Tweet
“Siete solo dei pivelli” direbbe un mito mai tramontato come Atruro Fonzarelli.
Non vi dovete infruscare la mente,non dovete assolutamente confondervi.
Quella che vi sto per narrare adesso è la più triste,bieca,tremenda figura di cacc.a squaqquera che mai essere umano abbia prodotto.
Premetto che tutti i riferimenti con battute del cinema o scenette comiche non hanno minimamente influenzato questa storia pura,incredibilmente vera nonché tremendamente accaduta al sottoscritto.
Non sentirmi appagato è sempre stato un mio limite.
Un anno e mezzo di meraviglia,poi un inverno di moderato distacco tra me e il mio grande amore (bella,ricca,intelligente e udite,udite,simpatica).
Distacco, dovuto ad una splendida apparizione nella mia vita:
Due occhi che ti abbracciavano nel loro blù marino,una pelle olivastra,un seno contenuto e un sedere che ti fa immaginar l’immenso.
Cilena,poliglotta,giovanissima,fresca,di quelle bellezze che ti fanno rischiare di investire una scolaresca mentre attraversa la strada.
La circuisco,l’ammalio con parole di miele,promesse pregne di fantascienza,dolcezza millantata e sorrisi di circostanza.
Svolazza gaia, verso la mia ragnatelona,l’aggrazziata farfalla,ignara ma contenta,contento anche io nelle mie geometrie e tattiche,perso difronte alla sua bellezza incommensurabile.
Giunge quasi d’improvviso il Natale,piomba con i suoi regali e le sue buone intenzioni portando con se l’eletticità di un imminente capodanno e come per magia,lei che mi invita a trascorrerlo in Germania dove ha una casa nella quale vive la madre.
“Appena arrivi a casa” mi consiglia lei durante un telefonata Firenze-Frankfurt “Nota che mobile mostruoso ha messo in salotto mia mamma,spero solo che tu lo possa vedere prima che decida di dargli fuoco!”
Certo,una designer come lei con un gusto cosmopolita e multietnico,non può vivere con componenti d’arredamento che non l’aggradano.
Il dado era tratto,le valige pronte,non mi ricordavo cosa avrei dovuto notare appena fossi entrato in casa ma……..
Lei era all’aereoporto che mi aspettava,divina in un cappotto di cammello e i miei occhiali da sole.
Baci come se ci si fosse incontrati nello studio di Carramba ed era veramente bello stringere quei fianchi immaginandosi di massaggiarle la schiena in una notte di passione.
La macchina ci lasciò davanti a casa della madre,una donna di una gentilezza unica.
Subito a mio agio,pasciuto e accudito sia dalla madre che da lei,fino a che non mi indicò il pomo della discordi,il famoso mobile!!! (Tan-tan-tan LA LUNA NERA)
Una piramide di legno laccato lucido nero,con ripiani sfalzati e un angoscioso specchio che faceva risplendere la luce dei faretti posti sotto le mensole (per chi non riuscisse a visualizzarlo: Una c.agata paurosa)
“Hai visto che obbrobrio?” sbuffa lei
Essendo un paraculo in de profundis,cerco di mediare e di non farmi travolgere dalla facile infamia sul mobile.
Scruto attentamente fino a che non noto un agghiacciante vaso,anch’esso nero,posto sulla sommità del mobile e con una naturalezza quasi infantile esclamo:” Ma,il mobile è veramente brutto,ma quel vaso lassù è la cosa più indecente e mostruosa che abbia mai visto”
Lei sgrana gli occhi che si bagnao appena,inghiotte con difficoltà e con voce commossa mi dice “Sono le ceneri di mio padre,s.tronzo!
Baci dal Kaka,che ancora si vergogna come un paguro rattrappito
Non vi dovete infruscare la mente,non dovete assolutamente confondervi.
Quella che vi sto per narrare adesso è la più triste,bieca,tremenda figura di cacc.a squaqquera che mai essere umano abbia prodotto.
Premetto che tutti i riferimenti con battute del cinema o scenette comiche non hanno minimamente influenzato questa storia pura,incredibilmente vera nonché tremendamente accaduta al sottoscritto.
Non sentirmi appagato è sempre stato un mio limite.
Un anno e mezzo di meraviglia,poi un inverno di moderato distacco tra me e il mio grande amore (bella,ricca,intelligente e udite,udite,simpatica).
Distacco, dovuto ad una splendida apparizione nella mia vita:
Due occhi che ti abbracciavano nel loro blù marino,una pelle olivastra,un seno contenuto e un sedere che ti fa immaginar l’immenso.
Cilena,poliglotta,giovanissima,fresca,di quelle bellezze che ti fanno rischiare di investire una scolaresca mentre attraversa la strada.
La circuisco,l’ammalio con parole di miele,promesse pregne di fantascienza,dolcezza millantata e sorrisi di circostanza.
Svolazza gaia, verso la mia ragnatelona,l’aggrazziata farfalla,ignara ma contenta,contento anche io nelle mie geometrie e tattiche,perso difronte alla sua bellezza incommensurabile.
Giunge quasi d’improvviso il Natale,piomba con i suoi regali e le sue buone intenzioni portando con se l’eletticità di un imminente capodanno e come per magia,lei che mi invita a trascorrerlo in Germania dove ha una casa nella quale vive la madre.
“Appena arrivi a casa” mi consiglia lei durante un telefonata Firenze-Frankfurt “Nota che mobile mostruoso ha messo in salotto mia mamma,spero solo che tu lo possa vedere prima che decida di dargli fuoco!”
Certo,una designer come lei con un gusto cosmopolita e multietnico,non può vivere con componenti d’arredamento che non l’aggradano.
Il dado era tratto,le valige pronte,non mi ricordavo cosa avrei dovuto notare appena fossi entrato in casa ma……..
Lei era all’aereoporto che mi aspettava,divina in un cappotto di cammello e i miei occhiali da sole.
Baci come se ci si fosse incontrati nello studio di Carramba ed era veramente bello stringere quei fianchi immaginandosi di massaggiarle la schiena in una notte di passione.
La macchina ci lasciò davanti a casa della madre,una donna di una gentilezza unica.
Subito a mio agio,pasciuto e accudito sia dalla madre che da lei,fino a che non mi indicò il pomo della discordi,il famoso mobile!!! (Tan-tan-tan LA LUNA NERA)
Una piramide di legno laccato lucido nero,con ripiani sfalzati e un angoscioso specchio che faceva risplendere la luce dei faretti posti sotto le mensole (per chi non riuscisse a visualizzarlo: Una c.agata paurosa)
“Hai visto che obbrobrio?” sbuffa lei
Essendo un paraculo in de profundis,cerco di mediare e di non farmi travolgere dalla facile infamia sul mobile.
Scruto attentamente fino a che non noto un agghiacciante vaso,anch’esso nero,posto sulla sommità del mobile e con una naturalezza quasi infantile esclamo:” Ma,il mobile è veramente brutto,ma quel vaso lassù è la cosa più indecente e mostruosa che abbia mai visto”
Lei sgrana gli occhi che si bagnao appena,inghiotte con difficoltà e con voce commossa mi dice “Sono le ceneri di mio padre,s.tronzo!
Baci dal Kaka,che ancora si vergogna come un paguro rattrappito
Commenta