De Magistris non era a conoscenza della decisione presa dal Procuratore Generale Dolcino Favi di avocare la sua inchiesta «Why not». «Non ho ricevuto alcuna notifica», ha confermato, «se quanto riportato è vero, ci avviamo al crollo dello stato di diritto, il che significa che non si può più fare liberamente il proprio lavoro. Cosi - continua il Pm - si va verso la fine dell’indipendenza e dell’autonomia dei magistrati, che sicuramente adesso dovranno stare attenti, ancora di più, prima di prendere una decisione perché non si può guardarsi solo dai delinquenti. Da ora in poi ci si dovrà guardare anche da altri fattori».
Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, si dice sereno. «È giunta notizia che l’inchiesta è stata avocata: io sono sempre stato sereno in attesa dei giudizi, come per il caso del Calcio Napoli quando ho atteso pazientemente e sono stato prosciolto. Il giudizio terzo arriva». E, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha aggiunto: «bisogna che ognuno rispetti la legalità e i principi, che nessuno oltrepassi la linea di demarcazione dei principi legali». Nessuna intenzione di dimettersi, però, dopo l’iscrizione nel registro degli indagati. «D’Alema ebbe l’avviso di garanzia, Berlusconi fu rinviato a giudizio, Prodi è nella mia analoga condizione - ha risposto Mastella - Finalmente si è stabilito che l’avviso di garanzia è certezza di garanzia per la persona indagata, non perchè sia condannata. Quando mi spiegheranno le tangenti che ho preso, i traffici in sede internazionale e mondiale, gli abusi che avrei determinato, sarò io che prenderò la valigia e andrò via».
fonte: lastampa.it
io non dico niente perchè sono nervoso
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