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Grillo vs Telecom

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  • #16
    Rabbrividisci pure tesoro..

    Anzi se vuoi linkarmi spiegarmi o alto sono piu che disponibile.. meglio tardi che mai o sbaglio?

    Soprattutto se ha risvolti concreti e pratici spiega pure
    [Amdir]Firma Irregolare[/Amdir]

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    • #17
      ma usare il tasto cerca nella pagina di google no?
      La vista delle condizioni dell'Isola intera senza distinzione di provincie, ispira un profondo sconforto. L'animo prova una continua vicenda di sdegno e di pietà verso i vari elementi che vanno cozzandosi ciecamente in quella disperata confusione, prova uno smarrirsi e un confondersi di tutti quei criterii e concetti di buon governo che nelle università e nei libri si è imparato a ritenere per sicuri, e un dubbio doloroso che tutti quei principii di giustizia e di libertà, nei quali si era abituati a credere quasi come in una religione, non siano altro che discorsi bene architettati per coprir magagne che l'Italia è incapace di curare, una vernice per lustrare i cadaveri.

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      • #18
        Originariamente inviato da bonanzino Visualizza il messaggio
        meglio tardi che mai o sbaglio?
        ah beh quello sì

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        • #19
          leggendo qua e la ho trovato questo articolo di Antonio Di Pietro per chi voleva saperne di +

          Le menzogne sugli investimenti dall'estero
          Ieri ho partecipato alla trasmissione televisiva Ballarò. Si è discusso di Telecom Italia attribuendo al Governo la responsabilità per il suo mancato acquisto da parte di At&T. E’ stato dichiarato che Telecom è in vendita. Della Valle ha sostenuto che la mancanza di investimenti stranieri è dovuta all’ingerenza del Governo che vuole imporre delle regole in corsa. Chi ascoltava da casa se non era molto bene informato si è bevuto tutto.
          Telecom Italia non è in vendita, lo è la quota del 15% delle azioni detenute da Pirelli che Tronchetti vuole vendere fuori mercato a tre euro, quando il titolo è quotato a 2,3. Se esiste il mercato perchè chi vuole acquisire la maggioranza non lancia un’Opa a 2,6 - 2,7 euro che premierebbe i piccoli azionisti? Qui si cede il controllo di Telecom, ottenuto con il solo 15%, a trattativa privata. E’ questo il mercato? Quello che lascia sempre a bocca asciutta e senza rappresentanza i piccoli azionisti?
          Sul fatto che gli stranieri non investano, ormai da tempo immemorabile in Italia, concordo con Della Valle. Ma questo non accade per l’interventismo dello Stato o per un eccesso di regole, avviene invece per la loro mancanza: Parmalat, Cirio e Banca Popolare di Lodi lo dimostrano.
          L’introduzione di regole eque e certe penalizzerebbe solo i furbetti del quartierino, ormai diventato un condominio, non certo i piccoli azionisti. Voglio inoltre sottolineare, ancora una volta, che le reti nazionali non possono essere vendute come una merce qualunque, come se fossero mele e pere. Lo Stato ha il diritto, ma soprattutto il dovere di verificare le modalità di acquisto, gli investimenti pianificati, l’attendibilità degli acquirenti. Le reti autostradali, telefoniche, dell’energia sono la base per il funzionamento della Nazione, non uno strumento per i profitti di pochi.


          uno dei tanti motivi per i quali l'informazione in tv è da prendere sempre con le pinze
          Ultima modifica di MarcomeX; 19-04-2007, 13:30.
          La vista delle condizioni dell'Isola intera senza distinzione di provincie, ispira un profondo sconforto. L'animo prova una continua vicenda di sdegno e di pietà verso i vari elementi che vanno cozzandosi ciecamente in quella disperata confusione, prova uno smarrirsi e un confondersi di tutti quei criterii e concetti di buon governo che nelle università e nei libri si è imparato a ritenere per sicuri, e un dubbio doloroso che tutti quei principii di giustizia e di libertà, nei quali si era abituati a credere quasi come in una religione, non siano altro che discorsi bene architettati per coprir magagne che l'Italia è incapace di curare, una vernice per lustrare i cadaveri.

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          • #20
            sempre lodata sia la scatola nera che fa il lavaggio dei cervelli -_-

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            • #21
              Originariamente inviato da MarcomeX Visualizza il messaggio
              leggendo qua e la ho trovato questo articolo di Antonio Di Pietro per chi voleva saperne di +

              [color=red]Le menzogne sugli investimenti dall'estero
              Ieri ho partecipato alla trasmissione televisiva Ballarò. Si è discusso di Telecom Italia attribuendo al Governo la responsabilità per il suo mancato acquisto da parte di At&T. E’ stato dichiarato che Telecom è in vendita. Della Valle ha sostenuto che la mancanza di investimenti stranieri è dovuta all’ingerenza del Governo che vuole imporre delle regole in corsa. Chi ascoltava da casa se non era molto bene informato si è bevuto tutto.
              Telecom Italia non è in vendita, lo è la quota del 15% delle azioni detenute da Pirelli che Tronchetti vuole vendere fuori mercato a tre euro, quando il titolo è quotato a 2,3. Se esiste il mercato perchè chi vuole acquisire la maggioranza non lancia un’Opa a 2,6 - 2,7 euro che premierebbe i piccoli azionisti? Qui si cede il controllo di Telecom, ottenuto con il solo 15%, a trattativa privata. E’ questo il mercato? Quello che lascia sempre a bocca asciutta e senza rappresentanza i piccoli azionisti?
              Sul fatto che gli stranieri non investano, ormai da tempo immemorabile in Italia, concordo con Della Valle. Ma questo non accade per l’interventismo dello Stato o per un eccesso di regole, avviene invece per la loro mancanza: Parmalat, Cirio e Banca Popolare di Lodi lo dimostrano.
              bah visto che dipietro in quest'intervista sta a parlare del più e del meno come potrebbe discutere un qualsiasi impiegato al bar con i colleghi, dico anch'io la mia...visto che almeno economia la ho studiata, al contrario di lui.
              quando dice che telecom italia non è in vendita evidentemente gli sfuggono quelle nozioni di diritto commerciale che definiscono il "controllo aziendale"..cambiare di mano il 15% del capitale di una società per azioni con azioni di risparmio E' vendere l'azienda intera.telecom ha 10 miliardi e 700 milioni circa di euro di capitale, fate il conto del 15% (della parte non a risparmio).fatevi un'idea di cosa vuol dire muoverlo.
              se tronchetto vuol venderlo a trattativa privata e la legge glie lo consente non vedo perchè non dovrebbe farlo, la società la dirige lui (quella padrona del 15% di telecom intendo), i soldi li guadagna o li perde lui e quelli che sono con lui...che poi sia un affarista spesso di discutibili intenti non mi pare sia in argomento a trattative iniziate.bisognava pensarci prima.
              è pur verissimo che è un'azienda di interesse pubblico, sono le telecomunicazioni italiane, non un'azienda che vende tappini di plastica.
              sono anche 2 anni che è in odore di cessione, di cui un anno con governo di sinistra, quindi idealmente protezionista...al posto di stare a guardarsi le punte dei piedi e prendere 200'000 euro (puliti) all'anno per fare il deputato qualcuno poteva anche pensarci prima..al posto di fare la solita figura da italietta "ricattata" dalla estrema sinistra (in questo caso) o destra dove non si sa decidere manco che camicia mettersi la mattina per non essere tacciati di neofascimo o veterocomunismo dal solito branco di qualunquisti senza arte nè parte.
              se foste i dirigenti della At&t, e steste in contrattazione per un affare di miliardi di euro, dove ne va dai soldi con cui mangia la vostra e molte altre famiglie, della vostra faccia, della vostra professionalità, e nel durante degli esponenti di una parte politica (in questo caso in seno al governo, ma poteva anche non essere) minaccino di cambiare con poteri esterni ed incombattibili le regole del gioco o degli eventi successivi...come vi sentireste?fiduciosi dell'investimento?rischiereste?perchè è di rischio, e alto ,che si tratta.
              poi dicono che non si attirano capitali stranieri..qui è un casino ristrutturare un bar senza leccare il culo ad un assessore, ma che telecom d'egitto...

              PG on UOD: Tenaka Khan, Jarlaxle, Hyou of Gemmy, AzraeL, O-Ren Ishii
              ICQ 311178109
              Che si vinca o che si perda: FAIR PLAY

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              • #22
                Originariamente inviato da donde Visualizza il messaggio
                bah visto che dipietro in quest'intervista sta a parlare del più e del meno come potrebbe discutere un qualsiasi impiegato al bar con i colleghi, dico anch'io la mia...visto che almeno economia la ho studiata, al contrario di lui.
                quando dice che telecom italia non è in vendita evidentemente gli sfuggono quelle nozioni di diritto commerciale che definiscono il "controllo aziendale"..cambiare di mano il 15% del capitale di una società per azioni con azioni di risparmio E' vendere l'azienda intera.telecom ha 10 miliardi e 700 milioni circa di euro di capitale, fate il conto del 15% (della parte non a risparmio).fatevi un'idea di cosa vuol dire muoverlo.
                se tronchetto vuol venderlo a trattativa privata e la legge glie lo consente non vedo perchè non dovrebbe farlo, la società la dirige lui (quella padrona del 15% di telecom intendo), i soldi li guadagna o li perde lui e quelli che sono con lui...che poi sia un affarista spesso di discutibili intenti non mi pare sia in argomento a trattative iniziate.bisognava pensarci prima.
                è pur verissimo che è un'azienda di interesse pubblico, sono le telecomunicazioni italiane, non un'azienda che vende tappini di plastica.
                sono anche 2 anni che è in odore di cessione, di cui un anno con governo di sinistra, quindi idealmente protezionista...al posto di stare a guardarsi le punte dei piedi e prendere 200'000 euro (puliti) all'anno per fare il deputato qualcuno poteva anche pensarci prima..al posto di fare la solita figura da italietta "ricattata" dalla estrema sinistra (in questo caso) o destra dove non si sa decidere manco che camicia mettersi la mattina per non essere tacciati di neofascimo o veterocomunismo dal solito branco di qualunquisti senza arte nè parte.
                se foste i dirigenti della At&t, e steste in contrattazione per un affare di miliardi di euro, dove ne va dai soldi con cui mangia la vostra e molte altre famiglie, della vostra faccia, della vostra professionalità, e nel durante degli esponenti di una parte politica (in questo caso in seno al governo, ma poteva anche non essere) minaccino di cambiare con poteri esterni ed incombattibili le regole del gioco o degli eventi successivi...come vi sentireste?fiduciosi dell'investimento?rischiereste?perchè è di rischio, e alto ,che si tratta.
                poi dicono che non si attirano capitali stranieri..qui è un casino ristrutturare un bar senza leccare il culo ad un assessore, ma che telecom d'egitto...
                ma secondo me non hai capito il senso del discorso...lui vuole semplicemente dire che in tv non hanno spiegato bene cosa significa "vendere telecom" magari non parlerà come un laureato in economia ma questo non significa niente...

                la sua era una polemica nei confronti del tentativo di confondere (secondo lui e anche secondo me) le idee della gente facendo credere che il governo sta mettendo i bastoni fra le ruote ad AT&T quando in realtà (secondo lui e secondo me) sta facendo solo il suo dovere e cioè cambiare delle regole che non vanno bene (cosa che non piace ad alcuni)

                tu dici in corsa io dico meglio tardi che mai e cmq non penso che queste cose si possano fare così da un giorno all'altro in base a come ti svegli la mattina non hanno ancora fatto niente se ne sta solo discutendo e c'è ovviamente chi non vuole che si cambi nulla...

                Di Pietro per esempio l'idea di cambiare certe leggi le ha sempre avute non le ha tirate fuori "in corsa"
                La vista delle condizioni dell'Isola intera senza distinzione di provincie, ispira un profondo sconforto. L'animo prova una continua vicenda di sdegno e di pietà verso i vari elementi che vanno cozzandosi ciecamente in quella disperata confusione, prova uno smarrirsi e un confondersi di tutti quei criterii e concetti di buon governo che nelle università e nei libri si è imparato a ritenere per sicuri, e un dubbio doloroso che tutti quei principii di giustizia e di libertà, nei quali si era abituati a credere quasi come in una religione, non siano altro che discorsi bene architettati per coprir magagne che l'Italia è incapace di curare, una vernice per lustrare i cadaveri.

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                • #23
                  Originariamente inviato da MarcomeX Visualizza il messaggio
                  ma secondo me non hai capito il senso del discorso...lui vuole semplicemente dire che in tv non hanno spiegato bene cosa significa "vendere telecom" magari non parlerà come un laureato in economia ma questo non significa niente...

                  la sua era una polemica nei confronti del tentativo di confondere (secondo lui e anche secondo me) le idee della gente facendo credere che il governo sta mettendo i bastoni fra le ruote ad AT&T quando in realtà (secondo lui e secondo me) sta facendo solo il suo dovere e cioè cambiare delle regole che non vanno bene (cosa che non piace ad alcuni)

                  tu dici in corsa io dico meglio tardi che mai e cmq non penso che queste cose si possano fare così da un giorno all'altro in base a come ti svegli la mattina non hanno ancora fatto niente se ne sta solo discutendo e c'è ovviamente chi non vuole che si cambi nulla...

                  Di Pietro per esempio l'idea di cambiare certe leggi le ha sempre avute non le ha tirate fuori "in corsa"
                  Io ho capito benissimo il senso del tuo quote all'intervista di dipietro..mi spiego meglio allora..quello che intendevo io è che, ammesso pur che non abbiano spiegato bene in tv cosa significa vendere telecom, non ce lo può certo venir a spiegare dipietro..e non perchè non usi termini tecnici da economista, non sono i termini che fanno il concetto, è perchè un'operazione del genere possono comprenderla a pieno solo alcuni "addetti ai lavori" che sono in possesso di una mole enorme di informazioni a riguardo.
                  dipietro che è un politico che sappiamo tutti da dove viene fuori, dalla magistratura, a riguardo mi può dare la sua opinione di uomo della strada, anche con buon senso non lo metto in dubbio...metto però in dubbio di quanto sia conscio dell'impatto di idee del genere esposte da un esponente politico durante una trattativa come questa.

                  e intendevo inoltre che secondo me proprio perchè ste cose non si possono fare da un giorno all'altro, è una cazzata che si vengano a tirar fuori questi problemi quando si verifica il "casus belli" visto che c'è un governo in carica da un anno che ha una parte di esponenti sicuramente di estrazione socialista e dunque riguardo le aziende di importanza nazionale di idee protezionistiche (giusta o sbagliata che sia la cosa..a certe condizioni secondo me giusta), e che di cambiare gli assetti di telecom se ne parla da 2 anni..se volevano far qualcosa ci dovevano pensare prima e non creare dei casini ora e far volar via i miliardi di euro perchè la maggior parte degli onorevoli deputati parla perchè ha la lingua in bocca (inteso bi-partizan)..e che in questa condizioni non c'è da stupirsi che in italia non si racimoli un centesimo di investimento dall'estero.

                  PG on UOD: Tenaka Khan, Jarlaxle, Hyou of Gemmy, AzraeL, O-Ren Ishii
                  ICQ 311178109
                  Che si vinca o che si perda: FAIR PLAY

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                  • #24
                    Originariamente inviato da donde Visualizza il messaggio
                    Io ho capito benissimo il senso del tuo quote all'intervista di dipietro..mi spiego meglio allora..quello che intendevo io è che, ammesso pur che non abbiano spiegato bene in tv cosa significa vendere telecom, non ce lo può certo venir a spiegare dipietro..e non perchè non usi termini tecnici da economista, non sono i termini che fanno il concetto, è perchè un'operazione del genere possono comprenderla a pieno solo alcuni "addetti ai lavori" che sono in possesso di una mole enorme di informazioni a riguardo.
                    dipietro che è un politico che sappiamo tutti da dove viene fuori, dalla magistratura, a riguardo mi può dare la sua opinione di uomo della strada, anche con buon senso non lo metto in dubbio...metto però in dubbio di quanto sia conscio dell'impatto di idee del genere esposte da un esponente politico durante una trattativa come questa.
                    siccome viene dalla magistratura non ne può capire di economia
                    ammesso e non concesso che fosse vero è sempre un ministro della repubblica ce l'avrà qualche collaboratore al quale fare riferimento per chiedere spiegazioni sull'accaduto non pensi?

                    Originariamente inviato da donde Visualizza il messaggio
                    e intendevo inoltre che secondo me proprio perchè ste cose non si possono fare da un giorno all'altro, è una cazzata che si vengano a tirar fuori questi problemi quando si verifica il "casus belli" visto che c'è un governo in carica da un anno che ha una parte di esponenti sicuramente di estrazione socialista e dunque riguardo le aziende di importanza nazionale di idee protezionistiche (giusta o sbagliata che sia la cosa..a certe condizioni secondo me giusta), e che di cambiare gli assetti di telecom se ne parla da 2 anni..se volevano far qualcosa ci dovevano pensare prima e non creare dei casini ora e far volar via i miliardi di euro perchè la maggior parte degli onorevoli deputati parla perchè ha la lingua in bocca (inteso bi-partizan)..e che in questa condizioni non c'è da stupirsi che in italia non si racimoli un centesimo di investimento dall'estero.
                    qua ti do ragione ma la politica italiana è quello che è c'è poco da fare
                    La vista delle condizioni dell'Isola intera senza distinzione di provincie, ispira un profondo sconforto. L'animo prova una continua vicenda di sdegno e di pietà verso i vari elementi che vanno cozzandosi ciecamente in quella disperata confusione, prova uno smarrirsi e un confondersi di tutti quei criterii e concetti di buon governo che nelle università e nei libri si è imparato a ritenere per sicuri, e un dubbio doloroso che tutti quei principii di giustizia e di libertà, nei quali si era abituati a credere quasi come in una religione, non siano altro che discorsi bene architettati per coprir magagne che l'Italia è incapace di curare, una vernice per lustrare i cadaveri.

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