Fin da matricola ne ho sentite raccontare di tutti i colori su professori "stronzi" ai limiti delle umane possibilità e studenti eroici che resistono a una congiura della cattiveria che coinvolge tutti i professori, salvo poche e idolatrate eccezioni.
Molto rapidamente ho iniziato però a sospettare che quasi tutte fossero delle bufale clamorose, se non per altro perchè le stesse storie venivano racccontate in facoltà diverse con protagonisti diversi ma con le stesse, identiche parole. Quando di una di queste storielle (quella del diciannove bagnato come alternativa a un diciotto asciutto) mi è stata raccontata con mio padre nella parte del protagonista, il mio sospetto è diventato una certezza. Così, quando il buon Luca Ortis (grazie!) mi ha mandato un mail kilometrico contenente una raccolta di tutte queste leggende (tratte, come è giusto che sia, dal newsgroup it.discussioni.leggende.metropolitane) ho deciso di dedicare questo dovuto spazio a tutti gli studenti che raccontano queste storielle gustosissime -- e anche un po' a chi ci crede.
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Esame di Fisica: il professore lancia un mazzo di chiavi allo studente e gli chiede: "Che tipo di moto è questo?" Lo studente rilancia le chiavi al professore e risponde: "Lo stesso di questo."
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Premessa. La formula cinematica della caduta dei gravi è h = -1/2 g t2. Il segno di questa formula dipende dal sistema di riferimento che si sceglie; se non si è coerenti, si rischia di descrivere una situazione in cui lanciando un oggetto esso va spontaneamente verso l'alto...
Il professore chiede: "Mi scriva l'equazione della caduta dei gravi". L'allievo sbaglia il segno nel suo sistema di riferimento. Il professore lancia il libretto dalla finestra ed esclama: "Ora lo recuperi al piano di sopra e torni il mese prossimo!"
Alcuni iscritti al newsgroup hanno riferito questo aneddoto ai seguenti professori: professor Candoni (Politecnico di Milano, esame di Fisica I), professor Quartapelle (Politecnico di Milano, esame di Fisica I), professor Liberatore (Ingegneria a Firenze, esame di Elettrotecnica).
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Professore: Mi faccia il ciclo di Carnot.
Studente: (disegna un cerchio sul foglio)
Professore: Hmmm... bene... ne faccia un altro vicino.
Studente: (disegna un altro cerchio a fianco del primo)
Professore: Bene... unisca i centri dei due cicli con una retta.
Studente: (disegna la retta)
Professore: Molto bene! Ora prenda il suo biciclo di Carnot e se ne vada.
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Un professore di Fisica è noto e temuto per le sue tremende domande sui flussi. All'esame si tiene il seguente dialogo:
Professore: Immagini di trovarsi su un treno che viaggia a velocità costante, d'estate, senza l'aria condizionata, alle due del pomeriggio. Il finestrino è chiuso e c'è un caldo da scoppiare. Che cosa fa?
Studente: Mi levo la maglia.
Professore: Sì, ma c'è ancora caldo. Che cosa fa?
Studente: Mi levo i pantaloni.
Professore: Ma c'è ancora caldo. Che cosa fa?
Studente: Mi levo anche le mutande, ma quel ***** di finestrino non glielo apro neanche morto!"
Varianti. In alcuni racconti questo dialogo avviene al secondo orale dello studente in questione, dopo che la prima volta è stato mandato via proprio per aver sbagliato il calcolo del flusso derivante dall'aver aperto il finestrino. In altri racconti la domanda non è sul flusso dell'aria, ma sulla variazione di entropia derivante dalla diminuzione di temperatura dello scompartimento.
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Uno studente di Matematica, figlio di un professore, deve sostenere l'esame di Fisica I con un collega del padre. L'esito sembra praticamente scontato, ma -- incredibile -- il giovane non sa proprio una benemerita mazza. Una domanda dopo l'altra, constatando la sua figuraccia incredibile in presenza di testimoni, il professore non sa proprio che cosa fare per dare quella promozione promessa. Alla fine ricorre a domande da terza media per far dare al ragazzo almeno una risposta:
Professore: Allora prendiamo in considerazione un asse e poggiamolo su un...?
Studente: ...
Professore: ...fulcro, naturalmente. Abbiamo così una...?
Studente: ...
Professore: ...leva, come ben sai. Allora, se io metto un carico ad una estremità della leva, che succede?
Studente (ormai scazzato da quel trattamento sfacciatamente di favore): Ci metto la briscola...
Professore: MA ALLORA IO TI BOCCIO!
Studente: Vabbeh, allora ci vado liscio.
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Il docente consegna allo studente una lampadina e gli domanda "Quanto consuma?" Lo studente legge le scritte sulla lampadina e dice "60 Watt." Il docente allora gli dice: "No, in mano sua non consuma proprio un bel niente. Ritorni la prossima volta."
Attribuita a un docente di Elettronica del Politecnico di Torino.
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All'esame di Fisica lo studente, in stato confusionale, afferma erroneamente che l'accelerazione di gravità vale 9.81 cm s-2 (invece di 9.81 m s-2) e il professore gli dice: "Monti sul tavolo". Il ragazzo stupito chiede: "Come?" e il professore replica: "Monti sul tavolo." Il ragazzo, emozionato e intontito dalla pressione da esame, monta sul tavolo davanti a una quarantina di persone che seguono l'orale; il professore gli dice: "Salti!" Il ragazzo salta giù dal tavolo; il professore fa uno scatto come fosse stato colto da sorpresa e chiede: "Ma come? Già è atterrato?"
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All'appello di Diritto Costituzionale si presenta una figona in mini-minigonna (nota anche come "minigonna ascellare", in riferimento all'altezza a cui arriva l'orlo inferiore) e supertruccata. Il professore dopo averla squadrata le offre una sigaretta, e la sventurata accetta. A questo punot il professore le dice: "Citerò Omero: Addio, ***** fumante!"
Riferita al professor Candoni (già citato) e ad altri professori di Roma (la Sapienza e Tor Vergata)
Varianti. Questa è senz'altro una delle leggende più citate, tanto che viene perfino da pensare che potrebbe essere veramente accaduta da qualche parte.
Esame di lingua latina: questa volta è la ragazza a chiedere di potersi accendere una sigaretta. Al che il professore traduce liberamente dall'Eneide: "Addio, ***** fumante", e la sbatte fuori. Secondo un'altra versione (Roma, università imprecisata), la donna fuma durantel'esame per calmarsi, senza risultato.
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Esame di anatomia, scena muta sugli organi genitali femminili. Il professore, sadicamente, dice con disprezzo allo studente: "Guardi, le do 20000 lire, lei stasera tardi va nella zona del porto e vedrà quante signorine le spiegano volentieri queste cose..." Lo studente incassa (in tutti i sensi) e torna all'appello successivo. Conquistato un soffertissimo 18 e firmato lo statino lo studente mette 10 sacchi in mano all'incredulo professore, commentando: "Sua moglie prende di meno."
Accaduta a: Genova, facoltà di Medicina. Una variante è attribuita anche al professor Trevisan, Analisi per Ingegneria, Università di Padova.
Varianti. Talvolta l'aneddoto è originato semplicemente da una frase di disprezzo del professore, del tipo: "Senta, lasci perdere tutto e vada a puttane che è l'unica cosa che può fare." Si sente anche raccontare con 10.000 lire invece che 20.000; secondo un'altra variante, lo studente dice al professore: "Per sua moglie bastano."
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Esame di Geometria. Dopo varie domande a cui lo studente non ha risposto la professoressa dice: "Mi disegni una retta sulla lavagna." Lo studente comincia ma poi si interrompe; la professoressa gli dice: "Continui e non si fermi." Lo studente obietta: "Ma prof., la lavagna è finita!" E la professoressa: "Continua lungo tutte e 4 le lavagne... continua così lungo il muro fino alla porta... esci e continua così fino a casa!"
Sentita a Cagliari, Ingegneria Elettronica. Altre attribuzioni: professor Serpi, (Roma la Sapienza, esame di Fisica II), professor Villaggio (Pisa, esame di Scienza delle Costruzioni (?), fratello del noto attore e piuttosto malvoluto dagli studenti)
Varianti. Lo studente se ne va, continuando effettivamente a disegnare col gesso sul muro. Tutti pensano che sia un gesto di stizza ma dopo qualche minuto si sente bussare dall'altra porta dell'aula (quella opposta all'uscita dello studente). Tutti ammutoliscono: la porta si apre e entra lo studente di prima, ancora col gesso attaccato al muro (l'edificio della facoltà aveva una pianta circolare); disegna la linea finché non si ricollega a quella da lui incominciata sulla lavagna e blatera qualcosa del tipo: "C'è chi dice che estendendo una retta all'infinito si ripieghi su se stessa formando un cerchio...". Secondo un'altra variante, a questo punto il professore ha promosso lo studente.
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Esame di Anatomia; il professor Oliva chiede allo studente: "Che forma hanno i testicoli?" e si sente rispondere: "I testicoli hanno forma di Oliva."
Molto rapidamente ho iniziato però a sospettare che quasi tutte fossero delle bufale clamorose, se non per altro perchè le stesse storie venivano racccontate in facoltà diverse con protagonisti diversi ma con le stesse, identiche parole. Quando di una di queste storielle (quella del diciannove bagnato come alternativa a un diciotto asciutto) mi è stata raccontata con mio padre nella parte del protagonista, il mio sospetto è diventato una certezza. Così, quando il buon Luca Ortis (grazie!) mi ha mandato un mail kilometrico contenente una raccolta di tutte queste leggende (tratte, come è giusto che sia, dal newsgroup it.discussioni.leggende.metropolitane) ho deciso di dedicare questo dovuto spazio a tutti gli studenti che raccontano queste storielle gustosissime -- e anche un po' a chi ci crede.
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Esame di Fisica: il professore lancia un mazzo di chiavi allo studente e gli chiede: "Che tipo di moto è questo?" Lo studente rilancia le chiavi al professore e risponde: "Lo stesso di questo."
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Premessa. La formula cinematica della caduta dei gravi è h = -1/2 g t2. Il segno di questa formula dipende dal sistema di riferimento che si sceglie; se non si è coerenti, si rischia di descrivere una situazione in cui lanciando un oggetto esso va spontaneamente verso l'alto...
Il professore chiede: "Mi scriva l'equazione della caduta dei gravi". L'allievo sbaglia il segno nel suo sistema di riferimento. Il professore lancia il libretto dalla finestra ed esclama: "Ora lo recuperi al piano di sopra e torni il mese prossimo!"
Alcuni iscritti al newsgroup hanno riferito questo aneddoto ai seguenti professori: professor Candoni (Politecnico di Milano, esame di Fisica I), professor Quartapelle (Politecnico di Milano, esame di Fisica I), professor Liberatore (Ingegneria a Firenze, esame di Elettrotecnica).
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Professore: Mi faccia il ciclo di Carnot.
Studente: (disegna un cerchio sul foglio)
Professore: Hmmm... bene... ne faccia un altro vicino.
Studente: (disegna un altro cerchio a fianco del primo)
Professore: Bene... unisca i centri dei due cicli con una retta.
Studente: (disegna la retta)
Professore: Molto bene! Ora prenda il suo biciclo di Carnot e se ne vada.
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Un professore di Fisica è noto e temuto per le sue tremende domande sui flussi. All'esame si tiene il seguente dialogo:
Professore: Immagini di trovarsi su un treno che viaggia a velocità costante, d'estate, senza l'aria condizionata, alle due del pomeriggio. Il finestrino è chiuso e c'è un caldo da scoppiare. Che cosa fa?
Studente: Mi levo la maglia.
Professore: Sì, ma c'è ancora caldo. Che cosa fa?
Studente: Mi levo i pantaloni.
Professore: Ma c'è ancora caldo. Che cosa fa?
Studente: Mi levo anche le mutande, ma quel ***** di finestrino non glielo apro neanche morto!"
Varianti. In alcuni racconti questo dialogo avviene al secondo orale dello studente in questione, dopo che la prima volta è stato mandato via proprio per aver sbagliato il calcolo del flusso derivante dall'aver aperto il finestrino. In altri racconti la domanda non è sul flusso dell'aria, ma sulla variazione di entropia derivante dalla diminuzione di temperatura dello scompartimento.
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Uno studente di Matematica, figlio di un professore, deve sostenere l'esame di Fisica I con un collega del padre. L'esito sembra praticamente scontato, ma -- incredibile -- il giovane non sa proprio una benemerita mazza. Una domanda dopo l'altra, constatando la sua figuraccia incredibile in presenza di testimoni, il professore non sa proprio che cosa fare per dare quella promozione promessa. Alla fine ricorre a domande da terza media per far dare al ragazzo almeno una risposta:
Professore: Allora prendiamo in considerazione un asse e poggiamolo su un...?
Studente: ...
Professore: ...fulcro, naturalmente. Abbiamo così una...?
Studente: ...
Professore: ...leva, come ben sai. Allora, se io metto un carico ad una estremità della leva, che succede?
Studente (ormai scazzato da quel trattamento sfacciatamente di favore): Ci metto la briscola...
Professore: MA ALLORA IO TI BOCCIO!
Studente: Vabbeh, allora ci vado liscio.
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Il docente consegna allo studente una lampadina e gli domanda "Quanto consuma?" Lo studente legge le scritte sulla lampadina e dice "60 Watt." Il docente allora gli dice: "No, in mano sua non consuma proprio un bel niente. Ritorni la prossima volta."
Attribuita a un docente di Elettronica del Politecnico di Torino.
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All'esame di Fisica lo studente, in stato confusionale, afferma erroneamente che l'accelerazione di gravità vale 9.81 cm s-2 (invece di 9.81 m s-2) e il professore gli dice: "Monti sul tavolo". Il ragazzo stupito chiede: "Come?" e il professore replica: "Monti sul tavolo." Il ragazzo, emozionato e intontito dalla pressione da esame, monta sul tavolo davanti a una quarantina di persone che seguono l'orale; il professore gli dice: "Salti!" Il ragazzo salta giù dal tavolo; il professore fa uno scatto come fosse stato colto da sorpresa e chiede: "Ma come? Già è atterrato?"
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All'appello di Diritto Costituzionale si presenta una figona in mini-minigonna (nota anche come "minigonna ascellare", in riferimento all'altezza a cui arriva l'orlo inferiore) e supertruccata. Il professore dopo averla squadrata le offre una sigaretta, e la sventurata accetta. A questo punot il professore le dice: "Citerò Omero: Addio, ***** fumante!"
Riferita al professor Candoni (già citato) e ad altri professori di Roma (la Sapienza e Tor Vergata)
Varianti. Questa è senz'altro una delle leggende più citate, tanto che viene perfino da pensare che potrebbe essere veramente accaduta da qualche parte.
Esame di lingua latina: questa volta è la ragazza a chiedere di potersi accendere una sigaretta. Al che il professore traduce liberamente dall'Eneide: "Addio, ***** fumante", e la sbatte fuori. Secondo un'altra versione (Roma, università imprecisata), la donna fuma durantel'esame per calmarsi, senza risultato.
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Esame di anatomia, scena muta sugli organi genitali femminili. Il professore, sadicamente, dice con disprezzo allo studente: "Guardi, le do 20000 lire, lei stasera tardi va nella zona del porto e vedrà quante signorine le spiegano volentieri queste cose..." Lo studente incassa (in tutti i sensi) e torna all'appello successivo. Conquistato un soffertissimo 18 e firmato lo statino lo studente mette 10 sacchi in mano all'incredulo professore, commentando: "Sua moglie prende di meno."
Accaduta a: Genova, facoltà di Medicina. Una variante è attribuita anche al professor Trevisan, Analisi per Ingegneria, Università di Padova.
Varianti. Talvolta l'aneddoto è originato semplicemente da una frase di disprezzo del professore, del tipo: "Senta, lasci perdere tutto e vada a puttane che è l'unica cosa che può fare." Si sente anche raccontare con 10.000 lire invece che 20.000; secondo un'altra variante, lo studente dice al professore: "Per sua moglie bastano."
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Esame di Geometria. Dopo varie domande a cui lo studente non ha risposto la professoressa dice: "Mi disegni una retta sulla lavagna." Lo studente comincia ma poi si interrompe; la professoressa gli dice: "Continui e non si fermi." Lo studente obietta: "Ma prof., la lavagna è finita!" E la professoressa: "Continua lungo tutte e 4 le lavagne... continua così lungo il muro fino alla porta... esci e continua così fino a casa!"
Sentita a Cagliari, Ingegneria Elettronica. Altre attribuzioni: professor Serpi, (Roma la Sapienza, esame di Fisica II), professor Villaggio (Pisa, esame di Scienza delle Costruzioni (?), fratello del noto attore e piuttosto malvoluto dagli studenti)
Varianti. Lo studente se ne va, continuando effettivamente a disegnare col gesso sul muro. Tutti pensano che sia un gesto di stizza ma dopo qualche minuto si sente bussare dall'altra porta dell'aula (quella opposta all'uscita dello studente). Tutti ammutoliscono: la porta si apre e entra lo studente di prima, ancora col gesso attaccato al muro (l'edificio della facoltà aveva una pianta circolare); disegna la linea finché non si ricollega a quella da lui incominciata sulla lavagna e blatera qualcosa del tipo: "C'è chi dice che estendendo una retta all'infinito si ripieghi su se stessa formando un cerchio...". Secondo un'altra variante, a questo punto il professore ha promosso lo studente.
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Esame di Anatomia; il professor Oliva chiede allo studente: "Che forma hanno i testicoli?" e si sente rispondere: "I testicoli hanno forma di Oliva."
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