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Chavez contro le TV

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  • Chavez contro le TV

    E' da una vita che non torno su questo forum, e ci torno con un argomento delicato.

    Mi sorprende che nessun quotidiano, almeno online, abbia commentato la notizia, lasciando all'oscuro l'Italia dall'evento.



    Ci lamentavamo del duopolio Rai-Mediaset e la fragolina La7, pensate che sto vivenvo dal vivo l’avvenire del Regime Venezuelano che si avvera.

    28 Dicembre 2006. Chavez, in tenuta militare, ha annunciato che non darà le concessioni televisive al canale RCTV, canale storico del paese (il più vecchio, nato nel 1953).
    Il Venezuela si ritroverà quindi privo di uno dei suoi canali, per il solo volere di un Presidente della Repubblica Bolivariana che non accetta la libertà mediatica, la libertà d’espressione.

    “Questo è un canale che va contro l’etica” ha detto di fronte ai soldati durante il consueto saluto di fine anno all’Accademia Militare di Caracas. “Finirà a Marzo la sua concessione televisiva. E’ meglio che vada a preparare le valigie e vedano cosa faranno dopo Marzo. La concessione è finita!”. “Ormai è fatta, che vadano a prepararsi, spengano i macchinari! Non si tollererà qui nessun media di comunicazione que sia al servizio del golpismo, contro il popolo, contro la nazione, contro l’indipendenza nazionale, contro la dignità della Repubblica” afferma, “Venezuela si rispetta… lo annuncio prima che arrivi la data perchè non vadano dicendo le loro storielle che hanno ancora 20 anni in più,… è finita, è finita!”

    Oggi, 29 Dicembre 2006, il ministro delle Comunicazioni e Informazioni William Lara sostiene che qualsiasi interpretazione nei riguardi delle parole dette dal Presidente della Repubblica Bolivariana Hugo Chavez sulla decisione presa nei confronti di RCTV è pura manipolazione per distorcere la natura costituzionale e legale di tale decisione.
    Sempre lo stesso ministro poi sostiene che la posizione del detto canale è di chiara opposizione al Governo Bolivariano, accusandolo di essere complice mediatico del colpo di stato del 2002.

    Ora lo scenario risulterebbe questo, in attesa della fine dei contratti delle altre televisioni private e l’acquisizione da parte del Governo delle rimanenti (già Puma TV diventerà una televisione stile SkyNews24 del Governo che contrasterà Globovision), con 4 canali del Governo e 4 dell’opposizione, di cui 1 sta per scomparire, due sono sottoposte a censura e Globovision che cerca di andare avanti.
    Le televisioni del Governo Bolivariano sono come abbiamo detto 4, una è ViVe che si occupa di programmi di cultura e informazione in relazione con il processo politico del paese, l’altra è ANTV, ossia il canale ufficiale dell’Assemblea Nazionale del Governo, poi i pezzi forti VTV (Venezolana de Television) e TeleSUR (che viene trasmessa da Caracas in Venezuela e altri paesi latini amici del Governo).
    Le 4 oppositrici sarebbero RCTV, Venevisión (principale concorrente di RCTV, gioverà dell’azione del Governo, dal 2004 ha abbassato le ali dopo la “Ley de Responsabilidad Social en Radio y Televisión”), Televen (nata come alternativa a RCTV e Venevision, all’inizio neutrale politicamente, ma con l’evento di Chavez si era posta all’opposizione, finchè nel 2004, sempre seguendone la legge sulle televisioni, è tornata alla neutralità iniziale, sopprimendo i programmi di opinione come quello della giornalista Marta Colomina) e Globovisión (televisione d’informazione, con 18 ore di sole notizie giornaliere, una televisione che nel 2002, insieme ad altri canali hanno subito forti ripercussioni da parte dei militanti del Governo, intrusioni nelle sedi, linciaggi e lanci di oggetti verso le finestre - tra i manifestanti c’erano anche esponenti politici del Governo, impuniti ai fatti).
    Altre televisioni private considerate neutrali sono Vale TV (trasmette documentari locali ed esteri, come quelli di Discovery Chanel), Puma TV (la MTV venezuelana), Atel TV (TV satellitare che viene trasmessa via “Cable”, ossia il nostro Sky) e Meridiano Television (un canale che tratta solo di sport).

    Per il paese latinoamericano non è la prima volta che viene attuato un attacco verso i media e la libertà di stampa. La “Ley de Responsabilidad Social en Radio y Televisión” (Legge di Responsabilità Sociale Radio-Televisiva) è nata appunto per imporre l’autocensura ai media di comunicazione con la minaccia da multe alla chiusura temporale dei canali stessi. Nella legge viene messo il proibizionismo a trasmettere informazioni contrarie all’informazione “vera e oportuna”, come lo contempla la costituzione fatta da Chavez, chiaro movimento di censura nei confronti delle voci oppositrici al Governo.

    Tra le sanzioni è contemplata la chiusura per 48 ore per le televisioni o radio che diffondano contenuti che promuovano o incinitino alla guerra, ai disordini pubblici, al delitto o che siano contrari alla sicurezza nazionale. Inoltre classifica come “infrazioni gravi” la diffusione di contenuti che promuovano o incitino il non rispetto alle istituzioni e autorità legittime come deputati, capi di stato, ministri, autorità elettorali o militari. Chavez, che ha sempre definito i media privati come “nemici della rivoluzione”, si è fatto una legge che praticamente chi gli va in contro e fa propaganda (o incita la gente) contro di lui e il suo Governo può essere censurato.

    La legge sulle TV impone un orario sulle trasmissioni televisive, contro il sesso e la violenza, ma è sulla violenza che cade il pollo. L’orario posto per i film d’azione, serie TV e notizie dal vivo come quelle accadute a Plaza Altamira (dove una manifestazione venne ripresa tutta in diretta da alcuni canali, tanto da riprendere sempre dal vivo il momento in cui dei pazzi hanno iniziato a sparare alla folla che protestava contro il governo), considerate scene crude, che non potranno essere trasmesse dalle 5 del mattino alle 10 della sera. Ossia, i Venezuelani per poter vedere notizie di quel tipo devono diventare nottambuli.

    Mentre HRW (Human Rights Watch) presenta una sua posizione sulla situazione dei diritti umani e libertà d’espressione in Venezuela, assicurando che tale strumento costituisce un grave attentato contro la libertà d’espressione in Venezuela. Il direttore esecutivo di HRW sezione Americhe, Josè Miguel Vivanco, dichiarò che tale legge è qualcosa di realmente grave, che impone un clima di autocensura di fronte ai media che sono la garanzia della democrazia, il tutto con la scusa di proteggere i minori.

    Una libertà di stampa che è andata a mancare negli anni. Secondo Freedom House nel 2002 il paese latinoamericano era considerato un paese parzialmente libero, ma che già nel 2003 è stato classificato come paese non libero. Secondo la classifica di Reporters Without Borders, il Venezuela occupava il 77′ posto, mentre oggi occupa il 115′, il tutto nel giro di pochi anni.

    E’ come se in Italia all’improvviso Italia1 dovesse chiudere perchè ha fatto propaganda per la manifestazione della CDL a Roma.



    I dati di Freedom House:

    http://www.freedomhouse.org/template...=251&year=2002
    http://www.freedomhouse.org/template...=251&year=2003
    http://www.freedomhouse.org/template...=251&year=2006

    I dati di RWB:

    http://www.rsf.org/article.php3?id_article=4119
    http://www.rsf.org/rubrique.php3?id_rubrique=641
    Ultima modifica di Tyto82; 31-12-2006, 02:23.

  • #2
    Non si può accettare che per il solo andare contro gli Usa si accetti un comportamento come quello del Governo di Hugo Chavez.

    Sul piano della democrazia e della tolleranza nel paese posso citare vari esempi, ma il primo tra tutti uno.

    Famosa è l’azione del deputato Tascon, che pubblicò online la famosa lista Tascon con la quale si poteva conoscere il numero di carta d’identità di chi aveva firmato per approvare il Referendum Revocatorio, da cui partirono le varie discriminazioni politiche, promosse anche da politici come il Ministro della Salute e dello Sviluppo Sociale Roger Capella, che ai microfoni della televisione nazionale, fa la seguente dichiarazione: “Un traditore non deve stare in un posto di fiducia. E questo stato ha una politica di corrispondenza con il Governo che si ritrova, dove non c’è spazio per i traditori. Quanti siano, chi ha firmato è fuori!”
    Poco tempo dopo iniziarono i licenziamenti negli ospedali e la creazione di un software che rendeva automatico l’individuazione del cittadino nella lista.

    Poi scoprire il nome, il cognome, l’indirizzo di casa del firmatario è facilissimo. Basta andare nel sito del CNE, inserisci il numero di carta d’identità e si hanno tutti questi dati.

    Durante il Referendum Revocatorio del 2004, a controllare che tutto si svolgesse regolarmente c’era il “Centro Carter“. Proprio lui, Jimmi Carter.
    Il Centro Carter fu il punto di riferimento per ogni dichiarazione da parte del Governo, che davano piena fiducia al gruppo. Nonostante la dichiarazione degli esponenti dell’opposizione per le macchinette taroccate, il Centro Carter invitò a tutti i venezuelani di accettare il risultato e lavorare per il futuro.

    In questo momento, Chavez fa comodo agli States perché garantisce stabilità agli investitori. Non solo il governo venezuelano ha fatto varie concessioni a società straniere (come la Exxon, che prevede un investimento di 3 miliardi di dollari per lo sfruttamento delle riserve di gas), ma da quando è al potere, ha creato una società finanziaria (PDVSA Finance, la finanziaria dell’industria statale del petrolio venezuelano) nelle Bahamas, che serve a garantire gli investitori. Il petrolio del Venezuela viene ceduto a questa società e poi mandato negli USA. PDVSA Finance, per statuto, paga prima gli interessi delle obbligazioni, i suoi creditori, e poi il petrolio. Pertanto, gli investitori, soprattutto statunitensi ed europei, sono supergarantiti.

    All’inizio di quest’anno Chavez contestò il blocco della vendita di armi verso il paese latinoamericano. Da chi il Governo Bolivariano acquistava le armi? Dagli stessi Stati Uniti. Compravano le armi del “Diablo”?

    Chi è il maggior acquirente del petrolio Venezuelano? Gli Stati Uniti. Dei 3,3 milioni di barili giornalieri, ben un milione e mezzo sono venduti agli Stati Uniti.

    Da Gennaio e Luglio di questo 2006 l’interscambio tra i due paesi è aumentato del 10,4% rispetto al 2005.
    Dei 47 miliardi di dollari che costituiscono la bilancia commerciale tra i due paesi, 30.2 miliardi rappresentano le entrate per il Venezuela, il doppio rispetto al 2000, anno in cui Chavez venne rieletto dopo un anno di Governo utile alla modifica della Costituzione.

    Questo è Hugo Chavez, questa la “Rivoluzione Bolivariana”. Usa l’odio verso l’America, ma è solo un gioco di potere. Non a caso gli scambi commerciali tra i due paesi son aumentati.

    Criticare l’azione di Chavez è legittima, dato che attacca la libertà d’espressione e gli stessi diritti umani, di cui associazioni riconosciute affrontano il tema. Si ricordi che in Italia lottiamo ancora per poter tornare ad essere uno dei paesi con maggior libertà d’espressione, ed è giusto citare i casi del mondo per evitare di fare gli stessi errori, che siano da una parte o dall’altra tra gli schieramenti politici.



    *scusate il doppio post, ma era lungo e il forum non mi lasciava inserire tutto*

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    • #3
      si ma con tutta la gnocca che c'è in venezuela, figurati cosa gliene frega a loro

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      • #4
        Chavez ci ha gia degnati di grandi iniziative e grandi provvedimenti "economici", questa trovata non è la prima e purtroppo non sarà l ultima.
        Sun Tzu dice: ​ Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità

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        • #5
          Questo caso, purtroppo, non farà lo scalpore che merita..

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