NEW YORK - Le torture inflitte a Guantanamo sono elementi sufficienti per ipotizzare un rinvio a giudizio del Segretario alla Difesa americano, Donald Rumsfeld, gia' nell'occhio del ciclone per come ha condotto la guerra in Iraq, e di cui sei ex generali hanno chiesto le dimissioni.
Secondo Human Rights Watch (Hrw), una delle maggiori organizzazioni americane per la difesa dei diritti umani, Rumsfeld potrebbe infatti essere ''penalmente responsabile'' per le torture inflitte dai militari americani a carcerati di Guantanamo Bay, a Cuba, la maggior parte dei quali ex Taleban arrestati in Afghanistan.
Hrw, che ha sede a New York, si basa su un caso denunciato ieri dal sito web Salon.com, secondo cui un generale, Randall Schmidt, cita il coinvolgimento di Rumsfeld nell'interrogatorio di un detenuto, Mohammad al-Qathani, considerato il ventesimo attentato dell'11 settembre. Il segretario alla Difesa sarebbe stato perfettamente al corrente degli abusi commessi nei confronti del prigioniero.
In particolare, Hrw chiede all'Amministrazione del presidente George W. Bush di ''nominare un procuratore speciale per indagare sulla responsabilita' di Rumsfeld e di altri nel caso di al-Qathani''.
Spiega Joanne Mariner, responsabile per il terrorismo presso l'organizzazione umanitaria: ''A questo punto la questione non e' se Rumsfeld debba dimettersi o meno, ma se deve essere incriminato''.
Secondo Salon, Rumsfeld fu ''personalmente coinvolto'' nell'interrogatorio con le maniere forti alla fine del 2002 di al-Qahtani. In quello stesso periodo il ministro della Difesa rimase in contatto settimanale con l'uomo a capo dell' interrogatorio, il controverso generale Geoffrey Miller, comandante del centro di prigionia di Guantanamo.
Nello stesso periodo Qahtani subi' quello che gli investigatori dell'esercito hanno definito ''trattamento duro e degradante'' da parte di soldati che applicavano le tattiche di interrogatorio avallate da Rumsfeld.
Il terrorista fu costretto a restare nudo di fronte a una donna che lo interrogava, accusato di essere omosessuale, costretto indossare biancheria femminile e a fare ''scherzi da cane'' al guinzaglio.
Parlando di cani, nuovi documenti di cui e' venuto in possesso il 'Washington Post' confermano che le autorita' militari nel 2004 chiesero che non venissero puniti i militari che li avevano utilizzati in passato per interrogatori al carcere di Abu Ghraib, a Baghdad, ma di sospendere immediatamente la pratica.
Ieri, dopo l'attacco degli ex generali, il presidente Bush aveva espresso il suo appoggio a Rumsfeld, salutandone la leadership ''energica e ferma'' al Pentagono, ''esattamente quel che e' necessario in questo momento critico''.
Anche l'ex capo di stato maggiore delle Forze Armate, il generale Richard Myers, e' sceso in campo per difendere il capo del Pentagono, affermando che ''la mia percezione complessiva e' che si tratta di qualcosa di negativo per i militari, e per le relazioni militari. E' anche una brutta cosa per il Paese, almeno potenzialmente, perche' quando stiamo sentendo e vedendo non corrisponde al ruolo che i militari svolgono nella nostra societa'''.
Secondo Human Rights Watch (Hrw), una delle maggiori organizzazioni americane per la difesa dei diritti umani, Rumsfeld potrebbe infatti essere ''penalmente responsabile'' per le torture inflitte dai militari americani a carcerati di Guantanamo Bay, a Cuba, la maggior parte dei quali ex Taleban arrestati in Afghanistan.
Hrw, che ha sede a New York, si basa su un caso denunciato ieri dal sito web Salon.com, secondo cui un generale, Randall Schmidt, cita il coinvolgimento di Rumsfeld nell'interrogatorio di un detenuto, Mohammad al-Qathani, considerato il ventesimo attentato dell'11 settembre. Il segretario alla Difesa sarebbe stato perfettamente al corrente degli abusi commessi nei confronti del prigioniero.
In particolare, Hrw chiede all'Amministrazione del presidente George W. Bush di ''nominare un procuratore speciale per indagare sulla responsabilita' di Rumsfeld e di altri nel caso di al-Qathani''.
Spiega Joanne Mariner, responsabile per il terrorismo presso l'organizzazione umanitaria: ''A questo punto la questione non e' se Rumsfeld debba dimettersi o meno, ma se deve essere incriminato''.
Secondo Salon, Rumsfeld fu ''personalmente coinvolto'' nell'interrogatorio con le maniere forti alla fine del 2002 di al-Qahtani. In quello stesso periodo il ministro della Difesa rimase in contatto settimanale con l'uomo a capo dell' interrogatorio, il controverso generale Geoffrey Miller, comandante del centro di prigionia di Guantanamo.
Nello stesso periodo Qahtani subi' quello che gli investigatori dell'esercito hanno definito ''trattamento duro e degradante'' da parte di soldati che applicavano le tattiche di interrogatorio avallate da Rumsfeld.
Il terrorista fu costretto a restare nudo di fronte a una donna che lo interrogava, accusato di essere omosessuale, costretto indossare biancheria femminile e a fare ''scherzi da cane'' al guinzaglio.
Parlando di cani, nuovi documenti di cui e' venuto in possesso il 'Washington Post' confermano che le autorita' militari nel 2004 chiesero che non venissero puniti i militari che li avevano utilizzati in passato per interrogatori al carcere di Abu Ghraib, a Baghdad, ma di sospendere immediatamente la pratica.
Ieri, dopo l'attacco degli ex generali, il presidente Bush aveva espresso il suo appoggio a Rumsfeld, salutandone la leadership ''energica e ferma'' al Pentagono, ''esattamente quel che e' necessario in questo momento critico''.
Anche l'ex capo di stato maggiore delle Forze Armate, il generale Richard Myers, e' sceso in campo per difendere il capo del Pentagono, affermando che ''la mia percezione complessiva e' che si tratta di qualcosa di negativo per i militari, e per le relazioni militari. E' anche una brutta cosa per il Paese, almeno potenzialmente, perche' quando stiamo sentendo e vedendo non corrisponde al ruolo che i militari svolgono nella nostra societa'''.
Commenta