«Italiano lingua ufficiale». No da Lega e Prc
ROMA — Cosa ci fanno Lega e Rifondazione alleate alla Camera? Nessun ribaltone, nessun ribaltino. Semplicemente si battono come un sol uomo contro chi (tutti gli altri) vuole addirittura riconoscere l'italiano come lingua ufficiale della Repubblica italiana. D'accordo sull'obiettivo, i due partiti hanno però motivazioni opposte: Rifondazione teme che dietro ci sia l'intenzione di rendere più complicato il rilascio della cittadinanza agli immigrati. La Lega, invece, parla di legge che calpesta il federalismo e le lingue locali.
LEGGE — La proposta in discussione alla Camera è un vecchio cavallo di battaglia di An che però ha raccolto il consenso di tutti gli altri partiti. Il problema è l'Alto Adige. Qui la tutela delle minoranza tedesca prevede posti riservati per chi parla quella lingua in tutti gli uffici pubblici, dalla scuola ai tribunali, fino agli ospedali. «Queste garanzie — si legge nella relazione di An — non possono avvilire e offendere gli elementi identificativi della comunità italiana». Solo campanile? Insomma. I guai potrebbero aumentare se altre Regioni decidessero di tutelare allo stesso modo le loro minoranze. In Valle d'Aosta ad esempio, oppure in Lombardia, in Friuli Venezia Giulia o (perché no?) anche in Molise o in Calabria, dove ci sono antiche enclave albanesi. Trovare un lavoro, per chi parla solo l'italiano potrebbe diventare ancora più difficile. Da qui il disegno di legge che inserisce la frase «La lingua italiana è la lingua ufficiale della Repubblica» nell'articolo 12 della Costituzione.
LEGA — «Questa legge non ha senso» dice il leghista Roberto Cota. E spiega: «Senza aver fatto prima il federalismo e senza il rispetto degli idiomi locali è solo centralismo». Che alla Lega la faccenda non vada giù è facile da capire. Quattro anni fa il Carroccio propose un emendamento al Codice della strada per scrivere in dialetto i cartelli turistici. E non è una sorpresa nemmeno lo scontro con An. Quando nel 1998 il partito di Fini lanciò la prima campagna, proprio con Bossi ce l'aveva: la raccolta di firme tra gli abitanti di Bolzano parlava di contrasto alle «iniziative di quei partiti, Lega e Svp, che vogliono negare l'unità della Repubblica».
RIFONDAZIONE — L'opposizione di Rifondazione, invece, è tutta legata all'attualità. Il governo Prodi ha annunciato l'intenzione di dimezzare i tempi per la concessione della cittadinanza agli immigrati: da 10 a 5 anni di residenza. Ma, anche per bilanciare lo sconto, si pensa ad introdurre un esame di lingua. «Una volta idioma ufficiale — dice per Rifondazione Franco Russo — ci vorrà poco a rendere la conoscenza dell'italiano un requisito obbligatorio». Nessuno condivide. Nemmeno il Pdci che non voterà no e si limiterà all'astensione. Solo perché, dicono, questa legge «non è una priorità».
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La lega delira. E se nel 2007 ancora parla di secessione e cartelli in dialetto è da ricovero.
I comunisti invece si ribellano perchè dicono che l'italiano è un elemento di ostacolo all'immigrazione. Già è proprio vero. Tra un po sarò obbligato io a studiare l'arabo o l'albanese per poter parlare coi dipendenti. Ma dico, stiamo scherzando?
Questo è uno dei tantissimi esempi lampanti per i quali sono sempre più contrario agli estremismi politici. Dopo mi chiedono "ma perchè tu sei di centro?" ... mha
ROMA — Cosa ci fanno Lega e Rifondazione alleate alla Camera? Nessun ribaltone, nessun ribaltino. Semplicemente si battono come un sol uomo contro chi (tutti gli altri) vuole addirittura riconoscere l'italiano come lingua ufficiale della Repubblica italiana. D'accordo sull'obiettivo, i due partiti hanno però motivazioni opposte: Rifondazione teme che dietro ci sia l'intenzione di rendere più complicato il rilascio della cittadinanza agli immigrati. La Lega, invece, parla di legge che calpesta il federalismo e le lingue locali.
LEGGE — La proposta in discussione alla Camera è un vecchio cavallo di battaglia di An che però ha raccolto il consenso di tutti gli altri partiti. Il problema è l'Alto Adige. Qui la tutela delle minoranza tedesca prevede posti riservati per chi parla quella lingua in tutti gli uffici pubblici, dalla scuola ai tribunali, fino agli ospedali. «Queste garanzie — si legge nella relazione di An — non possono avvilire e offendere gli elementi identificativi della comunità italiana». Solo campanile? Insomma. I guai potrebbero aumentare se altre Regioni decidessero di tutelare allo stesso modo le loro minoranze. In Valle d'Aosta ad esempio, oppure in Lombardia, in Friuli Venezia Giulia o (perché no?) anche in Molise o in Calabria, dove ci sono antiche enclave albanesi. Trovare un lavoro, per chi parla solo l'italiano potrebbe diventare ancora più difficile. Da qui il disegno di legge che inserisce la frase «La lingua italiana è la lingua ufficiale della Repubblica» nell'articolo 12 della Costituzione.
LEGA — «Questa legge non ha senso» dice il leghista Roberto Cota. E spiega: «Senza aver fatto prima il federalismo e senza il rispetto degli idiomi locali è solo centralismo». Che alla Lega la faccenda non vada giù è facile da capire. Quattro anni fa il Carroccio propose un emendamento al Codice della strada per scrivere in dialetto i cartelli turistici. E non è una sorpresa nemmeno lo scontro con An. Quando nel 1998 il partito di Fini lanciò la prima campagna, proprio con Bossi ce l'aveva: la raccolta di firme tra gli abitanti di Bolzano parlava di contrasto alle «iniziative di quei partiti, Lega e Svp, che vogliono negare l'unità della Repubblica».
RIFONDAZIONE — L'opposizione di Rifondazione, invece, è tutta legata all'attualità. Il governo Prodi ha annunciato l'intenzione di dimezzare i tempi per la concessione della cittadinanza agli immigrati: da 10 a 5 anni di residenza. Ma, anche per bilanciare lo sconto, si pensa ad introdurre un esame di lingua. «Una volta idioma ufficiale — dice per Rifondazione Franco Russo — ci vorrà poco a rendere la conoscenza dell'italiano un requisito obbligatorio». Nessuno condivide. Nemmeno il Pdci che non voterà no e si limiterà all'astensione. Solo perché, dicono, questa legge «non è una priorità».
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La lega delira. E se nel 2007 ancora parla di secessione e cartelli in dialetto è da ricovero.
I comunisti invece si ribellano perchè dicono che l'italiano è un elemento di ostacolo all'immigrazione. Già è proprio vero. Tra un po sarò obbligato io a studiare l'arabo o l'albanese per poter parlare coi dipendenti. Ma dico, stiamo scherzando?
Questo è uno dei tantissimi esempi lampanti per i quali sono sempre più contrario agli estremismi politici. Dopo mi chiedono "ma perchè tu sei di centro?" ... mha
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