Bossi: «Ora ci vuole una lotta di liberazione»
Proposta-choc del leader della Lega alla platea del congresso di Vicenza: «La libertà non si può più conquistare in Parlamento»
VICENZA - «La libertà non si può più conquistare in Parlamento ma attraverso la lotta di milioni di uomini disposti al sacrificio in una guerra di liberazione». Dopo quella dello sciopero fiscalo (applaudita da Berlusconi), da Umberto Bossi arriva un'altra iniziativa-limite contro il governo. Il leader della Lega ha parlato a Vicenza, davanti alla platea del Parlamento del Nord.
DEVOLUTION - Bossi ha poi accusato il presidente della Repubblica e la sinistra di avere «fatto una cosa gravissima, di avere tirato fuori il referendum per lottare contro la devolution. In questo modo hanno affossato la democrazia del Paese che ha perso ogni barlume di lucidità democratica». Secondo Bossi, a Roma, tra le file della maggioranza c’è «un odio razziale e ideologico contro i popoli del Nord» che ormai non hanno più la possibilità di vedere realizzato il federalismo attraverso un cambiamento della Costituzione con metodi democratici e «possono trovare la loro libertà solo attraverso la lotta di liberazione».
CANDIDATO - Grande feeling tra il senatùr e Belusconi. «Il candidato premier per noi rimane lui, perché riesce a tenere bene insieme tutta la coalizione - ha detto Bossi -. Una coazlizione in cui ci sono tanti matti. Io stesso non nascondo di essere un po' matto...» ha aggiunto, spiegando che «Berlusconi è almeno uno che cerca di muoversi per cambiare qualcosa».
LINGUAGGIO - E proprio il leader di Forza Italia ha difeso il «linguaggio colorito» di Bossi. «Lui usa sempre un linguaggio colorito nelle riunioni, ma poi, nella pratica, ha sempre dimostrato un grande senso di responsabilità - ha detto l'ex premier -. Io incontri con la Lega li faccio tutte le settimane e quindi ho l'abitudine anche alle espressioni colorite che usa Umberto, rassicuro tutti che la Lega ha avuto sempre un comportamento corretto e responsabile».
29 settembre 2007
Proposta-choc del leader della Lega alla platea del congresso di Vicenza: «La libertà non si può più conquistare in Parlamento»
VICENZA - «La libertà non si può più conquistare in Parlamento ma attraverso la lotta di milioni di uomini disposti al sacrificio in una guerra di liberazione». Dopo quella dello sciopero fiscalo (applaudita da Berlusconi), da Umberto Bossi arriva un'altra iniziativa-limite contro il governo. Il leader della Lega ha parlato a Vicenza, davanti alla platea del Parlamento del Nord.
DEVOLUTION - Bossi ha poi accusato il presidente della Repubblica e la sinistra di avere «fatto una cosa gravissima, di avere tirato fuori il referendum per lottare contro la devolution. In questo modo hanno affossato la democrazia del Paese che ha perso ogni barlume di lucidità democratica». Secondo Bossi, a Roma, tra le file della maggioranza c’è «un odio razziale e ideologico contro i popoli del Nord» che ormai non hanno più la possibilità di vedere realizzato il federalismo attraverso un cambiamento della Costituzione con metodi democratici e «possono trovare la loro libertà solo attraverso la lotta di liberazione».
CANDIDATO - Grande feeling tra il senatùr e Belusconi. «Il candidato premier per noi rimane lui, perché riesce a tenere bene insieme tutta la coalizione - ha detto Bossi -. Una coazlizione in cui ci sono tanti matti. Io stesso non nascondo di essere un po' matto...» ha aggiunto, spiegando che «Berlusconi è almeno uno che cerca di muoversi per cambiare qualcosa».
LINGUAGGIO - E proprio il leader di Forza Italia ha difeso il «linguaggio colorito» di Bossi. «Lui usa sempre un linguaggio colorito nelle riunioni, ma poi, nella pratica, ha sempre dimostrato un grande senso di responsabilità - ha detto l'ex premier -. Io incontri con la Lega li faccio tutte le settimane e quindi ho l'abitudine anche alle espressioni colorite che usa Umberto, rassicuro tutti che la Lega ha avuto sempre un comportamento corretto e responsabile».
29 settembre 2007
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