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Lettera di Travaglio

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  • Lettera di Travaglio

    “Caro Beppe, cari amici del blog, vi rubo qualche minuto di attenzione per una faccenda piuttosto preoccupante che riguarda il mio lavoro di giornalista, ma anche il vostro di cittadini. Dieci giorni fa maggioranza e opposizione unite hanno deciso di mettere il bavaglio alla stampa su tutti gli atti d’indagine: verbali d’interrogatorio, intercettazioni, avvisi di garanzia, mandati di cattura, decreti di perquisizione e di sequestro, insomma tutto ciò che fino a oggi ci ha fatto capire le malefatte del potere politico, imprenditoriale, finanziario, sportivo eccetera.

    La legge l’hanno intestata al solito Mastella, come Berlusconi intestava le sue prime aziende alle casalinghe e ai cugini di Buscetta, e i suoi giornali al fratello e alla moglie. Ma l’ha voluta e votata tutta la Casta degli Intoccabili: alla Camera ha raccolto 447 voti favorevoli, nessuno contrario, e sette astensioni (Giulietti, De Zulueta, Caldarola, Carra, Poletti, Zaccaria e un altro che non ricordo).

    Ancora sotto choc per le telefonate che fotografavano i maneggi di Fazio e dei vertici di Forza Italia, della Lega e dei Ds con i furbetti del quartierino, e che produssero le dimissioni dello sgovernatore e il fallimento delle scalate bancarie. Ancora atterriti dalle intercettazioni che costrinsero alla fuga i vari Moggi, Giraudo, Carraro, De Santis. Ancora sgomenti per le carte che hanno smascherato gli scandali del Sismi deviato e dello spionaggio Telecom. Ecco, con questi sentimenti nel cuore e soprattutto nella poltrona, i nostri dipendenti hanno pensato bene di imbavagliare la stampa segretando tutto. Se la legge Mastella fosse stata in vigore qualche anno fa, non sapremmo ancora nulla di Bancopoli, Calciopoli, Vallettopoli, Ricattopoli, Tronchettopoli, Spiopoli (e scusate per queste orrende parole, ma ci siamo capiti). I protagonisti di tutti questi scandali sarebbero ancora ai loro posti, perché i processi non sono ancora iniziati. Infatti la legge impone il top secret a tutti gli atti fino all’inizio del processo (quelli del fascicolo del pubblico ministero, addirittura fino alla sentenza d’appello). Così, se anche il Senato approverà questa porcata, l’opinione pubblica non saprà più nulla degli scandali per anni e anni, visti i tempi biblici della nostra giustizia. E non potremo nemmeno esercitare il controllo sull’attività della magistratura, che pure amministra la giustizia “in nome del popolo italiano”.

    Non facciamoci fregare dalle parole: questa non è una legge “in difesa della privacy” (che esiste da una quindicina d’anni), nè contro “la gogna delle intercettazioni”: qui non sono in ballo solo le intercettazioni, che pure sono importanti, ma – lo ripeto – tutti gli atti di indagine.

    Qualcuno dirà: ma anche oggi sono segreti. Non è vero. E’ dal 1989 che il segreto istruttorio non esiste più. E’ stato sostituito, nel nuovo codice di procedura penale, da un blando segreto investigativo che copre solo gli atti “non conoscibili dall’indagato”. Se l’indagato li conosce, non sono più segreti. E se ne può parlare. L’unico limite è quello – peraltro assurdo – che vieta di riportare il testo integrale di un interrogatorio o di un’intercettazione, ma consente di pubblicarne il contenuto, cioè un riassunto il più possibile fedele. Comunque, chi infrange quel divieto (e nei casi importanti è doveroso infrangerlo), rischia una multa ridicola: da 51 a 258 euro (e se uno “oblaziona”, pagando la metà, cioè 130 euro, non viene neppure processato).

    Ora invece la legge Mastella porta la pena a un minimo di 10 mila e a un massimo di 100 mila euro. Così l’oblazione passa da 120 euro a 50 mila. Cifre che nessun giornalista può permettersi di pagare e che nessun editore – salvo che sia Berlusconi alle prese con le telefonate di Fassino – sarà disposto a sborsare. Al contempo, la legge allarga a dismisura la categoria degli atti non più pubblicabili. E’ vietata la pubblicazione, “anche parziale o per riassunto, degli atti di indagine contenuti nel fascicolo del pubblico ministero o delle investigazioni difensive, anche se non più coperti da segreto, fino alla fine delle indagini o dell’udienza preliminare”.

    La notizia non é segreta, ma è vietato pubblicarla: i giornalisti la conoscono, ma non possono più raccontarla. Se qualcuno vuol proprio sapere qualcosa, magari viene in redazione e gli facciamo leggere le carte, di straforo. Ancora: è vietata la pubblicazione, anche nel contenuto, di intercettazioni e tabulati telefonici “anche se non più coperti da segreto”. Stesso discorso: non sono segreti, il giornalista li conosce, gli avvocati pure, i politici di solito anche, ma la gente non li deve sapere. Così, intanto, brulicano i ricatti. Se poi vengo in possesso di un dossier o di un’intercettazione illegalmente raccolti (per esempio, dal Sismi o dalla banda Tavaroli), e magari questi contengono notizie gravissime (per esempio, che si sta preparando un colpo di Stato), e li pubblico, rischio da 6 mesi a 4 anni di galera. Quindi non li pubblico, oppure finisco dentro.

    Che fare? Intanto è importante sapere cosa stanno preparando e avvertire gli amici. E poi bisogna tenersi pronti per qualche iniziativa concreta: che so, una raccolta di firma, un referendum abrogativo. Io, per parte mia, se la porcata dovesse passare, farò obiezione di coscienza e pubblicherò ugualmente notizie vietate, per farmi processare e chiedere al giudice di sollevare un’eccezione dinanzi alla Corte costituzionale per far dichiarare illegittima la norma.

    Ripeto: non è una legge contro i giornalisti, che le notizie continueranno a conoscerle (e in molti casi sono ben felici di farsi imbavagliare, così danno la colpa a Mastella e non passano per servi). E’ una legge contro i cittadini. Parafrasando Altan, potremmo tradurla così: al cittadino non far sapere come gl’infilano l’ombrello nel sedere."


    Marco Travaglio

    Tratto da www.beppegrillo.it

  • #2
    Il problema di fondo è che è la politica che è sbagliata e spiego perchè.

    I cittadini votano chi deve andare al potere, ok?

    Poi al governo, i politici eletti emanano le leggi. Però poi sono loro a decidere quali leggi applicare non i cittadini.

    I cittadini votano solamente chi andrà a governare, e basta. Poi per 5 ani i politici eletti fanno le leggi che vogliono senza aver bisogno che i cittadini dicano si o no.

    I politici si cullano sul fatto che, secondo legge Italiana, una volta eletti hanno automaticamente la fiducia per 5 anni.

    Questo è sbagliato, l'errore sta proprio qui.

    La cosa giusta sarebbe che per ogni legge che dovrebbe uscire dalla camera dev'essere fato un Referendum dove sono i cittadini a votare, e senza il problema del 50%.

    Solo in questo modo si può migliorare la situazione.

    Invece abiamo una politica che una volta in Parlamento fanno tutto loro. Decidono quello che gli pare. E vanno poi a Matrix e litigano sugli argomenti che gli pare secondo il loro parere e di quello che impone l'ideale di partito, fa nulla se in fin dei conti quello che dicono è sbagliato o giusto oppure i cittadini la pensano diversamente. Ormai hanno vinto!!!
    Vanno a Porta a Porta e succede la stessa cosa.

    E poi la cosa scandalosa, è che alle prossime elezioni già sappiamo chi caxxo ci sarà da votare. O prodi, o Berlsuconi. Un'altra volta. Sempre loro. Con al seguito i vari Mastella, Fini, Casini, fioroni e tutti gli altri.

    Ma che schifo. Nessuno dovrebbe andare a votare. Succederebbe davvero la rivoluzione.

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    • #3
      Originariamente inviato da shirai Visualizza il messaggio
      La cosa giusta sarebbe che per ogni legge che dovrebbe uscire dalla camera dev'essere fato un Referendum dove sono i cittadini a votare, e senza il problema del 50%.
      purtroppo questa cosa che dici tu non è fattibile al giorno d'oggi (e non so se lo sarà mai) xkè la gente comune non ne capisce niente di certi argomenti, e allora andrebbe a votare facendosi influenzare da questo o da quello (come succede già adesso)

      quello che mi piacerebbe vedere in futuro è una rivolizione della politica volta a ribaltare la situazione odierna, cioè oggi sono i politici a fare le leggi...domani dovrebbe essere la gente, che si riunisce in assemblee, e decide le varie leggi per il proprio territorio. Ma per fare questo ci vorrebbe un federalismo serio (non quello della lega). Scritte le leggi si dovrebbe assegnare il compito di farle mettere in atto ai politici, che non dovrebbero nemmeno essere politici di professione ma che dovrebbero ricoprire tale carica una sola volta nella vita e che verrebbero scelti a random tra tutti i cittadini che ne fanno richiesta

      lo so sto sognando
      La vista delle condizioni dell'Isola intera senza distinzione di provincie, ispira un profondo sconforto. L'animo prova una continua vicenda di sdegno e di pietà verso i vari elementi che vanno cozzandosi ciecamente in quella disperata confusione, prova uno smarrirsi e un confondersi di tutti quei criterii e concetti di buon governo che nelle università e nei libri si è imparato a ritenere per sicuri, e un dubbio doloroso che tutti quei principii di giustizia e di libertà, nei quali si era abituati a credere quasi come in una religione, non siano altro che discorsi bene architettati per coprir magagne che l'Italia è incapace di curare, una vernice per lustrare i cadaveri.

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      • #4
        che rigirata in culo di dimensioni mastodontiche.
        ***** ***!

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        • #5
          Questa mi ha spiazzato, non ho proprio altro da aggiungere, almeno al momento.
          Who is Kaiser Souze? He is supposed to be Turkish. Some say his father was German. Nobody believed he was real. Nobody ever saw him or knew anybody that ever worked directly for him, but to hear Kobayashi tell it, anybody could have worked for Souze. You never knew. That was his power. The greatest trick the Devil ever pulled was convincing the world he didn't exist. And like that, poof. He's gone.

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