Correva l’hanno 1999 ed io da bravo lavoratore andavo a promuovere i miei prodotti in tutta Italia.
Spesso mi recavo in quelli di Napoli dalla mia amata Firenze e cotal spostamento lo eseguivo in treno,ed essendo oltremodo ricco mi potevo addirittura permettere un sontuosissimo viaggio in prima classe sul bisonte tecnologico, mangia binari,denominato EURO STAR.
Durante i ritorni,la fatica si appallottolava nel mio stomaco, nelle mie gambe e le palpebre svenivano con il resto del corpo,lasciandomi senza sensi,in posizioni talvolta imbarazzanti,addormentato come un putto su di un vagone semi vuoto di un treno che sfrecciava nella notte.
Sta di fatto che,in uno di questi ritorni,dopo aver preso posizione,aver adagiato la testa su di un maglione che fungeva da cuscino,appoggiato al vetro,stramazzo privo di forze facendomi avvolgere da un sogno sfocato.
La rilassatezza mi domina,la mascella non riesce più ad esercitare forza e lentamente la mia bocca si apre,fino a spalancarsi.
Come una lumaca impaurita che con pazienza riprende coraggio,così la mia bavazza inizia a far capolino da un angolo della mia bocca e goccia dopo goccia,caduta su di una spalla,si crea un gora scura bagniaticcia ed un inquietante filazzo di bavazza lattiginosa ed elastica che fa da magico ponte per lo scorrere indisturbato di sì tanta saliva.
Che quadro di proverbiale letizia e tranquillità,il treno corre,le luci fuggono,la saliva scende,il mio corpo dorme,ma il controllore NO!!!!
Con modi autoritari e bruschi mi scuote violentemente per un braccio urlando “BIGLIETTO!!”
Il mio destarmi è uno scatto violento che mi fa ruotare la testa con rapidità,tanto che il filo di bavazza si sradica dalla mia spalla,si allunga,asseconda il movimento circolare del mio volto e si scaraventa,
appiccicosa e umidiccia,sulla guancia del controllore zelante.
Attimi di panico nei miei occhi e nei suoi.
Lui estrae un fazzoletto di stoffa e se lo passa sulla faccia per ascuigarsi da quello schifo che avevo lanciato dalla bocca,mi guarda e senza proferire parola,ed oltretutto senza controllarmi il biglietto,se ne va lungo il corridoio del vagone che continua correre inconsapevole dell’ennesima, triste figura di me.rda che ho appena inanellato
Il KAKA BAVOSETTO
Se vorrete e upperete…….. presto vi allieterò con altre mirabolanti figure di cacca
Spesso mi recavo in quelli di Napoli dalla mia amata Firenze e cotal spostamento lo eseguivo in treno,ed essendo oltremodo ricco mi potevo addirittura permettere un sontuosissimo viaggio in prima classe sul bisonte tecnologico, mangia binari,denominato EURO STAR.
Durante i ritorni,la fatica si appallottolava nel mio stomaco, nelle mie gambe e le palpebre svenivano con il resto del corpo,lasciandomi senza sensi,in posizioni talvolta imbarazzanti,addormentato come un putto su di un vagone semi vuoto di un treno che sfrecciava nella notte.
Sta di fatto che,in uno di questi ritorni,dopo aver preso posizione,aver adagiato la testa su di un maglione che fungeva da cuscino,appoggiato al vetro,stramazzo privo di forze facendomi avvolgere da un sogno sfocato.
La rilassatezza mi domina,la mascella non riesce più ad esercitare forza e lentamente la mia bocca si apre,fino a spalancarsi.
Come una lumaca impaurita che con pazienza riprende coraggio,così la mia bavazza inizia a far capolino da un angolo della mia bocca e goccia dopo goccia,caduta su di una spalla,si crea un gora scura bagniaticcia ed un inquietante filazzo di bavazza lattiginosa ed elastica che fa da magico ponte per lo scorrere indisturbato di sì tanta saliva.
Che quadro di proverbiale letizia e tranquillità,il treno corre,le luci fuggono,la saliva scende,il mio corpo dorme,ma il controllore NO!!!!
Con modi autoritari e bruschi mi scuote violentemente per un braccio urlando “BIGLIETTO!!”
Il mio destarmi è uno scatto violento che mi fa ruotare la testa con rapidità,tanto che il filo di bavazza si sradica dalla mia spalla,si allunga,asseconda il movimento circolare del mio volto e si scaraventa,
appiccicosa e umidiccia,sulla guancia del controllore zelante.
Attimi di panico nei miei occhi e nei suoi.
Lui estrae un fazzoletto di stoffa e se lo passa sulla faccia per ascuigarsi da quello schifo che avevo lanciato dalla bocca,mi guarda e senza proferire parola,ed oltretutto senza controllarmi il biglietto,se ne va lungo il corridoio del vagone che continua correre inconsapevole dell’ennesima, triste figura di me.rda che ho appena inanellato
Il KAKA BAVOSETTO
Se vorrete e upperete…….. presto vi allieterò con altre mirabolanti figure di cacca
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