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    LA GRANDE LEGGE DELLA REINCARNAZIONE
    di Giuseppe Bufalo
    per Edicolaweb


    All’inizio del terzo millennio, la reincarnazione è all’ordine del giorno, mentre soltanto 40 o 50 anni fa i Teosofi erano ancora gli unici a parlarne pubblicamente, davanti ad un pubblico ristretto.

    Sebbene oggi si tratti frequentemente tale argomento con i mass-media, in letteratura e anche nell’arte, questo non basta per farla comprendere bene.
    Infatti, in Occidente, la mente è permeata dall’idea di un'unica breve vita terrena per l’uomo, seguita da un esistenza, più o meno piacevole (paradiso, purgatorio, inferno), che sbocca nell’eternità, ma che conserva all’Anima i tratti caratteristici della sua personalità terrena.
    Nell’accogliere ora la reincarnazione come un idea nuova, ci prepariamo ad ammettere che ci sono diverse vite terrene invece di una sola, che dà il cielo o l’inferno eterno, ed a concedere alla personalità una lunga dilazione con la possibilità di ritornare a ritrovare parenti e amici sulla terra. Ci interroghiamo sulle nostre vite passate ma, all’infuori di questo, profondamente non cambia nulla; riconosciamo alla reincarnazione il vantaggio apparente di rimandare la scadenza di un problematico giudizio finale. Essa ci garantisce di primo acchito la sopravvivenza dopo la morte e questo è rassicurante.
    Così, l’idea che se ne fanno le persone è spesso ingannevole, facile e lusinghiera, ma è generalmente falsa e priva di filosofia.
    Dire la mia Anima sottintende: io possiedo un'Anima, oppure che potrei perdere o rendere l’Anima come un prestito che restituiamo, un fragile possesso che rischia addirittura di morire e, di conseguenza, ecco frasi come "salvate le vostre Anime".
    Noi non abbiamo un Anima.
    Essenzialmente noi SIAMO l’Anima immortale dalla quale viene il senso dell’io individuale che abbiamo nella nostra personalità incarnata, dalla nascita fino alla morte.
    Bisogna liberarsi dall’angoscia della "salvezza dell’Anima"; l’Anima non muore con il corpo.
    Non bisogna temere un inferno per il dopo, ma vivere qui e ora cercando di migliorarci.
    Cerchiamo di chiarire alcuni concetti rispondendo a qualche domanda:

    - Alla nascita di un bambino, i genitori sono portati a credersi i creatori esclusivi del nuovo essere.
    Cosa avviene in realtà?
    I genitori forniscono all’anima che si incarna nella loro casa il corpo e l’ambiente per lo sviluppo del bambino.
    L’ereditarietà fisica è importante, ma l’Anima ha la sua ereditarietà (tutta l’acquisizione delle sue esperienze passate, con tutte le promesse di perfezione ed espressione che l’Anima porta in sé), e il suo grado reale di evoluzione può essere molto diverso da quello dell’Anima dei suoi genitori.

    - Possiamo sperare di rinascere un giorno con la stessa personalità, lo stesso carattere, gli stessi tratti fisici?
    Reincarnazione non significa eterno ritorno degli stessi avvenimenti, delle stesse forme.
    L’essere fisico, psichico e spirituale che siamo attualmente, è assolutamente unico e non potrà mai riprodursi in maniera identica: ciò implicherebbe la ripetizione rigorosa di tutti gli avvenimenti che hanno contribuito a darci nascita sulla terra: stessi genitori, stesso ambiente, stessa educazione, ecc… e, per di più, occorrerebbe che nessuna esperienza ci avesse modificati interiormente, perché l’Anima che noi siamo ritorni un giorno sulla terra esattamente identica, senza aver fatto il minimo progresso nell’intervallo.

    Tutti gli esseri dell’universo interagiscono senza tregua gli uni su gli altri: si trasformano continuamente e non possono mai ripassare attraverso il medesimo stato.
    "Che cosa ho fatto io nelle mie vite passate? Che cosa mi capiterà in futuro?"
    La Teosofia invita ciascuno a porre il problema della reincarnazione al di fuori di queste vedute egocentriche, per considerarlo essenzialmente nella sua ampiezza, come un aspetto della legge cosmica e dei cicli.
    In un mondo in evoluzione, dalla galassia al più piccolo atomo, lo Spirito e la Materia sono in perpetua interazione.
    Tutte le forme viventi o apparentemente inanimate rivestono coscienza in evoluzione. Incorporandosi periodicamente in corpi organizzati in maniera più o meno complessa, queste coscienze fanno innumerevoli esperienze, accedono progressivamente a gradi di espressione sempre più diversificati e liberi, dai regni inferiori fino allo stadio umano e oltre.
    E la memoria di queste esperienze è conservata indelebilmente nella sfera astrale di ogni mondo e si inserisce nel cuore di ognuna di queste coscienze.
    Come abbiamo già visto, nessuna forma dura in eterno: quando la coscienza centrale che la manteneva in coesione la abbandona, la materia che la costituiva è riciclata e serve ad elaborare nuove forme. Così la materia stessa è reincorporata in strutture sempre più raffinate, capaci di permettere espressioni di coscienza, o di forme psichiche sempre più complesse.
    E la natura conserva la memoria in tutte le forme elaborate nel corso del tempo e se ne serve di nuovo periodicamente - le reincorpora - per produrre altre forme.
    Come spiega molto bene W.Q. Judge ne "L’Oceano della Teosofia", la reincarnazione è la Legge Universale che si applica in innumerevoli e differenti modi alla totalità del Cosmo.
    La Gita suggerisce (vedi cap. VIII) che tutti i mondi, fino a quello di Brahma, sono sottomessi alla legge del ritorno, manifestandosi dal seno dell’Assoluto e reinserendosi alternativamente, al ritmo dei Giorni e delle Notti di Brahma.
    Sulla scala umana, la reincarnazione traduce il fatto del ritorno periodico dell’Anima, in un corpo di carne.
    Ma questo fenomeno spettacolare che trattiene la nostra attenzione, a causa dell’interesse che abbiamo verso l’Anima, si accompagna anche alla reincorporazione, nel nuovo essere, di un infinità di elementi materiali o sottili, che hanno partecipato alla costruzione e alla vita fisica e psichica dell’essere incarnato precedentemente, facendo così ritornare, nell’incarnazione nuova, ciò che potremmo chiamare il "profumo", i segni o le tendenze dell’incarnazione precedente e persino di altre vite.
    Ad immagine della natura, l’Anima registra, vita dopo vita, la memoria integrata di tutte le esperienze fatte in ogni incarnazione.
    Il risultato è il progresso dell’uomo.
    Così, in un mondo ordinato da leggi e guidato da intelligenze altamente spirituali, la reincarnazione assume un posto logico nel Cosmo e contribuisce, a livello umano, all’innalzamento della coscienza e della materia di tutto questo Cosmo.
    Contrariamente ad un'opinione corrente, priva di ogni filosofia, non è quindi un processo meccanico di ritorno automatico sulla terra, limitato al più evoluto dei mammiferi, l’uomo.
    Ad ogni grande divisione dell’universo corrisponde un aspetto dell’uomo , che ne trae sostanza ed energia.

    1: al Piano Spirituale corrisponde l’essere permanente, l’Ego Immortale, l’individualità che si esprime di incarnazione in incarnazione, sotto forma di personalità umane differenti. Paragoniamo l’Ego Immortale ad un attore e le sue successive personalità terrene ai ruoli recitati dall’attore sulla scena del teatro (la terra). L’Ego Immortale è paragonabile anche al sole che illumina sia la luna che la Terra.

    2: al Piano Intermedio Astrale corrisponde l’uomo psichico, la personalità umana transitoria, con tutti gli elementi che la caratterizzano (pensiero, memoria, volizioni, desideri, emozioni, affetti, ecc...). Questa personalità utilizza naturalmente il corpo fisico, in particolare il cervello, ma opera con l’aiuto di un corpo sottile o Astrale, che è legato al Piano Astrale Cosmico. Questo corpo astrale, dalle molteplici funzioni, ha un aspetto importante, chiamato a volte corpo modello (in sanscrito Linga Sarira) che serve da trama sulla quale si costruisce il corpo fisico.
    Questa parte sensibile e mobile dell’uomo, sebbene invisibile ad occhio umano ma percepibile da "occhio" sensitivo, è estremamente dinamica: accoglie tutta la memoria dei fatti vissuti dall’uomo, fatti che egli può riportate alla propria coscienza o che rimangono confinati nel gran serbatoio del suo inconscio.

    3: al Piano Fisico corrisponde l’uomo fisico, legato alla Terra. In tutti i suoi aspetti, il corpo fisico è intimamente legato alle diverse forme del corpo astrale e l’insieme è mantenuto in coesione dalla presenza dell’Ego Immortale, durante l’intera esistenza dell’essere incarnato.
    In particolare, la coscienza riflessa dell’uomo risulta dalla presenza dell’Ego Immortale, che è essenzialmente una fonte di Coscienza Universale, ma è attiva solo quando l’Ego Immortale dispone di uno strumento psichico appropriato: allo stadio attuale della nostra evoluzione, l’incarnazione è indispensabile, in un corpo fisico ed in un corpo astrale, per poter pensare e volere come delle entità responsabili ed indipendenti.

    Dopo la morte fisica, l’Ego Immortale, spogliato gradualmente dei suoi strumenti terrestri e lunari, si inoltra in una fase di esperienze subite e non guidate: la morte è per lui un mondo di effetti.
    Per cui, l’assoluta necessità della reincarnazione, fino a che l’Ego Immortale, si emancipi completamente da questa limitazione.
    Per rinascere sulla terra, l’Ego Immortale deve disporre di nuovi veicoli (mentale, astrale e fisico).

  • #2
    L’incarnazione è un processo molto complesso di crescita, dall’interno verso l’esterno, in cui il lavoro, iniziato sul piano astrale, diventa progressivamente visibile sul piano fisico.
    La costruzione del nuovo essere psicofisico si svolge seguendo programmi naturali elaborati dall’evoluzione, che integra però tutti gli elementi che appartengono al karma particolare dell’Ego Immortale per la sua incarnazione in un particolare quadro.
    Dopo la nascita, con lo sviluppo progressivo del corpo e dello psichismo, l’Ego Immortale prenderà pienamente possesso del corpo fisico soltanto verso l’età di sette anni (l’Età della ragione).

    Domanda: Con un corpo fisico ed un corpo astrale nuovi ad ogni nascita, è strano che abbiamo generalmente perduta la memoria delle nostre vite passate. Perché?

    Risposta: La memoria dettagliata degli avvenimenti della nostra esistenza è scritta nel corpo astrale per mezzo del cervello fisico che serve da "ripetitore". Dopo la morte del cervello e con la disgregazione del corpo astrale della vita trascorsa, l’uomo ha perduto il mezzo naturale, di ritrovare questa memoria.
    Così il bambino, che possiede un cervello ed un corpo astrale nuovi (nei casi comuni) non può avere un accesso diretto ai ricordi delle sue vite passate.

    Bisogna però notare che l’Ego Immortale conserva perpetuamente il succo di tutte le esperienze delle sue incarnazioni: la memoria integrale di tutti i fatti vissuti precedentemente. D’altro canto, la Luce Astrale della Terra conserva, nei suoi diversi registri, la memoria dettagliata di tutti gli eventi; in particolare di quelli delle nostre incarnazioni precedenti che potranno così essere ritrovate, utilizzando i mezzi appropriati.
    Domanda:
    Alcune persone sostengono di ricordarsi di una, o di diverse esistenze anteriori. Ma a quali condizioni un simile ricordo sarebbe possibile?

    Nel caso di ricordi autentici di vite passate, le spiegazioni possibili sono le seguenti:

    - L’individuo è la reincarnazione di un essere precedentemente morto in tenera età nella vita anteriore, senza aver avuto il tempo di accumulare una messe di esperienze umane. In un simile caso, l’entità è rapidamente ricondotta all’incarnazione conservando lo stesso corpo astrale e, quindi, la memoria vivente della sua breve vita precedente (succede lo stesso per tutti i malati mentali congeniti e, naturalmente, per tutti i bambini morti per aborto procurato o spontaneo). La reincarnazione con lo stesso corpo astrale permette dei ricordi precisi e numerosi (alcuni Maestri possiedono i segreti che consentono loro di reincarnarsi con un corpo astrale permanente e riescono così a proseguire la loro disciplina spirituale e la loro missione di servizio ininterrotto della coscienza da una vita all’altra).
    - Un essere, incarnato in modo normale, può avere dei ricordi di immagini, di scene dal passato sotto forma di sogni, visioni, in meditazione, ecc... formatasi nella sua sfera psichica da elementi provenienti dall’Ego Immortale. Inoltre, allenando alcuni poteri psichici, come la chiaroveggenza e la psicometria, può anche ritrovare nella Luce Astrale delle immagini che appartengono ad un passato al quale l’entità è stata connessa.
    - Se capita che L’ego Immortale si reincarni prima che il corpo astrale dell’incarnazione precedente si sia disintegrato interamente, sarà ancora possibile avere delle informazioni del passato se quel corpo astrale colonizza (o ne diventa parassita) l’essere nuovo la cui sfera psichica sarà così, a sua insaputa, invasa da quella presenza. Sogni, incubi, ecc... potranno allora far rivivere delle scene della vita anteriore, a brandelli successivi.

    Domanda:
    L’effetto combinato dell’ereditarietà e dell’ambiente nel quale cresce il bambino, lo condizionano notevolmente, se non totalmente (almeno in apparenza). Come conciliare con questa osservazione l’idea della reincarnazione di un Ego Immortale che rinasce sulla Terra per proseguire le sue esperienze, raccogliendo i frutti particolari delle proprie azioni passate (Karma) ?

    Non vi è incompatibilità tra il Karma dell’Ego Immortale (che lo conduce ad incarnarsi per sostenere gli effetti delle sue azioni passate) e le condizioni imposte dall’incarnazione (ereditarietà familiare e razziale, ambiente sociale, ecc...). L’economia della Natura vieta che l’Ego Immortale si incarni a caso: è il suo Karma che lo pone nelle condizioni particolari della sua nascita, nella quale subirà diverse costrizioni che dovrà accettare per proseguire la propria evoluzione individuale, contribuendo, nello stesso tempo, al progresso degli altri esseri che lo accompagnano nelle sue esperienze.
    A tal proposito, bisogna ricordare, che la Legge Karmica non punisce o premia l’individuo. Siamo noi stessi con le nostre scelte a determinare il nostro futuro così come oggi stiamo raccogliendo la semina del passato. La semina è libera, ma il raccolto è obbligato. Approfondiremo questo tema più avanti, dopo aver finito di esporre quello attuale.
    Per affinità magnetica, l’Ego immortale è portato verso il punto della Terra dove ritrova generalmente degli esseri conosciuti con i quali ha già creato dei legami nel passato, oppure un terreno di esperienze nel quale si era fortemente impegnato anteriormente.
    Prendiamo ora nota di alcuni punti essenziali:

    - L’anima umana appartiene ad una collettività: l’umanità, la quale appartiene ad una collettività più grande: l’immensa famiglia di Ego Immortali in evoluzione; tutto l’insieme dovrebbe progredire in armonia.
    - Tutti gli esseri manifestati giocano un ruolo passeggero sulla scena del mondo: il tempo accordato loro per quel ruolo è sempre limitato ma, anche se breve, tutto ciò che di positivo è stato creato, come tentativo, verrà conservato e sosterrà un nuovo impulso per la prossima prova (Karma).
    - Il tempo programmato per l’evoluzione completa sulla Terra è immenso, si calcola in miliardi di anni. È però limitato. Limitato è anche il numero possibile delle reincarnazioni di un Anima umana. Limitati sono pure i mezzi dei quali disponiamo attualmente. Tuttavia, durante tutto questo tempo, l’Ego - l’Essere che noi siamo realmente - rimane immortale.

    Non dobbiamo temere la "perdita dell’anima", anche se sappiamo che il nostro corpo e la personalità terrena che vi abita sono destinati a sparire, senza possibilità di ritorno.
    Spesso non abbiamo la minima idea delle risorse inesauribili di forza, di amore e di conoscenza che sono celate, latenti nell’Ego Immortale. Quando la personalità, il ruolo passeggere che recitiamo durante l’incarnazione, si sforza di agire in armonia con i bisogni profondi dell’Attore Interiore, la vita prende un senso diverso, alla luce della reincarnazione che permette la continuità di sforzi da un esistenza all’altra.
    Tutte queste considerazioni ci invitano, secondo la Teosofia, a considerare la nostra vita come una partecipazione alla grande avventura dell’emancipazione progressiva dell’umanità, attraverso gli sforzi individuali di tutti i suoi membri, avvalendoci delle occasioni e dei mezzi limitati che abbiamo per risvegliare le risorse potenziali illimitate del nostro essere profondo.

    Domanda:
    In che cosa, se ben compresa, l’idea di reincarnazione può cambiare i rapporti tra gli esseri umani?

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    • #3
      L’idea della reincarnazione, inseparabile da quella del Karma, da alla vita un significato: quello dell’evoluzione di tutta la famiglia umana verso un grado sconosciuto di perfezione.
      Qui e ora, raccogliamo il frutto del Karma passato, individuale e collettivo: gli altri sono, come noi, dei pellegrini, legati a noi da tutto un passato - del quale bisogna decifrare le conseguenze - ed impegnati con noi nella preparazione di un futuro che vivremo tutti insieme, nel bene e nel male.
      La reincarnazione cambia obbligatoriamente i rapporti tra gli esseri. Per esempio:

      - I genitori non "producono" bambini; accolgono delle Anime in corpi nuovi e devono aiutarle a far sbocciare le loro capacità perché si mettano ancora una volta di fronte alle loro responsabilità, al fine di prendere in mano il loro destino.
      - Le differenze sociali non esistono perché dei gruppi abbiano il predominio su altri gruppi e abusino continuamente della loro situazione: le ingiustizie, sebbene siano Karmiche, devono essere corrette volontariamente da coloro che le hanno imposte o ne hanno tratto profitto, e devono essere comprese da coloro che le subiscono. Per effetto del karma, le ingiustizie tra individui e nazioni si perpetuano, e devono essere risolte incarnazione dopo incarnazione (anche i popoli si reincarnano per regolare i loro conti, ciecamente, nel corso del tempo).
      - Per gli individui, la reincarnazione elimina ogni timore della morte: l’atteggiamento dei membri di una famiglia all’approssimarsi della morte di un parente dovrebbe essere diverso, fatto di fiducia e serenità, per aiutare con amore colui che deve morire e prepararsi a lasciare, provvisoriamente, la scena della sua incarnazione.
      - Gli esseri umani sono come pellegrini che camminano insieme, ma con andature diverse, su una stessa grande strada, dove periodicamente si incontrano, si perdono di vista, si ritrovano ancora, e progrediscono senza tregua. La legge del loro essere proibisce loro di fermarsi per strada, ed essi sono incapaci di fare strada con i soli mezzi propri: hanno assolutamente bisogno gli uni degli altri. L’ideale sarebbe quindi che essi comprendessero il più presto possibile che la Fratellanza Universale, vissuta giorno per giorno, è il più grande viatico che permetterebbe loro di avanzare il più velocemente possibile, e con la maggiore economia di mezzi.

      Domanda:
      "Nella nostra vita è mai troppo tardi per cominciare a cambiare le nostre abitudini?"

      Il navigatore che vuole lasciare il porto per guadagnare il largo sa che occorre aspettare l’ora della marea per partire: aspettando, approfitta di ogni momento per preparare il suo viaggio. Se lascia passare l’ora favorevole, o se la nave non è in condizione di partire, è un fallimento, provvisorio. Bisognerà quindi aspettare la prossima marea ma, questa volta, mettendo tutto in opera per la riuscita.
      La reincarnazione ci apre la porta dell’avvenire: se scopriamo, troppo tardi, che abbiamo perduto molte occasioni per "guadagnare" il largo, cioè di cambiare la nostra esistenza e di vivere una vita autentica, vi è sempre tempo per prepararci.
      Anche quando siamo raggiunti dalla vecchiaia, non dovremmo mai rassegnarci al fallimento, ma mantenere un atteggiamento positivo.
      Evitiamo però i pii auguri: "nella mia prossima incarnazione non farò più questo, cercherò quello...", perché fin da ora qualche cosa può già essere fatta, degli ostacoli scoperti e sormontati, se non altro per perdere l’abitudine di giudicare gli altri dalle apparenze...
      Anche negli ultimi anni di vita, gli sforzi tentati per sgomberare la via porteranno i loro frutti nell’incarnazione successiva, che inizierà così in condizioni più favorevoli.

      Domanda:
      Possiamo considerare la reincarnazione come il ritorno collettivo degli Ego Immortali che una volta sono appartenuti ad una nazione, negli uomini che costituiscono una nuova nazione?

      Gli individui che compongono una nazione sono legati tra loro da una potente rete di affinità e somiglianza e contribuiscono ad emanare un carattere nazionale, con le sue virtù ed i suoi difetti.
      Gli Ego Immortali, legati da queste affinità, hanno così la tendenza a raggrupparsi naturalmente, per partecipare alla costruzione di una civiltà in seno ad una nazione. Dopo il declino, e persino dopo la sparizione totale della nazione, quegli Ego Immortali tendono ad incarnarsi ancora una volta insieme per occupare una nuova scena di evoluzione sulla terra e per riaffermarvi le grandi tendenze del gruppo che animavano una volta, in seno ad un popolo o ad una nazione apparentemente senza passato storico (è il caso della nazione Americana).

      Oggi, essendo la reincarnazione un argomento del quale si parla frequentemente, molta gente si appassiona alle prove sperimentali che si raccolgono un po’ dappertutto: numerose testimonianze di ricordi di vite passate, raccolte al di là di ogni possibilità di frode, e verificabili nella loro autenticità.
      Ma la dottrina della reincarnazione, unita a quella del Karma, possiede una logica interna che costituisce una delle prove maggiori della sua autenticità.
      Inoltre, al di fuori di essa, non possiamo trovare una spiegazione alle disuguaglianze evidenti tra tutti gli esseri che vengono al mondo, all’apparizione di geni (nel bene e nel male), all’esistenza stessa dei Maestri di Saggezza che illuminano la storia del nostro pianeta.
      La reincarnazione era conosciuta anche nell’ambiente del Maestro Gesù: la sua attuale assenza dalla dottrina Cristiana obbliga gli uomini ad attribuire a Dio impenetrabili disegni per spiegare le disuguaglianze di nascita. Eppure uno dei Padri più famosi della Chiesa, Origene, ha insegnato la preesistenza delle Anime e la loro trasmigrazione; spiegando così come Dio abbia potuto "amare Giacobbe ed odiare Esaù", persino prima della loro nascita, a causa della loro esistenza anteriore.
      In un Universo dove tutto obbedisce a Leggi che spingono all’evoluzione, la reincarnazione propone una prospettiva naturale e logica di progresso per le Anime, conservando all’essere umano la sua dignità e alla natura la sua armonia.
      Essendo Dio in potenza, l’uomo non deve più temere la morte, che è soltanto un passaggio dalla sostanza all’essenza, così come la nascita è un passaggio dall’essenza alla sostanza. Non deve cercare, con angoscia, una salvezza illusoria ed egoista, ma accettare con fiducia le condizioni della sua nascita - prodotte dal suo Karma passato - per scrivere da sé, nel Grande Libro della Vita, la storia della liberazione dagli impedimenti personali e della partecipazione alla salvezza collettiva dell’umanità, di incarnazione in incarnazione.
      La reincarnazione (con il Karma) significa evoluzione nell’alternanza dell’attività e del riposo, della vita e della morte, della veglia e del sonno: non bisogna, quindi, separare queste fasi opposte dei cicli naturali, ma comprendere la necessità e l’utilità di ognuna di esse, sfruttare le possibilità di ciascuna, non perdendo di vista la continuità della marcia ascendente dell’Anima.
      Certamente, bisogna sforzarsi di vivere qui e ora, ma senza ignorare che la morte arriverà e che ha una funzione benefica di riposo e di assimilazione; accettare di morire, se è giunta l’ora di abbandonare la vita, ma tenendo fermamente in mente che l’ideale rimane vivo e che deve essere vissuto ad ogni costo.
      Capire che l’esistenza terrena è come una successione di reincarnazioni ritmate dalla vita di veglia e di riposo notturno, implica anche che adattiamo i nostri sforzi alla durata del giorno - sapendo che proseguiremo, in eguale misura, il giorno dopo - e anche che affrontiamo il sonno come un intervallo utile per l’anima, per riconquistare le forze ed un nuovo entusiasmo, al fine di sostenere con costanza gli sforzi nel proseguimento del pellegrinaggio ascendente che compiamo.
      L’uomo è padrone del suo destino, e la reincarnazione gli permette di andare fino in fondo nel suo tentativo.

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      • #4
        Io Non Posso Morire!!!

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        • #5
          Invece Si, Morirai Sotto I Miei Colpi, Attacco Solare Energia!

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          • #6
            Emh è un po' troppo lungo pero' na cosa te la dico: Hai la signa un po' irregolare... pero' lo capisco a 88 anni




















            Om Mani Padme Hum




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            • #7
              qualcuno che rimpiange il forum spam

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              • #8
                L'ho letto TUTTOOOO!!!!










































                Buggggiaaaaaa!!

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                • #9
                  questi sono i post ke mi scoraggiano ;_;

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