LA GRANDE LEGGE DELLA REINCARNAZIONE
di Giuseppe Bufalo
per Edicolaweb
All’inizio del terzo millennio, la reincarnazione è all’ordine del giorno, mentre soltanto 40 o 50 anni fa i Teosofi erano ancora gli unici a parlarne pubblicamente, davanti ad un pubblico ristretto.
Sebbene oggi si tratti frequentemente tale argomento con i mass-media, in letteratura e anche nell’arte, questo non basta per farla comprendere bene.
Infatti, in Occidente, la mente è permeata dall’idea di un'unica breve vita terrena per l’uomo, seguita da un esistenza, più o meno piacevole (paradiso, purgatorio, inferno), che sbocca nell’eternità, ma che conserva all’Anima i tratti caratteristici della sua personalità terrena.
Nell’accogliere ora la reincarnazione come un idea nuova, ci prepariamo ad ammettere che ci sono diverse vite terrene invece di una sola, che dà il cielo o l’inferno eterno, ed a concedere alla personalità una lunga dilazione con la possibilità di ritornare a ritrovare parenti e amici sulla terra. Ci interroghiamo sulle nostre vite passate ma, all’infuori di questo, profondamente non cambia nulla; riconosciamo alla reincarnazione il vantaggio apparente di rimandare la scadenza di un problematico giudizio finale. Essa ci garantisce di primo acchito la sopravvivenza dopo la morte e questo è rassicurante.
Così, l’idea che se ne fanno le persone è spesso ingannevole, facile e lusinghiera, ma è generalmente falsa e priva di filosofia.
Dire la mia Anima sottintende: io possiedo un'Anima, oppure che potrei perdere o rendere l’Anima come un prestito che restituiamo, un fragile possesso che rischia addirittura di morire e, di conseguenza, ecco frasi come "salvate le vostre Anime".
Noi non abbiamo un Anima.
Essenzialmente noi SIAMO l’Anima immortale dalla quale viene il senso dell’io individuale che abbiamo nella nostra personalità incarnata, dalla nascita fino alla morte.
Bisogna liberarsi dall’angoscia della "salvezza dell’Anima"; l’Anima non muore con il corpo.
Non bisogna temere un inferno per il dopo, ma vivere qui e ora cercando di migliorarci.
Cerchiamo di chiarire alcuni concetti rispondendo a qualche domanda:
- Alla nascita di un bambino, i genitori sono portati a credersi i creatori esclusivi del nuovo essere.
Cosa avviene in realtà?
I genitori forniscono all’anima che si incarna nella loro casa il corpo e l’ambiente per lo sviluppo del bambino.
L’ereditarietà fisica è importante, ma l’Anima ha la sua ereditarietà (tutta l’acquisizione delle sue esperienze passate, con tutte le promesse di perfezione ed espressione che l’Anima porta in sé), e il suo grado reale di evoluzione può essere molto diverso da quello dell’Anima dei suoi genitori.
- Possiamo sperare di rinascere un giorno con la stessa personalità, lo stesso carattere, gli stessi tratti fisici?
Reincarnazione non significa eterno ritorno degli stessi avvenimenti, delle stesse forme.
L’essere fisico, psichico e spirituale che siamo attualmente, è assolutamente unico e non potrà mai riprodursi in maniera identica: ciò implicherebbe la ripetizione rigorosa di tutti gli avvenimenti che hanno contribuito a darci nascita sulla terra: stessi genitori, stesso ambiente, stessa educazione, ecc… e, per di più, occorrerebbe che nessuna esperienza ci avesse modificati interiormente, perché l’Anima che noi siamo ritorni un giorno sulla terra esattamente identica, senza aver fatto il minimo progresso nell’intervallo.
Tutti gli esseri dell’universo interagiscono senza tregua gli uni su gli altri: si trasformano continuamente e non possono mai ripassare attraverso il medesimo stato.
"Che cosa ho fatto io nelle mie vite passate? Che cosa mi capiterà in futuro?"
La Teosofia invita ciascuno a porre il problema della reincarnazione al di fuori di queste vedute egocentriche, per considerarlo essenzialmente nella sua ampiezza, come un aspetto della legge cosmica e dei cicli.
In un mondo in evoluzione, dalla galassia al più piccolo atomo, lo Spirito e la Materia sono in perpetua interazione.
Tutte le forme viventi o apparentemente inanimate rivestono coscienza in evoluzione. Incorporandosi periodicamente in corpi organizzati in maniera più o meno complessa, queste coscienze fanno innumerevoli esperienze, accedono progressivamente a gradi di espressione sempre più diversificati e liberi, dai regni inferiori fino allo stadio umano e oltre.
E la memoria di queste esperienze è conservata indelebilmente nella sfera astrale di ogni mondo e si inserisce nel cuore di ognuna di queste coscienze.
Come abbiamo già visto, nessuna forma dura in eterno: quando la coscienza centrale che la manteneva in coesione la abbandona, la materia che la costituiva è riciclata e serve ad elaborare nuove forme. Così la materia stessa è reincorporata in strutture sempre più raffinate, capaci di permettere espressioni di coscienza, o di forme psichiche sempre più complesse.
E la natura conserva la memoria in tutte le forme elaborate nel corso del tempo e se ne serve di nuovo periodicamente - le reincorpora - per produrre altre forme.
Come spiega molto bene W.Q. Judge ne "L’Oceano della Teosofia", la reincarnazione è la Legge Universale che si applica in innumerevoli e differenti modi alla totalità del Cosmo.
La Gita suggerisce (vedi cap. VIII) che tutti i mondi, fino a quello di Brahma, sono sottomessi alla legge del ritorno, manifestandosi dal seno dell’Assoluto e reinserendosi alternativamente, al ritmo dei Giorni e delle Notti di Brahma.
Sulla scala umana, la reincarnazione traduce il fatto del ritorno periodico dell’Anima, in un corpo di carne.
Ma questo fenomeno spettacolare che trattiene la nostra attenzione, a causa dell’interesse che abbiamo verso l’Anima, si accompagna anche alla reincorporazione, nel nuovo essere, di un infinità di elementi materiali o sottili, che hanno partecipato alla costruzione e alla vita fisica e psichica dell’essere incarnato precedentemente, facendo così ritornare, nell’incarnazione nuova, ciò che potremmo chiamare il "profumo", i segni o le tendenze dell’incarnazione precedente e persino di altre vite.
Ad immagine della natura, l’Anima registra, vita dopo vita, la memoria integrata di tutte le esperienze fatte in ogni incarnazione.
Il risultato è il progresso dell’uomo.
Così, in un mondo ordinato da leggi e guidato da intelligenze altamente spirituali, la reincarnazione assume un posto logico nel Cosmo e contribuisce, a livello umano, all’innalzamento della coscienza e della materia di tutto questo Cosmo.
Contrariamente ad un'opinione corrente, priva di ogni filosofia, non è quindi un processo meccanico di ritorno automatico sulla terra, limitato al più evoluto dei mammiferi, l’uomo.
Ad ogni grande divisione dell’universo corrisponde un aspetto dell’uomo , che ne trae sostanza ed energia.
1: al Piano Spirituale corrisponde l’essere permanente, l’Ego Immortale, l’individualità che si esprime di incarnazione in incarnazione, sotto forma di personalità umane differenti. Paragoniamo l’Ego Immortale ad un attore e le sue successive personalità terrene ai ruoli recitati dall’attore sulla scena del teatro (la terra). L’Ego Immortale è paragonabile anche al sole che illumina sia la luna che la Terra.
2: al Piano Intermedio Astrale corrisponde l’uomo psichico, la personalità umana transitoria, con tutti gli elementi che la caratterizzano (pensiero, memoria, volizioni, desideri, emozioni, affetti, ecc...). Questa personalità utilizza naturalmente il corpo fisico, in particolare il cervello, ma opera con l’aiuto di un corpo sottile o Astrale, che è legato al Piano Astrale Cosmico. Questo corpo astrale, dalle molteplici funzioni, ha un aspetto importante, chiamato a volte corpo modello (in sanscrito Linga Sarira) che serve da trama sulla quale si costruisce il corpo fisico.
Questa parte sensibile e mobile dell’uomo, sebbene invisibile ad occhio umano ma percepibile da "occhio" sensitivo, è estremamente dinamica: accoglie tutta la memoria dei fatti vissuti dall’uomo, fatti che egli può riportate alla propria coscienza o che rimangono confinati nel gran serbatoio del suo inconscio.
3: al Piano Fisico corrisponde l’uomo fisico, legato alla Terra. In tutti i suoi aspetti, il corpo fisico è intimamente legato alle diverse forme del corpo astrale e l’insieme è mantenuto in coesione dalla presenza dell’Ego Immortale, durante l’intera esistenza dell’essere incarnato.
In particolare, la coscienza riflessa dell’uomo risulta dalla presenza dell’Ego Immortale, che è essenzialmente una fonte di Coscienza Universale, ma è attiva solo quando l’Ego Immortale dispone di uno strumento psichico appropriato: allo stadio attuale della nostra evoluzione, l’incarnazione è indispensabile, in un corpo fisico ed in un corpo astrale, per poter pensare e volere come delle entità responsabili ed indipendenti.
Dopo la morte fisica, l’Ego Immortale, spogliato gradualmente dei suoi strumenti terrestri e lunari, si inoltra in una fase di esperienze subite e non guidate: la morte è per lui un mondo di effetti.
Per cui, l’assoluta necessità della reincarnazione, fino a che l’Ego Immortale, si emancipi completamente da questa limitazione.
Per rinascere sulla terra, l’Ego Immortale deve disporre di nuovi veicoli (mentale, astrale e fisico).
di Giuseppe Bufalo
per Edicolaweb
All’inizio del terzo millennio, la reincarnazione è all’ordine del giorno, mentre soltanto 40 o 50 anni fa i Teosofi erano ancora gli unici a parlarne pubblicamente, davanti ad un pubblico ristretto.
Sebbene oggi si tratti frequentemente tale argomento con i mass-media, in letteratura e anche nell’arte, questo non basta per farla comprendere bene.
Infatti, in Occidente, la mente è permeata dall’idea di un'unica breve vita terrena per l’uomo, seguita da un esistenza, più o meno piacevole (paradiso, purgatorio, inferno), che sbocca nell’eternità, ma che conserva all’Anima i tratti caratteristici della sua personalità terrena.
Nell’accogliere ora la reincarnazione come un idea nuova, ci prepariamo ad ammettere che ci sono diverse vite terrene invece di una sola, che dà il cielo o l’inferno eterno, ed a concedere alla personalità una lunga dilazione con la possibilità di ritornare a ritrovare parenti e amici sulla terra. Ci interroghiamo sulle nostre vite passate ma, all’infuori di questo, profondamente non cambia nulla; riconosciamo alla reincarnazione il vantaggio apparente di rimandare la scadenza di un problematico giudizio finale. Essa ci garantisce di primo acchito la sopravvivenza dopo la morte e questo è rassicurante.
Così, l’idea che se ne fanno le persone è spesso ingannevole, facile e lusinghiera, ma è generalmente falsa e priva di filosofia.
Dire la mia Anima sottintende: io possiedo un'Anima, oppure che potrei perdere o rendere l’Anima come un prestito che restituiamo, un fragile possesso che rischia addirittura di morire e, di conseguenza, ecco frasi come "salvate le vostre Anime".
Noi non abbiamo un Anima.
Essenzialmente noi SIAMO l’Anima immortale dalla quale viene il senso dell’io individuale che abbiamo nella nostra personalità incarnata, dalla nascita fino alla morte.
Bisogna liberarsi dall’angoscia della "salvezza dell’Anima"; l’Anima non muore con il corpo.
Non bisogna temere un inferno per il dopo, ma vivere qui e ora cercando di migliorarci.
Cerchiamo di chiarire alcuni concetti rispondendo a qualche domanda:
- Alla nascita di un bambino, i genitori sono portati a credersi i creatori esclusivi del nuovo essere.
Cosa avviene in realtà?
I genitori forniscono all’anima che si incarna nella loro casa il corpo e l’ambiente per lo sviluppo del bambino.
L’ereditarietà fisica è importante, ma l’Anima ha la sua ereditarietà (tutta l’acquisizione delle sue esperienze passate, con tutte le promesse di perfezione ed espressione che l’Anima porta in sé), e il suo grado reale di evoluzione può essere molto diverso da quello dell’Anima dei suoi genitori.
- Possiamo sperare di rinascere un giorno con la stessa personalità, lo stesso carattere, gli stessi tratti fisici?
Reincarnazione non significa eterno ritorno degli stessi avvenimenti, delle stesse forme.
L’essere fisico, psichico e spirituale che siamo attualmente, è assolutamente unico e non potrà mai riprodursi in maniera identica: ciò implicherebbe la ripetizione rigorosa di tutti gli avvenimenti che hanno contribuito a darci nascita sulla terra: stessi genitori, stesso ambiente, stessa educazione, ecc… e, per di più, occorrerebbe che nessuna esperienza ci avesse modificati interiormente, perché l’Anima che noi siamo ritorni un giorno sulla terra esattamente identica, senza aver fatto il minimo progresso nell’intervallo.
Tutti gli esseri dell’universo interagiscono senza tregua gli uni su gli altri: si trasformano continuamente e non possono mai ripassare attraverso il medesimo stato.
"Che cosa ho fatto io nelle mie vite passate? Che cosa mi capiterà in futuro?"
La Teosofia invita ciascuno a porre il problema della reincarnazione al di fuori di queste vedute egocentriche, per considerarlo essenzialmente nella sua ampiezza, come un aspetto della legge cosmica e dei cicli.
In un mondo in evoluzione, dalla galassia al più piccolo atomo, lo Spirito e la Materia sono in perpetua interazione.
Tutte le forme viventi o apparentemente inanimate rivestono coscienza in evoluzione. Incorporandosi periodicamente in corpi organizzati in maniera più o meno complessa, queste coscienze fanno innumerevoli esperienze, accedono progressivamente a gradi di espressione sempre più diversificati e liberi, dai regni inferiori fino allo stadio umano e oltre.
E la memoria di queste esperienze è conservata indelebilmente nella sfera astrale di ogni mondo e si inserisce nel cuore di ognuna di queste coscienze.
Come abbiamo già visto, nessuna forma dura in eterno: quando la coscienza centrale che la manteneva in coesione la abbandona, la materia che la costituiva è riciclata e serve ad elaborare nuove forme. Così la materia stessa è reincorporata in strutture sempre più raffinate, capaci di permettere espressioni di coscienza, o di forme psichiche sempre più complesse.
E la natura conserva la memoria in tutte le forme elaborate nel corso del tempo e se ne serve di nuovo periodicamente - le reincorpora - per produrre altre forme.
Come spiega molto bene W.Q. Judge ne "L’Oceano della Teosofia", la reincarnazione è la Legge Universale che si applica in innumerevoli e differenti modi alla totalità del Cosmo.
La Gita suggerisce (vedi cap. VIII) che tutti i mondi, fino a quello di Brahma, sono sottomessi alla legge del ritorno, manifestandosi dal seno dell’Assoluto e reinserendosi alternativamente, al ritmo dei Giorni e delle Notti di Brahma.
Sulla scala umana, la reincarnazione traduce il fatto del ritorno periodico dell’Anima, in un corpo di carne.
Ma questo fenomeno spettacolare che trattiene la nostra attenzione, a causa dell’interesse che abbiamo verso l’Anima, si accompagna anche alla reincorporazione, nel nuovo essere, di un infinità di elementi materiali o sottili, che hanno partecipato alla costruzione e alla vita fisica e psichica dell’essere incarnato precedentemente, facendo così ritornare, nell’incarnazione nuova, ciò che potremmo chiamare il "profumo", i segni o le tendenze dell’incarnazione precedente e persino di altre vite.
Ad immagine della natura, l’Anima registra, vita dopo vita, la memoria integrata di tutte le esperienze fatte in ogni incarnazione.
Il risultato è il progresso dell’uomo.
Così, in un mondo ordinato da leggi e guidato da intelligenze altamente spirituali, la reincarnazione assume un posto logico nel Cosmo e contribuisce, a livello umano, all’innalzamento della coscienza e della materia di tutto questo Cosmo.
Contrariamente ad un'opinione corrente, priva di ogni filosofia, non è quindi un processo meccanico di ritorno automatico sulla terra, limitato al più evoluto dei mammiferi, l’uomo.
Ad ogni grande divisione dell’universo corrisponde un aspetto dell’uomo , che ne trae sostanza ed energia.
1: al Piano Spirituale corrisponde l’essere permanente, l’Ego Immortale, l’individualità che si esprime di incarnazione in incarnazione, sotto forma di personalità umane differenti. Paragoniamo l’Ego Immortale ad un attore e le sue successive personalità terrene ai ruoli recitati dall’attore sulla scena del teatro (la terra). L’Ego Immortale è paragonabile anche al sole che illumina sia la luna che la Terra.
2: al Piano Intermedio Astrale corrisponde l’uomo psichico, la personalità umana transitoria, con tutti gli elementi che la caratterizzano (pensiero, memoria, volizioni, desideri, emozioni, affetti, ecc...). Questa personalità utilizza naturalmente il corpo fisico, in particolare il cervello, ma opera con l’aiuto di un corpo sottile o Astrale, che è legato al Piano Astrale Cosmico. Questo corpo astrale, dalle molteplici funzioni, ha un aspetto importante, chiamato a volte corpo modello (in sanscrito Linga Sarira) che serve da trama sulla quale si costruisce il corpo fisico.
Questa parte sensibile e mobile dell’uomo, sebbene invisibile ad occhio umano ma percepibile da "occhio" sensitivo, è estremamente dinamica: accoglie tutta la memoria dei fatti vissuti dall’uomo, fatti che egli può riportate alla propria coscienza o che rimangono confinati nel gran serbatoio del suo inconscio.
3: al Piano Fisico corrisponde l’uomo fisico, legato alla Terra. In tutti i suoi aspetti, il corpo fisico è intimamente legato alle diverse forme del corpo astrale e l’insieme è mantenuto in coesione dalla presenza dell’Ego Immortale, durante l’intera esistenza dell’essere incarnato.
In particolare, la coscienza riflessa dell’uomo risulta dalla presenza dell’Ego Immortale, che è essenzialmente una fonte di Coscienza Universale, ma è attiva solo quando l’Ego Immortale dispone di uno strumento psichico appropriato: allo stadio attuale della nostra evoluzione, l’incarnazione è indispensabile, in un corpo fisico ed in un corpo astrale, per poter pensare e volere come delle entità responsabili ed indipendenti.
Dopo la morte fisica, l’Ego Immortale, spogliato gradualmente dei suoi strumenti terrestri e lunari, si inoltra in una fase di esperienze subite e non guidate: la morte è per lui un mondo di effetti.
Per cui, l’assoluta necessità della reincarnazione, fino a che l’Ego Immortale, si emancipi completamente da questa limitazione.
Per rinascere sulla terra, l’Ego Immortale deve disporre di nuovi veicoli (mentale, astrale e fisico).
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