«Ce l'ho fatta: vedo le coste di Fortaleza e per me è un grande giorno», racconta con entusiasmo al cellulare. Alex Bellini, l'atleta ventottenne, originario di Aprica (Sondrio) e appassionato di sport estremi, sta per coronare il suo sogno. Oggi, dopo aver percorso 12 mila chilometri e vogato in solitario per 220 giorni, raggiungerà infatti le spiagge brasiliane, la sua meta.
Un'impresa che accosta l'impresa di Bellini alle grandi traversate ormai mitiche di Soldini e Fogar. Questa spedizione — denominata «Grafoplast Al-one 2005» — è certificata dall'Ocean Rawing Atlantic e entrerà negli annali dello sport mondiale. «E' presto per festeggiare — mette però le mani avanti il giovane atleta —: per ora bisogna raggiungere nel miglior modo il traguardo».
Alex Bellini, su un'imbarcazione in vetroresina lunga 7 metri e mezzo da 800 chili, progettata da Phil Morrison e costruita nel cantiere inglese Rowsell Adkin, era salpato il 18 settembre dallo scoglio di Quarto a Genova da dove partì Garibaldi con i suoi Mille. Alle spalle due tentativi falliti, uno al largo di Formentera, il secondo poco dopo la partenza, sempre da Genova. Questa terza traversata è stata preparata nei dettagli, con un piano di alternative in caso di venti e tempeste che obbligassero a cambiare rotta.
Sulla carta l'itinerario Genova- Fortaleza prevedeva un percorso di 8.500 chilometri da superare in 150 giorni. Invece, con i mutamenti di rotta, i chilometri sono diventati 12 mila e il viaggio si è allungato di altri 70 giorni. «I problemi — spiega Alex — sono stati numerosi, a cominciare dal Mistral che spirava forte nel Golfo del Leone. Poi le difficoltà del passaggio dal Mediterraneo all'Atlantico, infine le tempeste nell'Oceano. Il mio pensiero era però fisso a Fortaleza e ogni giorno mi chiedevo: ce la farò a raggiungere la meta? Comunque mai pensato di arrendermi».
Un intreccio di emozioni e tensioni, paure e momenti di sollievo. L'atleta valtellinese ricorda l'incontro al largo di Malaga con un pescatore spagnolo al quale ha affidato un pacco da spedire agli amici in Italia, oppure la collisione sfiorata in Atlantico con una nave da crociera norvegese. «Ho un aneddoto per ogni giorno trascorso in acqua — conclude Bellini —, tutti li ho raccolti in un diario. Ma il momento più felice è stato l'avvistamento della costa brasiliana: per me un grande giorno».
Angelo Panzeri
www.corriere.it
Un'impresa che accosta l'impresa di Bellini alle grandi traversate ormai mitiche di Soldini e Fogar. Questa spedizione — denominata «Grafoplast Al-one 2005» — è certificata dall'Ocean Rawing Atlantic e entrerà negli annali dello sport mondiale. «E' presto per festeggiare — mette però le mani avanti il giovane atleta —: per ora bisogna raggiungere nel miglior modo il traguardo».
Alex Bellini, su un'imbarcazione in vetroresina lunga 7 metri e mezzo da 800 chili, progettata da Phil Morrison e costruita nel cantiere inglese Rowsell Adkin, era salpato il 18 settembre dallo scoglio di Quarto a Genova da dove partì Garibaldi con i suoi Mille. Alle spalle due tentativi falliti, uno al largo di Formentera, il secondo poco dopo la partenza, sempre da Genova. Questa terza traversata è stata preparata nei dettagli, con un piano di alternative in caso di venti e tempeste che obbligassero a cambiare rotta.
Sulla carta l'itinerario Genova- Fortaleza prevedeva un percorso di 8.500 chilometri da superare in 150 giorni. Invece, con i mutamenti di rotta, i chilometri sono diventati 12 mila e il viaggio si è allungato di altri 70 giorni. «I problemi — spiega Alex — sono stati numerosi, a cominciare dal Mistral che spirava forte nel Golfo del Leone. Poi le difficoltà del passaggio dal Mediterraneo all'Atlantico, infine le tempeste nell'Oceano. Il mio pensiero era però fisso a Fortaleza e ogni giorno mi chiedevo: ce la farò a raggiungere la meta? Comunque mai pensato di arrendermi».
Un intreccio di emozioni e tensioni, paure e momenti di sollievo. L'atleta valtellinese ricorda l'incontro al largo di Malaga con un pescatore spagnolo al quale ha affidato un pacco da spedire agli amici in Italia, oppure la collisione sfiorata in Atlantico con una nave da crociera norvegese. «Ho un aneddoto per ogni giorno trascorso in acqua — conclude Bellini —, tutti li ho raccolti in un diario. Ma il momento più felice è stato l'avvistamento della costa brasiliana: per me un grande giorno».
Angelo Panzeri
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