da millenniumcampaign.it
Nel 2000, adottando la Dichiarazione del Millennio, 189 leader mondiali si sono impegnati ad eliminare la povertà estrema. Lo hanno fatto impegnando i propri governi a raggiungere 8 Obiettivi concreti entro il 2015: dimezzare la povertà estrema e la fame; raggiungere l’istruzione primaria universale, promuovere l’uguaglianza di genere, diminuire la mortalità infantile, migliorare la salute materna, combattere l’HIV/AIDS, la malaria e le altre malattie, assicurare la sostenibilità ambientale, sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo.
Responsabilità per i paesi ricchi e per i paesi poveri
Si tratta di un patto tra paesi poveri e paesi ricchi.
I paesi poveri si sono impegnati:
• a promuovere riforme a livello nazionale
• ad incanalare gli aiuti per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio
• a migliorare la governance ed eliminare la corruzione
I paesi ricchi si sono impegnati a
• incrementare l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) - sino a portare allo 0,7 la percentuale del prodotto interno lordo (PIL) destinata all’APS
• migliorare la qualità degli aiuti, per esempio mettendo al centro l’Africa Sub-Sahariana
• investire in servizi sociali di base
• eliminare distorsioni quali l’aiuto legato che favorisce le imprese del paese donatore anziché aiutare a far crescere le strutture locali
• promuovere la cancellazione del debito
• adottare regole di scambi commerciali internazionali eque, fondate su principi di giustizia, affinché il Round di Doha mantenga le promesse di sviluppo a beneficio dei paesi poveri
A che punto siamo
A 6 anni dalla firma della Dichiarazione, non tutti gli obiettivi intermedi sono stati raggiunti. Ogni anno 10,7 milioni di bambini muoiono prima di compiere 5 anni ed oltre un miliardo di persone vive in assoluta miseria con meno di un dollaro al giorno. Al contempo, i negoziati di Doha sul commercio internazionale sono bloccati e per molti paesi ricchi l’incremento dell’aiuto pubblico allo sviluppo è ancora lontano dalla promessa di raggiungere lo 0,7% del PIL.
Invertire al tendenza
Per invertire la tendenza, e raggiungere gli Obiettivi del Millennio, serve una rinnovata volontà politica, nello spirito di partenariato che caratterizza la Dichiarazione del Millennio dove sia i paesi ricchi che i paesi poveri assumono responsabilità precise.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questo patto tra Sud e Nord del mondo e ricordare ai governi gli impegni assunti, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha lanciato, nel 2002, la Campagna del Millennio “No excuse 2015”.
Per saperne di più (e aderire):
http://millenniumcampaign.it/
Nel 2000, adottando la Dichiarazione del Millennio, 189 leader mondiali si sono impegnati ad eliminare la povertà estrema. Lo hanno fatto impegnando i propri governi a raggiungere 8 Obiettivi concreti entro il 2015: dimezzare la povertà estrema e la fame; raggiungere l’istruzione primaria universale, promuovere l’uguaglianza di genere, diminuire la mortalità infantile, migliorare la salute materna, combattere l’HIV/AIDS, la malaria e le altre malattie, assicurare la sostenibilità ambientale, sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo.
Responsabilità per i paesi ricchi e per i paesi poveri
Si tratta di un patto tra paesi poveri e paesi ricchi.
I paesi poveri si sono impegnati:
• a promuovere riforme a livello nazionale
• ad incanalare gli aiuti per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio
• a migliorare la governance ed eliminare la corruzione
I paesi ricchi si sono impegnati a
• incrementare l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) - sino a portare allo 0,7 la percentuale del prodotto interno lordo (PIL) destinata all’APS
• migliorare la qualità degli aiuti, per esempio mettendo al centro l’Africa Sub-Sahariana
• investire in servizi sociali di base
• eliminare distorsioni quali l’aiuto legato che favorisce le imprese del paese donatore anziché aiutare a far crescere le strutture locali
• promuovere la cancellazione del debito
• adottare regole di scambi commerciali internazionali eque, fondate su principi di giustizia, affinché il Round di Doha mantenga le promesse di sviluppo a beneficio dei paesi poveri
A che punto siamo
A 6 anni dalla firma della Dichiarazione, non tutti gli obiettivi intermedi sono stati raggiunti. Ogni anno 10,7 milioni di bambini muoiono prima di compiere 5 anni ed oltre un miliardo di persone vive in assoluta miseria con meno di un dollaro al giorno. Al contempo, i negoziati di Doha sul commercio internazionale sono bloccati e per molti paesi ricchi l’incremento dell’aiuto pubblico allo sviluppo è ancora lontano dalla promessa di raggiungere lo 0,7% del PIL.
Invertire al tendenza
Per invertire la tendenza, e raggiungere gli Obiettivi del Millennio, serve una rinnovata volontà politica, nello spirito di partenariato che caratterizza la Dichiarazione del Millennio dove sia i paesi ricchi che i paesi poveri assumono responsabilità precise.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questo patto tra Sud e Nord del mondo e ricordare ai governi gli impegni assunti, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha lanciato, nel 2002, la Campagna del Millennio “No excuse 2015”.
Per saperne di più (e aderire):
http://millenniumcampaign.it/